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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Maggio 2010
 
   
  VENETO: GUIDA IN STATO DI ALTERAZIONE. CAMBIAMO LE NORME. FACCIAMONE UN REATO AD HOC

 
   
  Venezia, 3 maggio 2010 - “Serve una modifica delle norme del Codice Penale, che punisca esplicitamente chi con eccessi di alcol o con uso di droghe si assume personalmente e volontariamente un rischio inevitabile che poteva evitare. In questi casi la punizione e le misure repressive devono essere conseguenti, volte a evitare qualunque possibilità che quella persona possa di nuovo, e volontariamente, mettere a repentaglio la vita altrui, prevedendo non una semplice aggravante ma un reato ad hoc”. E’ quanto sostiene l’assessore alle politiche della mobilità del Veneto Renato Chisso in un intervento pubblicato il 30 aprile sul quotidiano “Il Gazzettino”, riferito alla famiglia falcidiata in autostrada nel Padovano in un incidente provocato da un guidatore trovato in stato di ebbrezza. “Se le attuali leggi – spiega Chisso – non consentono di prevenire stragi e di trattenere poi chi uccide sulle strade dopo aver assunto droga o alcol in eccesso, cambiamole. Mi impegno personalmente ad attivare le procedure per arrivare ad un risultato che risponda non solo al comune sentire di tutti, ma che serva concretamente a ridurre la possibilità che massacri stradali vengano considerate degli incidenti solo colposi, non voluti al pari di un improvviso e imprevedibile guasto meccanico, e dunque puniti in maniera palesemente inadeguata”. “Come Veneto – dice ancora l’assessore regionale – possiamo ben predisporre una proposta di legge statale di modifica e io intendo arrivare a questo obiettivo, sapendo che le coscienze dei parlamentari nazionali non saranno insensibili rispetto ad un problema sempre più urgente, oggettivo e drammatico. Le leggi rappresentano regole per tutti, al di là di considerazioni soggettive che possono essere condizionate da episodi personali o localistici. Ma è difficile sostenere che vadano bene quando la considerazione generale non concorda con i loro contenuti. Nel caso della strage della A4, ma vale anche in tantissimi altri casi, stupisce ed è percepita da tutti come iniqua l’impossibilità di uscire dalla distinzione, storica ma inattuale, tra omicidio doloso e omicidio colposo, per cui se non è doloso è colposo, sia pure con aggravanti. Posso essere abbastanza certo che quell’individuo non voleva uccidere, ma sono certissimo – conclude Chisso – che il suo volontario mettersi alla guida in una condizione di capacità fisica e psichica alterate ha creato le premesse e le condizioni perché l’incidente mortale avvenisse”.  
   
 

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