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Notiziario Marketpress di Venerdì 20 Novembre 2009
 
   
  BRESCIA: DALLA CULTURA CHAVÍN AGLI INCA - UN VIAGGIO DI 3000 ANNI

 
   
  Dal 4 dicembre 2009 al 27 giugno 2010, il Museo di Santa Giulia a Brescia ospita la mostra “Inca. Origine e misteri delle civiltà dell’oro”. Un’occasione unica per ripercorrere la storia delle civiltà dell’oro del Perù attraverso le oltre 270 opere esposte e i 3000 anni che separano la civiltà Chavín da quella Inca. Scoprite l’abilità di questi popoli e la loro origine. Inca a Brescia: vivi la leggenda! Popoli ancora avvolti dal mistero, che non smettono di regalarci tesori nascosti. Poco sappiamo delle genti che abitarono il Perù, ma si suppone che il territorio fosse abitato già 10. 000 anni prima di Cristo da popolazioni migrate dall’Asia, ma non è ancora possibile stabilire con esattezza in quale epoca iniziò a prendere forma una vera società organizzata. La città sacra di Caral, nella Valle di Supe e oggi Patrimonio dell’Unesco, è la più antica del Perù e fu sede della civiltà Caral-supe. Si pensa che si insediarono nella zona intorno al 3. 000 a. C. E che furono abili cacciatori-raccoglitori oltre che pescatori, poi evolutisi in agricoltori e allevatori. Inoltre la città è formata da un insieme di templi, centri culturali ed edifici che lasciano vedere i grandi traguardi scientifici, tecnologici ed artistici che riuscirono a raggiungere i suoi abitanti. Una delle prime civiltà peruviane si stabilì a Huántar (Ancash) tra il 1200 e il 200 a. C. , nel cuore delle Ande. Aveva il suo centro nel tempio Chavín de Huantár, sito archeologico nonché il centro più importante e più fastoso in cui si sono ritrovati la maggior parte dei reperti di questa civiltà. L’economia della cultura Chavín era basata sull’agricoltura ma anche sulla lavorazione dei metalli, soprattutto dell’oro, ciò che la caratterizzava erano, inoltre, le grandi costruzioni cerimoniali, labirinti sotterranei e canali. Verso la fine dell’epoca Chavín, si affacciò sulla costa sud del Perù la cultura Paracas (200 a. C. – 600 d. C. ), un’importante civiltà che si insediò nei pressi dell’odierna Nazca. La popolazione si dedicava prevalentemente alla pesca e ad un’agricoltura rudimentale, ma diede un notevole contributo alla tradizione peruviana dell’arte tessile, realizzando veri e propri capolavori con fibre di cotone e lana di camelidi. Nello stesso periodo della cultura Paracas, a nord prende forma la cultura Moche o Mochica, nei territori compresi tra Piura a nord e la vallata di Nepeña a sud. I Moche costruirono imponenti edifici a forma piramidale che erano insieme centri amministrativi e religiosi. Inoltre furono dei maestri nell’arte ceramica dove domina il naturalismo oltre a scene di guerra, di caccia o immagini di rituali religiosi. Anche i manufatti tessili e la lavorazione di oro, argento e rame raggiunge con questa cultura uno dei livelli più alti. La società dei Moche era fondata su una gerarchia militare-nobiliare di cui si ricordano molti personaggi come il famoso “Señor de Sipán” e la più recente scoperta della “Señora de Cao”. Verso il 200 d. C. , nella regione del Collao nella sierra peruviana, si sviluppa la cultura Tiahuanaco o Tiwanaku che lasciò in eredità alla futura cultura inca le terrazze per le coltivazioni, los andenes e l’utilizzo di diversi piani ecologici nell’agricoltura. Il centro urbano principale era ubicato a Pucará sulla sponda orientale del Titicaca a più di 3000 metri di altitudine ed era organizzato intorno ad un complesso cerimoniale impressionante. Nella costa sud del Perù, in una distesa desertica, sorse la civiltà Nazca (300 a. C. – 900 d. C. ) che costruì una serie di acquedotti sotterranei, rendendo così la zona meno arida. Edificarono imponenti opere come piramidi, templi, piazze e fortificazioni e furono abili agricoltori malgrado le scarsità idriche. Anche la ceramica raggiunse livelli artistici importanti, ma la civiltà Nazca è ricordata soprattutto perchè lasciò, sul terreno desertico della pampa, linee rette incrociate, figure geometriche e figure di animali che si possono ammirare nella loro interezza solo dall’alto e che rappresentano ancora un mistero per gli studiosi. Dalla valle di Ayacucho fino alle Ande si diffuse la cultura Wari (600 d. C. ), edificatori di strade e centri amministrativi poi usati dagli Inca. La popolazione si dedicava all’agricoltura e all’artigianato, soprattutto ceramica. Gli studiosi ritengono che i Wari facessero parte dell’impero Tiwanaku per la somiglianza con cui venivano realizzati gli oggetti. La raffinata cultura Chimú (700 d. C. ) si diffuse sulle rovine dei regni moche, lungo la costa del Perù. Erano abili costruttori di armi e si arricchirono grazie al commercio. Inoltre vantavano un ottimo sistema di irrigazione ed erano artigiani esperti per la lavorazione dell’oro, dei metalli e dei tessuti. La loro capitale era Chan Chan, alle porte di Trujillo, bellissima città costruita interamente con mattoni crudi. La cultura Chachapoyas (800 d. C. ) utilizzò al massimo le terre coltivate e costruì i suoi edifici sulle alture delle montagne della sierra settentrionale. La grandezza della città fortificata di Kuelap è l’esempio del magnifico adattamento di questa cultura all’ambiente. Nella Cordigliera delle Ande del Perù e con capitale Cusco (Q’osqo), ombelico del mondo, la civiltà Inca prese il sopravvento su tutte le altre, fondando il regno più vasto della terra, le cui origini risalgono al 1200 d. C. Fino alla conquista degli spagnoli intorno al 1500 d. C. Gli inca eccellevano nella costruzione di imponenti edifici in pietra, il più noto fra tutto è la cittadella di Machu Picchu. La produzione tessile fu un settore particolarmente sviluppato, con motivi geometrici o figure zoomorfe e antropomorfe, così come la creazione di oggetti di metallo, in particolare la gioielleria, il rame, il bronzo, l’argento e l’oro. Anche la ceramica stessa, modellata principalmente a mano, prediligeva i disegni geometrici, con i toni e le gamme del marrone e del seppia. Alla scoperta dei misteri delle civiltà dell’oro: gli inca in mostra a Brescia Una mostra unica, con oltre duecentocinquanta reperti, alcuni di recente scoperta e mai esposti al pubblico. Un’occasione imperdibile per conoscere la spiritualità di popoli così lontani nello spazio e nel tempo attraverso l’evocazione dei miti e dei riti che li hanno caratterizzati. Oggetti preziosi, straordinarie lavorazioni e immagini: tumi (coltelli) sacrificali, maschere funerarie, narigueras, orecchini, collari, diademi e vestiti ricoperti di placche dorate. Così le civiltà dell’oro si svelano in tutto il loro splendore, in un tripudio di espressioni, forme, stilemi, simboli capaci di affascinare. Un originale allestimento articolato in dieci sezioni – Cronologia, Le Tecniche di trasformazione del metallo, La Cosmovisione, Le Linee di Nasca, I Costumi, Le Libagioni, La Musica, La Guerra, La Morte, I Preziosi – che si snoda lungo l’intera storia delle civiltà dell’oro e offre una ricca panoramica delle culture precolombiane che sono fiorite in Perù dal 1500 a. C. Fino all’arrivo degli Spagnoli nel 1532. I pezzi esposti provengono dai principali musei peruviani: il Museo Nacional de Arqueología, Antropología e Historia del Perú, il Museo Arqueológico Rafael Larco Herrera, il Museo “Oro del Perú”-“armas del Mundo” – Fundación Miguel Mujica Gallo, il Museo Nacional Sicán, il Museo Arqueológico Nacional Brüning, il Museo Tumbas Reales de Sipán e altri ancora. Numero Verde 800 775083; web: www. Incabrescia. It www. Peru. Info/italiano .  
   
 

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