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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Dicembre 2009
 
   
  BANCHE: FAISSOLA, LA NUOVA ARCHITETTURA DI VIGILANZA EUROPEA VA GOVERNATA IL PRIMO OBIETTIVO È L’ARMONIZZAZIONE DELLE REGOLE E DELLE PRATICHE DI VIGILANZA AFFINCHÉ SIANO DA TUTTI EGUALMENTE APPLICATE E SANZIONATE.

 
   
   Roma, 14 dicembre 2009 - L’abi condivide la proposta della Commissione Ue di istituire nuove autorità di vigilanza micro e macroprudenziale e appoggia la creazione anche a livello europeo di un sistema di vigilanza rigoroso ed efficace, simile a quello di cui le banche italiane già beneficiano a livello nazionale e che ha consentito una tenuta significativa del settore bancario nel contesto dell’attuale crisi. “La nuova proposta - ha dichiarato il Presidente dell´Abi, Corrado Faissola durante l´audizione al Senato - rappresenta un importante passo verso l’integrazione, la convergenza e la definizione di regole e pratiche di vigilanza comuni che giocano un ruolo di primo piano nel governo del settore bancario e finanziario”. L’associazione Bancaria Italiana ritiene però che la nuova architettura della vigilanza europea, se non opportunamente governata, possa apparire complessa e per certi versi “barocca”, anche a causa della difficoltà di “gestire” i limiti legali posti dal Trattato e le resistenze politiche di alcuni Stati membri. Le proposte di Regolamento e la proposta di Direttiva omnibus sono ora all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo, e dovranno essere approvate secondo la procedura di co-decisione come un unico “complesso” di regole (package). L’abi ritiene quindi cruciale lavorare affinché, nel corso del processo di approvazione in co-decisione, il ruolo assegnato alle Autorità europee sia rafforzato. Per questo motivo, e con l’obiettivo di predisporre di una vigilanza forte e coesa a livello europeo, sia in termini di funzioni che di regole, l’Abi propone alcune migliorie alle proposte dell’esecutivo comunitario. In primo luogo, l’armonizzazione delle regole e pratiche di vigilanza, può essere raggiunto solo se le nuove autorità europee di vigilanza microprudenziale vengono effettivamente poste in condizione di emanare un single Eu rulebook contenente regole e pratiche di vigilanza certe e da tutti egualmente applicate e sanzionate. In altre parole, per Abi occorre vigilare affinché non vengano lasciati ingiustificati spazi che permettano agli Stati membri e, conseguentemente, alle autorità nazionali di continuare a operare in un regime di “concorrenza regolamentare”. In secondo luogo, dovrebbe essere escluso il potere della Commissione Europea di emendare gli standard tecnici adottati dalle autorità microprudenziali, limitandosi a bloccare l’omologazione ed esplicitando per iscritto le cause ostative. Pagina 2 di 2 Inoltre, Abi sostiene l’imprescindibile necessità di uno scambio di informazioni tra autorità di vigilanza e banche centrali e una maggiore integrazione degli strumenti di monitoraggio dei rischi sistemici, sia a livello monetario che con riferimento alla solvibilità degli operatori. Infine, relativamente al dibattito sulla revisione di Basilea 2 e della Crd (Capital Requirements Directive), l’Abi sostiene che i requisiti di capitale, pur rimanendo legati alla rischiosità effettiva del finanziamento, dovrebbero tenere in considerazione anche il modello dell’attività bancaria. Sarebbe opportuna una distinzione tra le banche di investimento e le banche commerciali. Un innalzamento dei requisiti di Basilea 2 potrebbe avere infatti un impatto molto forte sulle banche commerciali e sulla loro capacità di erogare credito. .  
   
 

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