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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Maggio 2010
 
   
  ADUC: ORDINE GIORNALISTI. A COSA SERVE? A CENSURARE LA LIBERTAŽ DŽESPRESSIONE E DI LAVORO... APERTO UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE CONTRO UN PROPRIO ISCRITTO, LŽON. MASSIMO DŽALEMA,

 
   
  Firenze, 12 Maggio 2010 - LŽŽordine dei giornalisti del Lazio ha deciso di aprire un procedimento disciplinare contro un proprio iscritto, lŽon. Massimo DŽalema, “per le frasi offensive” pronunciate contro il co-direttore de “Il Giornale”, Alessandro Sallusti, nel corso della puntata della trasmissione Rai “BallaroŽ” dello scorso 4 maggio . Senza entrare nel merito, cheŽ al massimo potrebbe interessare per i risvolti giudiziari e penali degli argomenti che hanno suscitato lŽalterco tra i due giornalisti, dopo addirittura una settimana lŽordine di questa professione si fa sentire. Eppure, non sembrava che non avesse possibilitaŽ di intervenire piuŽ tempestivamente... AvraŽ preso tempo per fare le proprie valutazioni politiche... Per chi ancora non ha ben inquadrato la funzione degli ordini professionali nel nostro sistema di libertaŽ e lavoro, lŽoccasione eŽ ghiotta: un giornalista manda a farsi fottere un proprio collega, oltre agli scontati commenti di apprezzamento o meno (dipende dalla parte politica da cui ci si esprime), ci si aspetterebbe, se parte lesa si senta tale, che questŽultima si rivolga ai giudici per ottenere soddisfazione. Ma non eŽ cosiŽ. Come nel mondo dei cavalieri a cavallo di un tempo: se un cavaliere manda a farsi fottere uno stalliere, finisce liŽ, ma se a farsi fottere eŽ stato mandato un altro cavaliere... Apriti cielo: la corporazione dei cavalieri interviene a tutela del buon nome dei propri affiliati. Corporazione di cavalieri che se qualcuno vuole fare il cavaliere, decide chi siŽ e chi no. Non solo, ma se qualcuno fa il cavaliere per un principe e non eŽ iscritto alla corporazione, al principe gli levano le guarentigie e il cavaliere illegale viene marchiato a fuoco si Ž che tutti lo possano evitare. Quanto sopra, scrive l’Aduc, eŽ quanto accade con lŽOrdine dei giornalisti: decide -in nome della propria legge (quindi non quella uguale per tutti)- cosa sia libertaŽ dŽespressione e cosa sia libertaŽ di lavoro. E questo eŽ quello dei giornalisti. Poi cŽeŽ quello degli ingegneri, dei medici, degli avvocati, etc... Grossomodo tutte le cosiddette libere professioni che, di libero, hanno conservato solo il nome. Proprio come lŽabbonamento o canone alla Rai (che eŽ unŽimposta obbligatoria): le parole vengono usate indipendentemente dal fatto che abbiano unŽaccezione contraria al loro significato. Va da seŽ che il potere politico non nasce dal Parlamento (dove si dovrebbe parlare) ma dalla tv, dove le fiction diventano realtaŽ... Ops.. Reality.  
   
 

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