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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Dicembre 2009
 
   
  A MILANO OGNI FAMIGLIA SPENDE 2.871 EURO AL MESE 17,5% PER LA CASA, 16% PER GLI ALIMENTARI, 9% PER I TRASPORTI SI RISPARMIA SULL’AUTO MA NON SU TELEFONINI, VIAGGI E SPORT CRESCONO LE SPESE PER IL MUTUO (+79%) E PER LA SALUTE (+5,5%) È LA MILANO DELLE DIFFERENZE TRA CENTRO E PERIFERIA

 
   
  Milano, 2 dicembre 2009 - Alti i consumi dei milanesi: la spesa media mensile totale delle famiglie di Milano nel 2008 è stata di 2. 871 euro, +15,5% rispetto ai consumi medi della famiglia italiana, 2. 485 euro al mese, e +2,2% rispetto a quella del nord, anche se in leggera diminuzione rispetto al 2007, -0,1%. Ma nell’anno di inizio della crisi si modificano le abitudini di consumo: a seguito dei rincari dei prezzi al consumo del primo semestre, riconducibili in buona parte all’incremento dei prezzi delle materie prime cerealicole ed energetiche, aumenta la spesa per i beni alimentari, dai 442 euro mensili in media nel 2007 ai 466 nel 2008, +5,4%, mentre rallenta, di conseguenza, quella per i consumi non alimentari, da 2. 433 nel 2007 a 2. 405, -1,1%, che riduce il suo peso sul totale della spesa media mensile delle famiglie milanesi, dall’84,6% all’83,8%. La voce più importante è per la casa, 17,5% (tra costi per l’abitazione, 14,2% incluso il canone mensile per l’affitto, e luce e gas, 3,3%), seguita da alimentari (16%), trasporti (9%) e sanità (6%). E in tempi difficili i milanesi risparmiano sui mezzi di trasporto (-22,3%), soprattutto per l’acquisto dell’auto, e consumazioni e pasti fuori casa (-44,3%), ma non su telefonini (+20,3%), viaggi (+25,9%) e sport (+15,6%). Con la rata del mutuo che per l’andamento dei tassi di interesse in un anno cresce del 79%, le spese per la salute che salgono del 5,5% per via di dentista (+10,7%) e vista (+15,5%). È la Milano delle differenze, tra centro e periferia (4. 000 euro e 2. 700), dirigenti e operai (4. 900 e 2. 200), dove si riducono i consumi dei pensionati (-3%) mentre aumenta la spesa dei più giovani (+9%), risparmia chi vive con qualcuno rispetto ai single (le coppie risparmiano dal 7 al 20% rispetto ai single secondo la tipologia di spesa) e dove oltre 65 mila famiglie possono spendere solo 992 euro al mese contro gli 11. 000 euro dei “super-ricchi” (10% delle famiglie milanesi). Emerge dall’indagine della Camera di commercio di Milano e del Comune di Milano sui consumi delle famiglie milanesi, rilevazione consumi effettuati nel 2008 su 802 famiglie milanesi. I dati dell’indagine sono consultabili online all’indirizzo web www. Milano. Consumi. Info. “La Camera di commercio di Milano - ha dichiarato Renato Borghi, membro di giunta della Camera di commercio di Milano – è impegnata con un osservatorio sui prezzi e consumi insieme al Comune e al mondo associazionistico e dei consumatori. Con questa indagine, giunta alla terza edizione, rendiamo disponibile uno strumento conoscitivo che, soprattutto in questa fase economica ancora difficile per le famiglie e il sistema imprenditoriale, può rappresentare una base utile per interventi condivisi. Per rilanciare Milano, è necessario ripartire dai consumi e da una migliore qualità della vita, nel rispetto delle esigenze dei cittadini e delle imprese”. “Conoscere come vivono le nostre famiglie, sapere dove sono le criticità maggiori - ha commentato l´assessore alle Attività Produttive del Comune di Milano Giovanni Terzi - è solo il punto di partenza per un´azione congiunta che sia in grado di operare concretamente nella ricerca di soluzioni. Dai dati, provando ad esempio una lettura più allargata, potrebbe emergere la necessità di ripensare la vita della città con un´attenzione particolare nei confronti dei giovani che già costituiscono un nucleo familiare a sé”. Alimentari. Le voci più importanti carne (21,3%) e frutta e verdure (20,2%). Seguono latte, formaggi e uova (12%), pane e cereali (11,9%), zucchero, caffè (10,1%), bevande (9,7%). Solo dopo arriva il pesce (6,5%) il cui consumo si è anche ridotto del 3,5% . In un anno cresce soprattutto la spesa per gli altri generi alimentari (come i piatti pronti, la gastronomia o il cibo da asporto), +35,1% da 20 a 27 euro mensili a famiglia, e per olii e grassi (+19%) e carne (+12,1%). Chi vive con un’altra persona risparmia il 7% rispetto al single. Chi vive con due persone il 22%, con tre il 37%, meno rispetto all’anno precedente quando i risparmi erano rispettivamente del 18%, 31% e 43%. Non alimentari. Crescono le spese per l’abitazione, che passano da 370,7 euro a 408,4, +10,2%. Diminuiscono quelle per i trasporti, da 339 a 263 euro, -22,3%, soprattutto per la forte contrazione delle spese per l’acquisto di auto e motocicli da 155 a 73 euro a famiglia al mese a fronte di maggiori costi di esercizio e manutenzione dei mezzi già posseduti, da 82 a 93 euro. Mentre aumentano le spese per telefonini, tra cellulari, abbonamento e ricariche, +20,3%, e per la salute, +5,5%, grazie a spese per dentista (+10,7%), occhiali da vista e protesi (+15,5%). Chi vive con un’altra persona risparmia il 20% rispetto al single. Con due il 43%, con tre il 44%. Risparmi complessivamente costanti rispetto all’anno precedente. Casa. Fitto figurativo a parte (19,3% calcolato sulla stima delle famiglie che vivono in casa di proprietà o ad uso gratuito), sono affitto reale e mutuo le spese per la casa prevalenti, affitto 5,3%, (canone medio di chi ha la casa in affitto, 151 euro medi mensili, che salgono a 518 euro se si prendono in considerazione solo le famiglie che sostengono effettivamente la spesa) e mutuo 4,3% (in media 125 euro, cresciuto del +79% sulla spinta dell’andamento dei tassi di interesse rispetto ai 70 euro medi del 2007, che, per le sole famiglie che hanno un mutuo acceso pesa in realtà per 818 euro medie mensili); tra le spese della voce abitazione incidono particolarmente acqua e condominio (37,7%) e la manutenzione ordinaria e straordinaria (16,8%). E le spese per la casa incidono per quasi la metà (49,4%) sui consumi mensili di chi vive da solo. Viaggi, cultura e tempo libero. Scende in media la spesa per altri beni e servizi, si spendono 294 euro al mese nel 2008 contro 328 nel 2007, -10,3%. Per il 44,6% si tratta di beni riguardanti le vacanze tra alberghi, pensioni e viaggi organizzati (131 euro, +25,9% in un anno) mentre diminuiscono i pasti e le consumazioni fuori casa, da 44,3 euro al mese a 30,9 (-44,3%), e i beni legati alla protezione sociale personale (assicurazione vita e malattia), -19,3%. In diminuzione anche le spese per tempo libero, cultura e giochi, da 118,2 euro a 109. 7, ma non tutte: se si spende meno per radio, hi-fi e pc, -34%, aumenta la spesa per sport ed articoli sportivi, +15,6% e per libri non scolastici, quasi il 200%, da 2,8 a 8,3 euro mensili. Per zona. Centro 3. 970 euro al mese in media, semicentro 2. 900, periferia 2. 731, consumo medio più elevato in centro in quanto è la zona con famiglie a più alto reddito. Il 20% degli intervistati in centro dichiara di avere un reddito familiare di oltre 60. 000 euro, contro il 7% del semicentro e il 4% della periferia. Per numerosità famiglia. Single 1. 810 euro, coppia 2. 951, tre persone circa 3. 242, quattro persone oltre 4. 124, cinque persone e più 4. 989. La spesa aumenta all’aumentare della dimensione ma in modo meno che proporzionale. Vengono rispettate le economie di scala dovute alla dimensioni del nucleo. Per monogenitore 2. 460 euro, coppia con figli 3. 849, senza figli 3. 135, persona sola 1. 810 euro. Per età. Fino a 34 anni 2. 919 euro, da 35 a 49 anni 3. 039, da 50 a 64 anni 3. 078, oltre 65 anni 2. 640. Il ciclo d’entrata, permanenza e uscita dal mercato del lavoro condiziona l’ammontare dei consumi che segue l’evoluzione del “ciclo di vita della famiglia. Calano rispetto al 2007 soprattutto i consumi dei pensionati, -3%, mentre cresce la spesa dei giovani fino a 35 anni, +9%. Per professione. Dal più elevato, professioni a più alto reddito (imprenditore e dirigente) e con consumi elevati superiori ai 4. 000 euro (4. 843 per l’imprenditore e 3. 652 per dirigente o quadro). Professioni a reddito medio (impiegato e ritirati dal lavoro) con consumi poco superiori ai 2. 500 euro, 2. 600 per il lavoratore in proprio). Altre condizioni professionali (operaio, 2. 191) e non professionali (1. 826) con consumi bassi. Disuguaglianze e concentrazione dei consumi. Il 10% delle famiglie milanesi, quelle meno ricche ha una capacità di spesa pari al 2,4% del totale spese (992 euro al mese per oltre 65 mila famiglie) e il 25% delle famiglie meno abbienti ha un livello di consumo medio di circa 1. 439 euro, il 50% delle famiglie non raggiunge il 25% delle spese, con un consumo medio di 2. 595 euro mensili. Il 75% delle famiglie ha a propria disposizione un consumo che è intorno alla metà di quello totale ed una capacità di consumo media di 4. 076 euro. L´ultimo "quarto" di famiglie (cioè il 25% con consumi più elevati) va in due classi: i "ricchi" (15%) e i "super-ricchi" (cioè l´ultimo 10% della distribuzione), questi ultimi realizzano un po’ meno del 30% della spesa totale, con un consumo medio di 11. 000 euro mensili. Inflazione stimata per tipologia di famiglia. In relazione al paniere di beni e servizi consumati dalle famiglie milanesi, diverso per zona di residenza, tipologia familiare, reddito, condizione professionale, l´inflazione ha inciso in maniera diversa a seconda delle caratteristiche familiari considerate. La variazione totale stimata dei prezzi, incluso i tabacchi, ottenuta ponderando i prezzi rilevati nel Comune di Milano con i consumi rilevati attraverso questa indagine, è pari a 3,3%, (di cui 4,1% per i beni alimentari e 3,1% per i beni non alimentari). La stessa è più ridotta in centro (3,2%) e per le famiglie con redditi più elevati (2,9%) e aumenta man mano che il reddito dichiarato è più basso (3,4%). Più le spese sono essenziali e non c´è margine per contrarle, più le famiglie avvertono il “peso” della dinamica dei prezzi relativi al proprio paniere nel momento in cui questa tende al rialzo. Per chi vive da solo, la spesa per la casa incide così tanto sul suo paniere da fargli avvertire, più che per le famiglie numerose, il rialzo dei prezzi riconducibili all´abitare e dunque l´inflazione per beni non alimentari (3,3% pari al 6,6% in più rispetto a quella media di 3,1% ). Al contrario, nelle famiglie più numerose, la funzione del “nutrirsi” comporta una spesa molto consistente che determina un maggior peso dell´inflazione alimentare (4,4% pari al 7,7% in più rispetto a quella media del 4,1%). Per le stesse famiglie, intervengono invece maggiori economie di scala per i beni non alimentari (in particolare sulla casa, meno sui trasporti e visite specialistiche) facendo avvertire meno (2,6% pari al -19,9% rispetto a quella media di 3,1%) l´incidenza del rincaro dei prezzi. Per ragioni analoghe, la necessità di acquistare alimenti con proprietà nutrizionali più ricche (pane e cereali, carne e latte, formaggio e uova, pesce, che sono anche le categorie di beni che nel corso dell´anno hanno registrato una variazione dei prezzi mediamente più elevata) nelle famiglie con figli e in quelle con monogenitore, fa aumentare l´incidenza dell´inflazione alimentare (rispettivamente, 4,2% pari al 3,1% in più rispetto a quella media di 4,1%, e, per le famiglie con monogenitore, 4,4% pari al 7,9% in più rispetto al dato medio stimato). Le famiglie di imprenditori, liberi professionisti e dirigenti sono quelle che, in generale, hanno risentito meno dell´inflazione (3% pari al – 10,3% rispetto alla media totale stimata del 3. 3%). Peggio è andata per le famiglie di lavoratori in proprio e operai (3,4% pari rispettivamente al + 4,7% e +2,9% rispetto alla media totale stimata), mentre per i pensionati e le loro famiglie ha pesato meno (4% pari al – 2% rispetto alla media di 4,1%) l´inflazione per beni alimentari e di più (3,2% pari al +5,6% rispetto al 3,1% medio) quella per beni non alimentari, per via della maggiore incidenza sul proprio paniere delle spese per casa e salute.
Dinamica dei prezzi per tipologia di famiglia: stima per l’anno 2008
Alimentari e bevande non alcoliche Non alimentari Totale
Zona di residenza Centro 3,8 3,1 3,2
Semicentro 4,0 2,9 3,2
Periferia 4,2 3,1 3,3
Tipologia di famiglia Persona sola 3,9 3,3 3,4
Coppia o altra conviv. No figli 3,9 3,2 3,4
Coppia o altra conviv. Con figli 4,2 2,9 3,2
Monogenitore 4,4 3,0 3,3
Classe di reddito (dichiarata) <15. 000 4,1 3,2 3,4
da 15. 000 a 30. 000 4,1 3,2 3,4
da 30. 000 a 50. 000 4,1 3,1 3,3
da 50. 000 a 70. 000 4,1 2,9 3,1
>70. 000 3,8 2,8 2,9
Professione persona di riferimento Imprenditori e liberi professionisti 4,0 2,8 3,0
Dirigenti, direttivi e quadri 3,9 2,9 3,0
Lavavoratori in proprio 4,2 3,3 3,4
Impiegati 4,2 2,9 3,2
Operai, apprendisti, soci lavoratori coop. 4,4 3,0 3,4
Ritirati dal lavoro 4,0 3,2 3,4
Totale 4,1 3,1 3,3
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