Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Novembre 2009
 
   
  POTOCNIK: LO SQUILIBRIO DI GENERE IN AMBITO SCIENTIFICO È "UNO SPRECO DI OPPORTUNITÀ E TALENTO"

 
   
  Malgrado la loro presenza in ambito scientifico abbia fatto registrare un sensibile aumento, le ricercatrici rimangono una minoranza: a livello europeo rappresentano appena il 30% dei ricercatori. Inoltre, le posizioni più prestigiose nel mondo della scienza e della ricerca rimangono occupate in maniera preponderante da uomini. Questi alcuni dei principali risultati che emergono da "She Figures", una raccolta di dati statistici sulla presenza femminile nella scienza pubblicata a cadenza triennale dalla Commissione europea e dal Gruppo di Helsinki "donne e scienza". "Sebbene alcune tendenze siano positive, il fatto che le donne siano sottorappresentate nelle professioni legate alla scienza dovrebbe essere motivo di preoccupazione per noi tutti", ha commentato Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza e la ricerca, che ha sottolineato come questo squilibrio sia "uno spreco di opportunità e talenti che l´Europa non può permettersi". I dati evidenziano però anche percentuali incoraggianti. Il numero delle donne ricercatrici cresce a un ritmo più sostenuto rispetto a quello dei colleghi maschi: tra il 2002 e il 2006, le donne hanno fatto registrare un aumento del 6,3%, mentre quello relativo agli uomini si è fermato ad appena il 3,7%. Inoltre, il numero delle donne che ottengono dottorati è in costante aumento: nel 2006, il 45% dei dottorati è stato assegnato a donne, contro il 39,6% del 2001. In svariate discipline - in modo particolare, nell´istruzione, nelle discipline umanistiche, nell´agricoltura e nelle scienze veterinarie e nei servizi sociali e sanitari - il numero di donne che si aggiudicano i dottorati di ricerca supera quello dei colleghi uomini. Nel complesso, la presenza delle ricercatrici segna un miglioramento nella maggior parte degli ambiti di ricerca, specialmente nelle scienze mediche, nelle discipline umanistiche, in campo ingegneristico e tecnologico e nelle scienze sociali. Tuttavia, i dati evidenziano disparità lapalissiane tra discipline e campi di ricerca: per esempio, la percentuale delle ricercatrici si attesta al 37% nei settori dell´istruzione superiore e al 39% negli apparati pubblici di governo, ma rimane ferma al 19% nel mondo delle imprese. "Nel mondo delle imprese la spesa per R&s per ogni singolo ricercatore è solitamente la più elevata", si legge nella relazione. "Sembra che il rapporto tra il livello di spesa e la presenza delle donne sia inversamente proporzionale. Il settore delle imprese è, infatti, quello in cui le donne sono maggiormente sottorappresentate". Da un confronto dei dati tra le varie discipline risulta che il 64% dei dottorati nel settore dell´istruzione sono stati assegnati a donne, mentre la proporzione dei dottorati a loro assegnati nelle discipline umanistiche e nei campi relativi a salute e benessere, agricoltura e scienze veterinarie supera di poco il 50%. Tuttavia, le donne rappresentano appena il 41% di tutti i dottorandi in materie quali scienze, matematica e informatica, e appena il 25% dei dottorandi che si occupano di ingegneria, processi di produzione e edilizia. La relazione conferma inoltre la presenza di un modello di "segregazione verticale" per quanto concerne l´avanzamento di carriera delle donne. Il numero di laureande supera già il numero dei colleghi maschi e - come dimostrano i dati di "She Figures" - quasi la metà dei dottorati è assegnato a donne. Tuttavia, salendo verso le posizioni più alte della gerarchia scientifica la drastica riduzione della presenza femminile è più che evidente. Le donne rappresentano il 44% dei ricercatori di livello C (post-dottorato), il 36% del personale di livello B e solo il 18% del personale di livello A (professori ordinari). Anche nelle discipline che vedono la più alta partecipazione delle ricercatrici, la percentuale di docenti donne rimane una minoranza: le donne rappresentano solo il 27% dei docenti in ambito umanistico e il 18,6% dei docenti in ambito scientifico. Dati che scendono rovinosamente in campo ingegneristico e tecnologico, dove le donne in cattedra sono appena il 7,2%. Inoltre, solo il 13% degli istituti di istruzione superiore e appena il 9% delle università sono guidate da donne, e la percentuale di donne presenti nei consigli si attesta a uno scarso 22%. La relazione evidenzia come, malgrado la rapida ascesa delle donne in ambito scientifico, "non si offra loro l´equa opportunità di partecipare ai processi decisionali in cui vengono determinate le politiche di ricerca, gli argomenti di ricerca e l´assegnazione delle borse di studio". La relazione continua affermando che "È d´importanza cruciale promuovere una più ampia rappresentazione delle donne nei consigli che definiscono le politiche scientifiche di tutti gli Stati". La loro presenza non è essenziale solo ai fini della promozione della causa delle donne nella scienza, ma lo è perché nella ricerca scientifica la diversità è un fattore che può essere determinante per il raggiungimento dell´eccellenza". "Non è un problema che lascia spazio a facili risoluzioni", ha sottolineato il commissario Potocnik. "Dobbiamo concentrarci su tutti gli ostacoli strutturali di cui è disseminata la carriera delle nostre scienziate. La Commissione europea continuerà a supportare azioni atte a potenziare la posizione e la partecipazione delle donne in ambito scientifico. Non è solo nell´interesse dell´attività scientifica europea, ma lo è anche in quello della nostra società e della nostra economia". .  
   
 

<<BACK