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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Novembre 2009
 
   
  IL VENETO PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

 
   
  Venezia, 25 novembre 2009 - La Regione del Veneto, Assessorato alle Pari Opportunità, in collaborazione con la Commissione regionale Pari Opportunità e con l’Osservatorio Nazionale Violenza Domestica, ha promosso il “Programma di Prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza contro le donne e in famiglia”, con lo scopo di combattere e contrastare il fenomeno e diffondere nel Veneto una cultura concreta e consapevole delle pari opportunità. “Presentiamo oggi i risultati emersi dal progetto – ha sottolineato l’assessore regionale alle pari opportunità Isi Coppola nell’illustrare lo stato dell’indagine ai Prefetti, Questori e Comandante dei Carabinieri del Veneto, agli assessori provinciali alle pari opportunità e ai presidenti delle Commissioni pari opportunità delle Province e dei Comuni capoluogo – come contributo della Regione in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, indetta per domani, mercoledì 25 novembre”. “E’ importante – ha sottolineato l’assessore veneto alle Politiche del Lavoro e dell’Istruzione Elena Donazzan – che le donne che subiscono violenza sappiano che non sono sole e che nel Veneto è attiva un rete di sostegno importante”. Una prima fase del progetto, rivolta indistintamente ai cittadini, è stata dedicata alla comunicazione di indicazioni generali per identificare il fenomeno della violenza domestica, attraverso una serie di materiali informativi distribuiti in luoghi specifici come i Pronto Soccorso, gli ambulatori dei medici di base, le farmacie e i Comuni. La seconda fase del Programma si è posta invece come obiettivo quello di individuare e rendere operativa la logica di rete attraverso la conoscenza e i coordinamento dei diversi soggetti istituzionali e di censire l’esistente: le strutture pubbliche e private di accoglienza e rifugio (tanto per adulti, che per minori) fornendo i riferimenti di contatto; un panorama sul tipo di servizi offerti; i costi sostenuti dalla vittima e/o da Istituzioni o privati). La conclusione di questa importante fase sull’analisi del problema è il Manuale per operatori, in corso di stampa, dal titolo “Guardiamo avanti con sicurezza. Come Individuare la violenza domestica. ”, che è stato oggi presentato. Il manuale è uno strumento operativo rivolto agli operatori della rete istituzionale (personale delle Unità Operative di Pronto Soccorso, Medici di Medicina Generale, personale dei Consultori familiari territoriali, operatori dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e Magistrati) che quasi quotidianamente si trovano ad affrontare queste problematiche. “Guardiamo avanti con sicurezza” è il risultato del lavoro di molte mani – ha affermato Isi Coppola – nella convinzione che ognuno possa e debba contribuire con le proprie competenze specifiche all’individuazione di ogni forma di abuso e di violenza. La sua stesura ha inteso rispettare la specificità dei linguaggi dei diversi stakeholder a cui si rivolge, proponendo l’immediatezza nella trasmissione delle informazioni, la chiarezza nelle indicazioni di intervento e l’utilità, anche quella immediata e contingente”. Il manuale è articolato in due parti: - la prima parte fornisce agli operatori indicazioni e suggerimenti comportamentali e operativi nell’intercettare episodi di violenza in famiglia, per meglio seguire ogni specifico iter e contribuire ad approcciare la violenza “dichiarata” o ad aiutare l’emersione dal silenzio di quella “negata e nascosta” dalla stessa vittima, ma percepita dall’operatore. - la seconda parte è costituita dalla mappatura, su base provinciale, delle strutture territoriali e dei servizi offerti, per fornire informazioni dettagliate ed essere un riferimento immediato, agile e puntuale da utilizzare per indicare alla persona vittima di violenza le possibili soluzioni e “via di fuga”. L’osservatorio Nazionale Violenza Domestica, partner scientifico del Progetto, è stato punto di raccordo, riferimento e confronto nella stesura della prima parte e di rilevazione, coordinamento e verifica per la seconda. Contestualmente alla distribuzione della pubblicazione, verrà reso disponibile sul sito Web istituzionale della Regione (www. Regione. Veneto. It) e sul sito web di Onvd il data base realizzato con i dati delle strutture oggetto della rilevazione. I Risultati Emersi Le strutture presenti sul territorio della Regione del Veneto sono complessivamente 413, di cui: 139 Centri diurni o di “ascolto”. Strutture pubbliche o private (consultori familiari, centri antiviolenza, etc. ) specifiche di genere o rivolte alla generalità degli utenti (singoli, coppie, famiglie) che svolgono attività di informazione, formazione e educazione, offrono prestazioni sanitarie, psicologiche, psicosociali e sociali, mettendo a disposizione anche consulenza legale. L’attività si svolge durante il giorno, in orari predeterminati. Questa la localizzazione delle strutture sul territorio, su base provinciale: Belluno: 14 complessivi (di cui 3 nel capoluogo e 11 in provincia); Padova: 24 complessivi (di cui 8 nel capoluogo e 16 in provincia); Rovigo: 9 complessivi (di cui 1 nel capoluogo e 8 in provincia); Treviso: 23 complessivi (di cui 4 nel capoluogo e 19 in provincia); Venezia: 28 complessivi (di cui 12 nel capoluogo -Venezia, Mestre, Marghera- e 16 in provincia); Verona: 23 complessivi (di cui 10 nel capoluogo e 13 in provincia); Vicenza: 18 complessivi (di cui 2 nel capoluogo e 16 in provincia). 82 Centri d’accoglienza (“case rifugio”). Strutture pubbliche o private in grado di fornire accoglienza residenziale immediata, se la vittima è accompagnata dalla Forze di Polizia oppure su diposizione del Magistrato o a seguito di segnalazione dei Servizi sociali sulla base di un progetto individuale programmato e approvato dal Comune di residenza della vittima. La localizzazione delle strutture sul territorio, su base provinciale, è la seguente: Belluno: 1 (nel capoluogo); Padova: 11 complessivi (di cui 5 nel capoluogo e 6 in provincia); Rovigo: 5 (nel capoluogo); Treviso: 6 complessivi (di cui 1 nell’hinterland e 5 in provincia); Venezia: 5 (nel capoluogo Venezia, Mestre); Verona: 28 complessivi (di cui 8 nel capoluogo e 20 in provincia); Vicenza: 25 complessivi (di cui 7 nel capoluogo e 18 in provincia); 192 Strutture per minori (“case famiglia”, “comunità educative”). Strutture pubbliche o private in grado di accogliere e “prendere in carico” minori (seguendoli anche attraverso consulenze esterne di personale dell’Ulss di appartenenza), su segnalazione dei Servizi Sociali o per disposizione del Tribunale dei Minori. Questa la localizzazione delle strutture sul territorio, su base provinciale: Belluno: 3 complessive (di cui 1 nel capoluogo e 2 in provincia); Padova: 50 complessive (di cui 32 nel capoluogo e 28 in provincia); Rovigo: 4 complessive (di cui 2 nel capoluogo e 2 in provincia); Treviso: 22 complessive (di cui 5 nel capoluogo e 17 in provincia); Verona: 49 complessive (di cui 18 nel capoluogo e 31 in provincia); Vicenza: 38 complessive (di cui 10 nel capoluogo e 28 in provincia). .  
   
 

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