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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Dicembre 2009
 
   
  BILANCIO ABRUZZO: FINANZIARIA RIGOROSA PENSANDO A RISANAMENTO

 
   
  L´aquila, 9 dicembre 2009 - "Abbiamo dato il via libera ad una Finanziaria rigorosa che tiene conto di un difficile percorso di risanamento che stimiamo porterà al riequilibrio del bilancio tra il 2011 e il 2012". Lo ha detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, il 5 dicembre al termine della riunione della Giunta regionale che licenziato il bilancio di previsione e la Finanziaria 2010 che ora dovranno passare il vaglio del Consiglio regionale. "Tenendo a mente questo obiettivo, con grande sacrificio - prosegue il presidente Gianni Chiodi - siamo riusciti a recuperare economie che abbiamo destinato al sociale e alla cultura, in ragione anche della difficile situazione che la regione sta attraversando. Ringrazio tutti gli assessori, i direttori e i dirigenti della struttura amministrativa regionale che hanno fatto tutto il possibile per ridurre le voci di spesa. Avremo difficoltà - prosegue il presidente -, ma siamo consapevoli di aver intrapreso la strada giusta per recuperare un disavanzo che può essere considerato tra i più pesanti in Italia". Il presidente Chiodi ha poi voluto sottolineare "l´importante opera di mediazione politica che è stata svolta dal presidente della Commissione Bilancio, Emilio Nasuti, a conferma del nuovo clima collaborativo che si è instaurato tra l´Esecutivo e l´Assemblea regionale". A conclusione, il presidente della Regione ha voluto rivolgere "un richiamo particolare al senso di responsabilità di tutti i consiglieri regionali al momento della discussione e approvazione dello strumento finanziario e di bilancio". La manovra finanziaria deliberata dalla Giunta regionale risente di due fattori importanti: l´impossibilità da parte della Regione Abruzzo di poter disporre nuovo indebitamento e dunque contrarre mutui e la destinazione di 150 milioni di euro per l´attuazione di obiettivi inseriti nel Piano di rientro dal deficit sanitario. A ciò si aggiunge, rispetto agli anni precedenti, la circostanza che il livello delle risorse disponibili risulta sensibilmente inferiore a quello delle esigenze finanziarie comunicate dai singoli assessorati con la conseguenza che la direzione Bilancio ha dovuto riprogrammare le economie vincolate per finanziarie spese di natura inderogabile o per obbligazioni già assunte. In quest´ottica, il bilancio di previsione 2010 si muove su una spese corrente generale di 4 miliardi 339 milioni di euro. A questa cifra bisogna comunque detrarre l´avanzo di amministrazione, che presuppone tra residui e partite vincolate impegni già assunti per un miliardo 504 milioni di euro. Sulla somma rimanente, 2 miliardi 835 milioni di euro, grava il fabbisogno del servizio sanitario regionale, che la direzione Bilancio ha stimato in 2 miliardi 227 milioni di euro. Si tratta di una stima in quanto la ripartizione definitiva del Fondo sanitario nazionale verrà sancita nella riunione della Conferenza delle regioni convocata per mercoledì e poi ratificata con delibera Cipe. In materia sanitaria, come accennato, bisogna poi aggiungere alla spesa la somma di 150 milioni di euro, che può contare sulle entrate da maggiorazioni fiscali (140 milioni) e da parte della tassa automobilista regionale (10 milioni), che è destinata a precisi obblighi derivanti dal Piano di rientro del deficit sanitario. Di questi 150 milioni di euro una parte, 98 milioni, finanziaria le rate di cartolarizzazioni, il restante copre invece i disavanzi del servizio sanitario regionale. Depurato della spesa sanitaria, il bilancio di previsione ha scritto impegni di spesa per il 2010 che ammontano a 463 milioni di euro. Sono inserite in questa somma le spese obbligatorie per il funzionamento degli organi istituzionali e per il pagamento degli stipendi dei dipendenti della Regione, che ammontano a 150 milioni di euro, e le spese derivati da oneri di mutui per 78 milioni di euro. Il costo del debito complessivo per il 2010 ammonta a circa 190 milioni di euro, di cui 177 a carico della Regione (98 per le cartolarizzazioni e 78 per mutui) e 12 a carico dello Stato. .  
   
 

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