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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Novembre 2009
 
   
  LEGGE 194, IL PUNTO IN UN CONVEGNO A MODENA

 
   
   Bologna, 30 novembre 2009 - Forte riduzione delle interruzioni volontarie di gravidanza, consultori familiari sempre più punto di riferimento per l’assistenza alle donne, politiche sociali e sanitarie integrate a supporto della maternità, partecipazione delle associazioni di volontariato. Sono alcuni dei punti fondamentali emersi dal convegno "30 anni di applicazione della Legge 194 in Emilia-romagna: riflessioni e proposte" che si è tenuto il 24 novembre a Modena. Evento che è stato uno spazio di riflessione e confronto sull’applicazione della 194 in Emilia-romagna, sulle strategie, sui risultati ottenuti e sulle proposte di lavoro per il futuro. Sono stati chiamati a confronto i professionisti che operano per l’applicazione della legge: medici, ostetriche ed infermiere dei reparti di ostetricia e ginecologia, professionisti dei Consultori familiari e dei Servizi sociali dei Comuni, insieme ai professionisti che seguono l’elaborazione dei dati. Al convegno hanno partecipato gli assessori alle politiche sociali e alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna, Anna Maria Dapporto e Giovanni Bissoni. Applicazione della legge 194 in Emilia Romagna - Uno degli elementi qualificanti dell’applicazione della 194 in Emilia Romagna è costituito dai Consultori familiari che svolgono un ruolo fondamentale per la tutela e la promozione della salute femminile. Dall’analisi dei dati emerge, infatti, che c’è stato un aumento generale delle utenti e in particolare per la gravidanza: si è passati da 14. 337 donne gravide in carico ai Consultori familiari nel 2005 (39. 7% dei nati in regione) alle 18. 216 nel 2008 (43,5% dei nati in regione). Una parte consistente è costituita da donne immigrate: si è passati da 6. 590 donne immigrate in carico ai Consultori nel 2005 alle 9. 357 nel 2008. Anche per il percorso assistenziale dell’aborto volontario, queste strutture sono il maggior punto di riferimento (61,6% del totale di donne che ha richiesto Ivg nel 2008, a fronte del 37,2% nazionale). Il Consultorio, quindi, è individuato come struttura del territorio che si fa carico dei percorsi assistenziali ed è punto di riferimento garantendo la presa in carico della donna e la continuità assistenziale con tutti gli altri punti della rete socio assistenziale che può essere necessario attivare: presidi ospedalieri, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, altri servizi del territorio quali la salute mentale, il Sert (Servizio per le tossicodipendenze), la specialistica, il servizio sociale e le associazioni locali di riferimento. Particolare attenzione è stata posta al “percorso nascita”, dalla gravidanza al sostegno al ritorno a casa dopo il parto, per migliorare ulteriormente e rendere sempre più appropriati i servizi offerti e consentire alle donne e alle coppie scelte consapevoli mettendo in campo anche politiche regionali per conciliare i tempi di vita e di lavoro. L’applicazione della legge in Emilia Romagna è stata puntualmente analizzata negli anni consentendo di individuare le priorità di azione per contrastare il ricorso all’Ivg, il contemporaneo lavoro di prevenzione dell’aborto con anche interventi specifici per le donne immigrate, a maggior rischio di Ivg, e per i giovani, con interventi educativi su sessualità e affettività. Per questo sono attivi da anni spazi consultoriali di accesso facilitati, quali gli Spazi giovani e gli Spazi donne immigrate e loro bambini. I Consultori familiari, gli Spazi giovani, gli Spazi donne immigrate e loro bambini assicurano inoltre consulenza, anche contraccettiva, nei momenti più delicati, quali il post parto e il post aborto, e interventi integrati assistenziali, con gli Enti locali e le associazioni presenti sul territorio, sia preventivi che per il supporto alle gravidanze problematiche per condizioni di fragilità socio-economica. Interruzioni volontarie di gravidanza dimezzate dal 1980 al 2008 - Dal 1980, primo anno in cui si sono raccolti dei dati consolidati, al 2008 in Italia si è osservata una diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza del 43,1%, passando dal 213. 310 a 121. 406. In Emilia-romagna questa diminuzione è stata del 54,6% passando da 24. 479 del 1980 a 11. 124 del 2008, fatto ancora più rilevante a fronte di una costante crescita, dal 1994 ed in particolare negli ultimi 5-6 anni, della popolazione femminile in età feconda residente in Emilia-romagna a cui contribuisce il fenomeno importante dell’immigrazione, anche femminile, a partire dalla metà degli anni ’90. Anche il trend del tasso di abortività regionale (interruzioni volontarie di gravidanza per 1. 000 donne residenti in età 15-49) prosegue la flessione, arrivando nel 2008 ad un tasso del 9. 3‰ (nel 1980 era del 21,8‰). Negli ultimi anni l’aumento della quota di interruzioni effettuate da cittadine straniere (4. 933 casi nel 2008, pari al 44. 3% del totale degli interventi – nel 2005 erano 4. 514, 39,7% del totale) è da mettere in relazione alla crescita di donne residenti con cittadinanza straniera che nel 2008 erano 142. 079 unità (nel 2005, 96. 420). Si osserva comunque una riduzione nel corso degli anni del tasso di abortività nelle donne residenti con cittadinanza straniera, passato dal 40,4‰ del 2003 al 36,5‰ del 2005, al 25,6‰ del 2008. Il sostegno alla maternità nel Piano sociale e sanitario regionale - Il Piano sociale e sanitario 2008-2010 rilancia con forza l’approccio integrato alle problematiche sociali e sanitarie, ne definisce gli strumenti, le aree prioritarie e gli obiettivi. Individua tra le aree con bisogni complessi che necessitano di risposte integrate quella delle “responsabilità familiari”. In questo ambito assume particolare rilevanza il sostegno alla procreazione responsabile e alle scelte di maternità con riferimento anche agli obiettivi della legge 194, attraverso la realizzazione di specifici programmi multidisciplinari ed interistituzionali. In occasione della programmazione territoriale 2009-2011, gli Enti locali sono stati chiamati a definire in accordo con le Aziende Usl, nell’ambito del piano triennale della salute e del benessere sociale e nel programma attuativo annuale, uno specifico programma di integrazione socio-sanitaria finalizzato all’applicazione della legge 194, come definito anche dalla delibera di Giunta regionale n. 1690 del 20 ottobre 2008: “Linee di indirizzo per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza nell’ambito dei piani di zona per la salute e il benessere sociale”. In particolare sono state individuate le politiche integrate di assistenza alla genitorialità e alla famiglia comprese anche tutte le attività consultoriali specifiche e dei centri per le famiglie e dei servizi sociali. Conseguentemente dovranno essere definiti i protocolli organizzativi distrettuali per l’assistenza socio sanitaria dedicati all’applicazione della legge 194 e all’assistenza al percorso nascita. Il ruolo del volontariato - Per la realizzazione dei piani assistenziali, ci si potrà avvalere anche del concorso delle organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, proseguendo un’esperienza di collaborazione con gli Enti locali. A tale proposito al convegno sono state presentate esperienze di buone pratiche delle realtà di Rimini, Forlì e della provincia di Modena dove questi percorsi di integrazione sono già stati attuati e formalizzati, evidenziando i lati di forza e le criticità da superare. . .  
   
 

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