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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Novembre 2009
 
   
  CONGIUNTURA PIEMONTESE: NEL III TRIMESTRE 2009 NUOVA FLESSIONE A DUE CIFRE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE AUTOMOTIVE E METALMECCANICA CONTINUANO AD ESSERE I PROTAGONISTI DELLA CRISI DEL TESSUTO MANIFATTURIERO PIEMONTESE

 
   
  Torino, 24 novembre 2009 - Il terzo trimestre del 2009 si chiude ancora con un dato negativo per il tessuto manifatturiero regionale, anche se l’intensità della flessione della produzione industriale piemontese sembra iniziare finalmente a perdere vigore, nonostante il trimestre considerato risulti un periodo tradizionalmente a bassa produzione poiché caratterizzato dalle ferie estive. La crisi ha investito il comparto manifatturiero locale già sul finire del 2008, spezzando così la serie positiva di quasi tre anni iniziata negli ultimi mesi del 2005. Nel I trimestre del 2009 le criticità che hanno investito il sistema economico piemontese hanno poi assunto i connotati di una crisi strutturale e generalizzata di tutto il sistema produttivo locale. Gli effetti di tale crisi si sono estesi al Ii trimestre 2009, anche se in leggera attenuazione rispetto a quanto manifestato nei primi mesi dell’anno. I nuovi dati relativi all’andamento del Iii trimestre risultano ancora negativi, sia per quanto riguarda la produzione sia per quanto concerne gli ordinativi interni; dati più incoraggianti arrivano dalla domanda estera e dalle previsioni delineate dagli imprenditori piemontesi per i prossimi sei mesi. Nel periodo luglio-settembre 2009, la variazione tendenziale grezza (ossia confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di -14,8 punti percentuale, risultato migliore rispetto alla dinamica complessiva registrata a livello nazionale (-16,0%). Alla performance ancora negativa del tessuto manifatturiero regionale si associano risultati ancora deboli per gli altri indicatori congiunturali: se gli ordinativi interni registrano una diminuzione del 5,6% rispetto al Ii trimestre del 2009, sul fronte dei nuovi ordini dall’estero la tendenza appare leggermente positiva (+1,3%), indice che la ripresa potrebbe ripartire proprio dalla domanda proveniente da oltre confine. Il fatturato delle imprese manifesta, invece, mediamente una contrazione del -17,1% rispetto al periodo luglio-settembre del 2008, e sul fronte del grado di utilizzo degli impianti si riscontra, nel trimestre considerato, una sostanziale stazionarietà della percentuale di utilizzo (58,4) rispetto al dato del trimestre precedente. Questi sono alcuni dei risultati emersi dalla 152ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte. La rilevazione è stata condotta nei mesi di ottobre e novembre 2009 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre, e ha coinvolto 991 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 93. 477 addetti e un valore pari a 51,6 miliardi di euro di fatturato. “Il peggio della crisi finanziaria che ha colpito l’attività economica mondiale è alle spalle, ed i primi, per quanto deboli, segnali di ripresa iniziano a far capolino sullo scenario economico internazionale e nazionale, e timidamente anche sul nostro territorio piemontese. Questo è il momento di continuare a credere che le capacità e il know how degli imprenditori rappresentino la chiave di volta per aggredire i colpi di coda della crisi e ritornare così ad avere un sistema imprenditoriale sempre più competitivo. Non abbassiamo la guardia: continuiamo a difendere il nostro ‘Made in’, a sostenere l’innovazione e il rilancio dei nostri territori. Solo così potremo generare fiducia e, di conseguenza, regalare una boccata di ossigeno a imprese e cittadini” dichiara Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte. La flessione produttiva del comparto manifatturiero regionale trae origine dai deludenti risultati manifestati, nel periodo luglio-settembre 2009, da quasi tutti i principali comparti produttivi. Anche nel Iii trimestre 2009 il comparto più colpito dalla crisi è quello dei metalli che registrano la flessione più marcata (-24,6%). Fortemente in negativo anche il comparto della meccanica (-18,4%) e quello dei mezzi di trasporto (-17,8%). Le difficoltà congiunturali non risparmiano i settori di chimica-gomma plastica, ed elettricità ed elettronica, che scontano rispettivamente battute d’arresto dell’ordine dei 14,8 e 14,0 punti percentuale; il trend è negativo anche per il tessile-abbigliamento che, manifestando una contrazione dell’output del -12,6%, conferma ancora una volta il perdurare delle difficoltà che hanno accompagnato la filiera negli ultimi anni. Più contenute le contrazioni degli altri settori, mentre l’alimentare, filiera storicamente anticiclica, registra ancora un segnale di ripresa, con un incremento tendenziale dell’output pari al +0,8%. La performance negativa del tessuto manifatturiero regionale trae origine dalle contrazioni produttive di tutte le realtà provinciali. Il Iii trimestre del 2009, infatti, registra variazioni produttive negative in tutti i territori. Il Verbano Cusio Ossola, con una flessione del 21,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è il contesto territoriale che evidenzia la performance più negativa. Seguono Vercelli (-18,1%) e Asti (-17,9%), entrambe con una flessione superiore alla media regionale. Anche Torino (-17,7%) subisce un calo della produzione superiore a quello piemontese, mentre si rilevano contrazioni di intensità inferiore per le altre province. Alessandria, con una diminuzione del 3,9% risulta, anche in questo trimestre, il territorio che registra la flessione di entità minore. L’indice Della Produzione Industriale A partire dal 2006, Unioncamere Piemonte, in conformità con la metodologia adottata dall’Istat, calcola un numero indice della produzione industriale piemontese con base anno 2000=100 al quale è stata applicata una correzione per giorni lavorativi e un procedimento standard di destagionalizzazione (con il software Tramo-seats). Nel Iii trimestre 2009, l’indice grezzo della produzione industriale con base anno 2000=100 è stato pari a 70,1 con una contrazione, come già evidenziato in precedenza, del 14,8% rispetto al Iii trimestre del 2008. L’indice della produzione corretto per giorni lavorativi (70,0) ha registrato, invece, una flessione del 15,2% (i giorni lavorativi sono stati 66 contro i 65 del Iii trimestre del 2008), mentre l’indice della produzione destagionalizzato è stato pari a 72,7 sperimentando una riduzione dell’1,9% rispetto al periodo aprile-giugno 2009. Le Prospettive Future Gli imprenditori piemontesi non prevedono un’inversione di tendenza dei principali indicatori congiunturali per il semestre ottobre 2009 - marzo 2010. Il confronto tra le prospettive a medio termine registrate nel corso dell’indagine corrente con quelle dei primi due trimestri dell’anno rivela, tuttavia, un miglioramento del clima di fiducia del tessuto manifatturiero regionale. Il 45% degli imprenditori dichiara di attendersi, per il semestre ottobre 2009 - marzo 2010, una nuova flessione della produzione industriale, mentre solo il 22% ne prospetta un incremento, generando un saldo tra ottimisti e pessimisti pari a -23 punti percentuale, comunque in miglioramento rispetto ai saldi di opinione fortemente negativi registrati nei primi due trimestri dell’anno. Appaiono meno sfavorevoli anche le previsioni relative ai nuovi ordini: la domanda interna subirà una contrazione per il 43% degli intervistati, mentre si incrementerà solo per il 21%, dando luogo ad un saldo tra ottimisti e pessimisti negativo per 21 punti percentuale (lo stesso saldo risultava pari, in occasione dell’indagine riferita al Ii trimestre 2009, a -32 punti). Sul complementare fronte dei nuovi ordini dall’estero, i pessimisti, che rappresentano il 36% degli imprenditori intervistati, superano gli ottimisti, pari, invece, al 22%: si sottolinea, tuttavia, anche in questa circostanza, come il saldo di opinione (pari a -14 punti percentuale) risulti in ripresa rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente. Quanto all’occupazione, il 65% degli imprenditori prevede una situazione di stazionarietà, contro il 32% che ne prospetta una flessione, e solo il 3% che ne prevede un aumento. I prezzi di vendita, infine, sono previsti stabili dal 63% degli imprenditori. .  
   
 

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