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Notiziario Marketpress di Venerdì 20 Novembre 2009
 
   
  TRENTO: CONVEGNO SU PAESAGGIO E VIVIBILILITÀ IN UN BENE UNESCO

 
   
  Si è concluso con soddisfazione dei promotori (Provincia autonoma di Trento in collaborazione con Trentino School of Management) per aver raggiunto un primo obiettivo e soprattutto dei molti partecipanti - oltre 160 persone - il convegno "Dolomiti paesaggio e vivibilità in un Bene Unesco". Otto i relatori - Ugo Morelli, Engelbert Ruoss, Massimo Venturi Ferriolo, Giuseppe Scaglione, Matteo G. Caroli, Gian Piero Quaglino, Beat Ruppen e Cesare Micheletti - che in due sessioni moderate da Franco de Battaglia (al mattino) e Gianpaolo Carbonetto (al pomeriggio) hanno condiviso il progetto del convegno voluto dall´assessore provinciale all´urbanistica e agli enti locali, Mauro Gilmozzi. Una proposta di riflessione articolata che costituisce il primo passo per un progetto di formazione a 360 gradi sul significato di paesaggio come elemento base per un processo di cambiamento che non può prescindere dalla condivisione e partecipazione dei soggetti del territorio. Una progettualità che trova nella Scuola di governo del territorio e del paesaggio (Step), gestita da Trentino School of Management per conto della Provincia autonoma, lo strumento ideale per la valorizzazione delle capacità gestionali e competitive del sistema Trentino. In Sala Depero ad ascoltare gli interventi proposti da esperti ed architetti del paesaggio, filosofi, psicologi, economisti e professori universitari c´erano sindaci, consiglieri provinciali, rappresentanti della Trentino S. P. A. , direttori di aziende di promozione turistica, di parchi e musei, esponenti delle associazioni ambientalistiche e culturali, cittadini e operatori degli ambiti sociali. Una vasta platea interessata ai ragionamenti che gli otto relatori hanno proposto partendo dall´importanza della formazione per un giusto approccio che l´uomo deve stabilire con il paesaggio in cui vive ed opera. Tema irrinunciabile quello della formazione per un innovativo processo di cambiamento nella gestione del territorio nella nuova prospettiva proposta dalle Dolomiti, ora patrimonio dell´Umanità e, più in generale, nella fase di mutamento che il Trentino sta vivendo all´indomani dell´approvazione del nuovo Piano urbanistico provinciale e della Riforma istituzionale. "Il Trentino - ha detto l´assessore Mauro Gilmozzi - non si omologa, cerca l´eccellenza e lo fa in tanti modi. Le Dolomiti fanno parte del paesaggio nella loro intierezza, sono uno spazio di vita che va governato e considerato nel giusto approccio. L´uomo c´è, si integra con il paesaggio attraverso il suo lavoro e la qualità della vita. Con il riconoscimento delle Dolomiti si è aperta una sfida - ha continuato l´assessore - non solo per allineare le politiche dei cinque territori su cui insistono le Dolomiti, ma per cominciare a discutere di politica ed economia della montagna a livello nazionale. Un´opportunità importante proposta in particolare al ministro per l´ambiente, Stefania Prestigiacomo. Un´occasione perchè lo Stato investa culturalmente in questa prospettiva. E´ necessario - ha detto ancora l´assessore - tornare a discutere di futuro con la gente. E l´elemento innovativo forte è proprio quello di farlo attraverso una vera partecipazione allo sviluppo, una coesione sociale. Un capitale, quello sociale, che ha bisogno di far lavorare le imprese su un tessuto di qualità e per farlo abbiamo bisogno di conoscenza e di piani di azione. Abbiamo bisogno di essere accompagnati in un percorso di crescita comune. Per questo è nata la Step, Scuola di governo del territorio e del paesaggio. Punto di riferimento importantissimo per gli osservatori e per ragionare sull´urbanistica, sull´architettura, sul modo di costruire, sulle Dolomiti come grande opportunità di sviluppo sostenibile" Ugo Morelli ha posto all´attenzione dell´assemblea "l´importanza di innovare per cambiare". Ha riassunto i tre modi per rapportarsi al paesaggio: 1) appartenenza tacita e inconsapevole; 2) conoscenza critica volta all´utilizzo e tutela; 3) riconoscimento, percezione e fruizione estetica. Ha insistito sul fatto che "è la conoscenza che genera valore". Ha citato l´esempio Melinda e la capacità di rinvenzione della mela. "Innovazione e creatività sono necessarie per passare dalla dimensione di utilizzare valore a quella di creare valore - ha detto Ugo Morelli - Per cambiare la prospettiva verso il paesaggio è decisiva l´educazione e la formazione. E´ fondamentale sostenere le capacità degli amministratori per ridisegnare il paesaggio". Massimo Venturi Ferriolo ha parlato dell´importanza di consegnare le risorse e il paesaggio alle generazioni del futuro. Ha detto che "l´etica è un assunto fondamentale, il rapporto corretto attraverso cui misurarsi con un luogo. L´uomo crea luoghi di vita e il nostro tempo fa i conti con la disacralizzazione della natura. Per questo è importante una spiritualità e un´etica e la formazione paesaggistica deve entrare nel cuore della gente". Matteo Caroli ha insistito sul ruolo della formazione "leva fondamentale per la gestione del cambiamento nel modo di vivere il territorio, di fare economia, di fare business. L´aggiornamento del capitale umano è importante a tutti i livelli da coloro che decidono a chi svolge compiti più operativi. La sfida che propongono le Dolomiti - ha detto Caroli - è delicata perchè ci sono livelli di sviluppo diversi. E´ necessaria una visione di sistema, mettere a sistema le specificità dei territori. La formazione ha un ruolo centrale in tutto questo. Non può esserci vera formazione senza attività di ricerca. E lavorare in ambiti di ricerca significa sviluppare e comprendere fabbisogni". Tre, secondo Caroli, gli obiettivi di formazione del bene intangibile Dolomiti: 1) Paesaggio con le infrastrutture di trasporto e di comunicazione, con il turismo, l´agricoltura, l´artigianato, l´edilizia (A questo proposito Caroli ha detto che "il Trentino si connota a livello nazionale per i nuovi modi di costruire usando il legno, materiale più compatibile con le problematiche dei cambiamenti climatici"); 2) accrescere sensibilità e soluzioni di ricerca innovative; 3) comunicazione dei luoghi nella giusta prospettiva, capire a chi indirizzare la comunicazione secondo due criteri e cioè l´appartenenza al sistema dolomiti - chi ci vive - e la natura. Per Matteo Caroli "avviare e gestire al meglio il cambiamento significa pensare in grande senza fermarsi al contingente. Un progetto organico di lungo respiro, aggregando prospettive diverse e strategie volte a sviluppare le diversità, accompagnando sistemi produttivi legati alla montagna. Bisogna - ha concluso Caroli - sviluppare l´economia di montagna. Tanto si è fatto per l´economia del mare. Ora è necessario sviluppare quella di montagna". Gian Piero Quaglino ha distinto la formazione in tre diversi livelli attribuendo al primo e al secondo livello il compito di occuparsi di concetti e idee "una litania - ha detto - del saper fare, del saper essere. Ma esiste anche un terzo livello che è il luogo dei pensieri. Non un ergastolo di seminari ma una formazione che rispetti la vocazione più autentica che non vuol dire istruzione o trasferimento di contenuti ma che ha attinenza con la vita stessa. Con l´esperienza da cui dobbiamo partire che è quella della nostra natura. Al di là delle pretese della logica e della teoria - ha continuato Quaglino definendo questa terzo livello ´formazione del terzo paesaggio inteso come paesaggio interiore´ - questa formazione non è predeterminata, è indeterminata, è cogliere il sentimento la nostra stessa natura che parla dei nostri pensieri, dell´effetto che ci fanno, di quale significato hanno". Con la citazione di Karl Gustav Jung "la natura fiorisce anche là dove nessuna teoria è mai penetrata" Quaglino ha stimolato la platea a porre al centro dell´avventura formativa la nostra interiorità. "La formazione - ha insistito il professore - pone la pratica della riflessione al centro. La pratica dell´interpretazione ci sfugge ma è cruciale per la formazione di sè. La riflessione è un percorso che, con pazienza e ostinazione, ci porta a coltivare i nostri pensieri e quelli che ci sono piaciuti". Cesare Micheletti, architetto del paesaggio che ha condotto l´iter di candidatura delle Dolomiti fin dall´inizio, ha portato all´attenzione dei presenti un progetto "Catinaccio-ciadinac-rosengarten" che, attraverso una carta - cordanza del cadenac - si è posto come obiettivo quello di diluire la curring-capacity di questo territorio. Un lungo percorso che, attraverso 32 incontri serviti per valutare il patrimonio esistente di quel territorio (rifugi, alberghi etc. ), ha portato alla cordanza del cadenac per valorizzare le capacità esistenti e riconoscersi in questo riportando identità e turismo in equilibrio. .  
   
 

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