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Milano, 3 maggio 2010 - Vladimiro ed Eugenia sono stati, per decenni, custodi di un teatro, hanno visto, ascoltato, vissuto i successi, gli insuccessi di tutti gli spettacoli, oltre che le ansie, le crisi, ma anche la felicità degli interpreti. Dopo anni di onesto lavoro, durante i quali hanno acquisito conoscenze culturali, oltre che tecniche, a Vladimiro ed Eugenia si presenta l’occasione della loro vita, dato che potranno intervenire in una trasmissione televisiva, a cui sono stati invitati altri personaggi dello spettacolo, per parlare della “morte del teatro”. I due custodi hanno, a questo punto, bisogno di prepararsi, di capire, di scegliere ciò che meglio rappresenta il teatro, la sua forza, la vita che c’è ancora dentro e, per farlo, chiederanno l’aiuto del pubblico in sala. Custodire la memoria - diranno- è un po’come custodire loro stessi, la loro vita, ed è proprio, sulla memoria, che si gioca l’intero spettacolo: riaffiorano ricordi che i due credevano dimenticati, emergono parole di spettacoli che possono essere recuperati, ritrovati, rivisti, conosciuti. Fra gli spettatori magari qualcuno li ha visti davvero gli spettacoli; ma a tutti sarà data la possibilità d’immaginarsi qualcosa che adesso non c’è più, ma che resta comunque viva. |
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