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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Novembre 2009
 
   
  UMBRIA: CIG IN DEROGA E POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO AL VIA INTERVENTI PER 43 MLN DI EURO

 
   
   Perugia, 24 novembre 2009 - Quasi 44 milioni di euro a sostegno dei lavoratori umbri interessati dagli ammortizzatori sociali in deroga. Lo prevede il programma di interventi per la Cig in deroga e le politiche attive del lavoro approvato dalla Giunta regionale in attuazione dell’accordo sottoscritto tra Stato e Regioni per far fronte alla grave crisi economico finanziaria. Il programma, che utilizza fondi a carico del Por-umbria Fse (2007-2013) e che sarà operativo a partire dal 2010, prevede una serie innovativa di misure finalizzate a sostenere il reddito dei lavoratori che usufruiscono della Cig in deroga ed interventi di politiche attive del lavoro. “Le azioni previste – ha detto l’assessore regionale alle politiche del lavoro Maria Prodi durante la conferenza stampa di presentazione a cui ha partecipato anche il Direttore regionale allo sviluppo economico e alle attività produttive Ciro Becchetti – interessano direttamente i lavoratori. Si tratta infatti di misure di sostegno al reddito accompagnate da specifici interventi di politiche attive del lavoro realizzati attraverso servizi e percorsi formativi calibrati sulla persona. Il nostro obiettivo – ha aggiunto Prodi – è di fornire un buon servizio al lavoratore, così da metterlo in condizione di poter superare la fase di difficoltà e di acquisire competenze da spendere per la sua ricollocazione. L’auspicio – ha concluso l’assessore – è che anche queste misure consentano alle imprese di mantenere i propri dipendenti. Ci sono infatti strumenti adeguati per uscire dalla crisi e cogliere la ripresa grazie anche ad uno slancio innovativo delle aziende”. Gli interventi previsti dall’accordo – ha spiegato Becchetti – sono un “diritto dovere” del lavoratore che ottiene un sostegno al reddito ma deve essere disponibile a migliorare la proprie competenze in prospettiva del suo reingresso nel mercato del lavoro. La non attuazione degli interventi di politiche attive del lavoro comporta l’automatica revoca dei benefici. Per la prima volta il documento offre una analisi approfondita del mercato del lavoro umbro in relazione allo stato di avanzamento della gestione della Cig in deroga sul territorio regionale, andando ad indagare la tipologia delle aziende e dei lavoratori interessati. La situazione variegata della regione ha portato a suddividere i lavoratori interessati in tre sottogruppi (lavoratori con Cig inferiore alle 60 ore mensile, tra 60 e 120 ore e superiore a 120 ore ndr) per i quali sono previsti servizi ed offerte formative differenziati. A breve – ha concluso becchetti – partiranno le gare per l’individuazione dei soggetti attuatori dei progetti”. Sono attualmente 6520 i lavoratori che in Umbria usufruiscono degli ammortizzatori sociali in deroga e si stima che entro la fine del 2009 raggiungeranno le 8mila unità. Delle 1095 imprese che hanno fatto domanda, 946 hanno già passato l’esame congiunto in Regione, di queste circa i tre quarti sono artigiane. Fra le imprese 10 hanno chiesto la mobilità in deroga per 67 lavoratori, mentre le rimanenti hanno avanzato richiesta di Cig per il massimo periodo consentito. Il 20 per cento delle imprese opera nel comparto dell’abbigliamento e circa il 7 per cento nel tessile. Rilevante (18,2%) anche il numero di richieste provenienti dalla metallurgia, dalla lavorazione dei materiali non metalliferi (8,6%), dalle costruzioni (8%), dalla lavorazione del legno (7%) e dal commercio (6,8%). Dei lavoratori, che sono per il 14,3 per cento stranieri e per quasi il 45 per cento donne, il 65 per cento sono operai, le figure impiegatizie sono il 10 per cento, mentre gli apprendisti sono circa il 20 per cento (con un’incidenza elevata in quanto tale categoria non rientra nel campo di applicazione di Cigo e Gigs). Perciò l’età media dei lavoratori risulta piuttosto bassa: quasi la metà ha meno di 35 anni (i soggetti con meno di 25 anni sono il 16,6 per cento, i 25-34enni il 30 per cento, i 35-44enni il 27,3 per cento e gli over 44 il restante 26,1 per cento). Risulta molto contenuta (2,4 per cento) la presenza di laureati, di contro la metà dei lavoratori è in possesso della licenza media inferiore. I qualificati sono il 5,3 per cento e i diplomati il 28,2 per cento. Del 14, 6 per cento dei lavoratori non si conosce il titolo di studio o ne posseggono uno non riconosciuto nel nostro Paese. Per quanto la dislocazione territoriale, netta è la prevalenza della provincia di Perugia sulla quale sembra concentrarsi maggiormente la crisi. Quasi il 90 per cento delle domande proviene da aziende con sede legale nella provincia di Perugia in cui opera l’83 per cento dei lavoratori. Considerando il domicilio: l’82,5 per cento dei lavoratori è della provincia di Perugia (il 40,6 per cento nell’area del Centro per l’impiego di Perugia, il 21,2 per cento in quella del Cpi di Città di Castello e il 20,7 per cento in quella del Cpi di Foligno), il 14,9 per cento di quella di Terni (il 12,4 per cento nell’area del Centro per l’impiego di Terni e il 2,5 per cento in quella del Cpi di Orvieto) e il restante 2,6 per cento lavora in aziende umbre ma è domiciliato in comuni limitrofi alla nostra regione. .  
   
 

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