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Notiziario Marketpress di
Lunedì 16 Novembre 2009 |
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NUOVE SCOPERTE METTONO IN DISCUSSIONE LA TRADIZIONALE TEORIA DELLA MEMORIA
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Bruxelles, 16 novembre 2009 - Alcuni scienziati britannici e tedeschi - mediante l´osservazione di pazienti affetti da patologie legate alla memoria - hanno scoperto che una parte del cervello tradizionalmente associata alla memoria a lungo termine potrebbe essere rilevante anche per quella a breve termine. I ricercatori ritengono che i risultati ottenuti dimostrino la necessità di ripensare le ormai accettate differenze funzionali ed anatomiche tra memoria a breve e lungo termine. Lo studio è stato dedicato in modo particolare all´ippocampo, un´area del cervello nota per il ruolo rivestito in riferimento alla memoria a lungo termine, alla memoria spaziale e all´orientamento. È inoltre una delle prime aree ad essere colpite dal morbo di Alzheimer, i cui sintomi sono appunto problemi di memoria e disorientamento. Per valutare la correlazione tra la memoria di lavoro e le relazioni con il pensiero legato a periodi più lunghi, i ricercatori hanno osservato pazienti affetti da epilessia del lobo temporale. Questa patologia causa una disfunzione nell´ippocampo, causando difficoltà per la memoria a lungo termine. I ricercatori hanno chiesto ai pazienti di osservare e memorizzare le immagini (fotografie) di oggetti quotidiani, come ad esempio le sedie in un soggiorno. Le prestazioni del gruppo sono state valutate a breve distanza dopo aver mostrato le immagini ai pazienti e l´attività cerebrale è stata misurata a intervalli lunghi e brevi. "La memoria di lavoro consente la memorizzazione nel cervello - sotto forma di rappresentazioni attive - di eventi transitori", scrivono i ricercatori. "Questa peculiarità permette di adottare comportamenti mirati quali, ad esempio, l´assumere decisioni o imparare ad utilizzare le informazioni al di là della loro disponibilità sensoria transitoria". I pazienti non erano in grado di memorizzare la relazione configurale tra i vari oggetti raffigurati nelle immagini loro mostrate, come ad esempio se il tavolo era posto a destra o a sinistra delle sedie. Questo tipo di pensiero richiede l´azione coordinata di diverse aree del cervello, preposte ad attività di tipo visivo e temporale. I pazienti, tuttavia, presentavano già altre problematiche in queste aree del cervello dovute alla sclerosi ippocampale causata dall´epilessia del lobo temporale. "Come abbiamo anticipato, i pazienti non riuscivano a distinguere le immagini studiate dalle immagini nuove che gli venivano presentate a distanza di 60 minuti, ma la loro attività era nella norma a distanza di 5 secondi", ha commentato il professor Emrah Duzel dell´University College London (Regno Unito) che ha partecipato allo studio. "Tuttavia, quando è stato chiesto loro - anche a distanza di appena cinque secondi - di ricordare in che posizione esatta si trovavano gli oggetti all´interno delle scene, è stato evidenziato un deficit importante". Successivamente i ricercatori hanno chiesto a un gruppo di adulti in buone condizioni di salute di effettuare gli stessi test mentre venivano monitorate le loro onde cerebrali. I risultati dei due gruppi sono poi stati messi a confronto. Gli scienziati hanno rilevato che l´ippocampo "riveste un ruolo importante sotto il profilo comportamentale e funzionale per la memorizzazione configurale-relazionale, poiché coordina le regioni occipitali e le regioni preposte all´attività temporale nell´intervallo theta". È stato possibile distinguere questa funzione dell´ippocampo da un processo analogo che sfrutta però altre regioni cerebrali. Questo significa che ci sono due reti di memoria distinte all´interno del cervello. La regione che funziona in modo indipendente dall´ippocampo rimane intatta anche nei pazienti affetti da patologie a carico di questa regione cerebrale. "Le osservazioni comportamentali effettuate di recente hanno già messo in discussione la tradizionale distinzione tra memoria a lungo e a breve termine accettata da ormai 50 anni", ha affermato Nathan Cashdollar, dell´University College London "Si tratta della prima prova funzionale ed anatomica che dimostra quali sono i meccanismi condivisi tra memoria a breve e a lungo termine, e quali meccanismi restano invece indipendenti". Per ulteriori informazioni, visitare: University College London: http://www. Ucl. Ac. Uk/ Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (Pnas): http://www. Pnas. Org/ . |
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