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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Maggio 2010
 
   
  LAVORO: REGIONE FVG STA PROGETTANDO MODELLO POST-CRISI

 
   
  Trieste, 17 maggio 2010 - L´impegno della Regione si è focalizzato sinora sul mantenimento dei legami esistenti tra lavoratori ed aziende in crisi attraverso ogni forma di ammortizzatore sociale (Cigo, Cigs Cassa integrazione in deroga, che da sola vale un pacchetto di 33 milioni di euro nel 2009 e 30 milioni nel 2010) e con l´avvio di nuove iniziative di integrazione del reddito (come i lavori di pubblica utilità ed i lavori socialmente utili), ma già si sta pensando al modello d´intervento post-crisi in grado di garantire coesione sociale e rispetto della dignità dei lavoratori. Così l´assessore al Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen, in conclusione della sua audizione davanti al Consiglio della Provincia di Trieste, ha delineato i contorni "della sfida che l´Amministrazione regionale si pone per una difficilissima ripresa ed uscita dalla crisi", e lanciato l´ipotesi "della messa in comune dei servizi per il lavoro e di quelli sociali, facendo passare attraverso le politiche per il lavoro anche i percorsi di solidarietà, un progetto su cui sta lavorando anche il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi". L´assessore ha quindi tracciato il quadro della situazione economica e lavorativa in Friuli Venezia Giulia all´aprile del 2010 ed evidenziato i risultati che si stanno ottenendo con l´introduzione dei voucher, "che non sono la panacea di tutti i mali, ma sono utili a chi ha problemi occupazionali e favoriscono l´emersione del lavoro nero", attraverso le politiche di genere e mediante il sostegno alle aziende che assumono chi è a rischio d´espulsione dal mondo del lavoro ed i giovani. Osservando che la più grave delle emergenze è proprio la difficoltà d´entrata nel mercato del lavoro delle ultime generazioni, l´assessore ha ricordato le misure messe in campo per favorire l´autoimpreditoralità ed il nuovo bando che prevede incentivi alle aziende che assumono neolaureati o reduci da master all´estero. Rosolen ha quindi parlato di Trieste, dove "l´economia e la produzione di beni e servizi può contare sul basso impatto della crisi nei settori finanziario ed assicurativo e sul peso modesto di industria ed artigianato, ma risente degli effetti della stessa nel campo dei servizi commerciali, non commerciali e pubblici in seguito alle minori risorse messe a disposizione dal sistema produttivo e dai bilanci pubblici". Dato confermato dal presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti, chiamato dal Consiglio provinciale triestino ad illustrare l´impegno dell´Ente camerale, che ha ricordato come il sistema produttivo cittadino si collochi per oltre il 90 per cento nel terziario, dove più di 14 mila imprese producono l´85 per cento del Pil. Un mondo su cui ha avuto riflessi negativi l´atteggiamento del sistema bancario, che in questo periodo di contrazione economica ha preteso garanzie sempre maggiori. Declinando la situazione triestina nel più ampio contesto regionale, Rosolen ha rilevato che nel primo quadrimestre del 2010 si registra un miglioramento della situazione e ha ricordato come nel 2009 la cassa integrazione in Friuli Venezia Giulia sia salita del 318,2 per cento mentre a Trieste cresceva del 198,2 per cento, incremento generale meno significativo rispetto a quello regionale anche se la Cigo a Trieste si è incrementata del 2146 per cento ed in regione del 989 per cento. Un altro indicatore importante, ha detto l´assessore, è stato l´ingresso in mobilità, con un aumento a livello regionale di quasi il 55 per cento (pari a 3.261 nuovi ingressi) ed a livello triestino di oltre il 22 per cento (229 nuovi ingressi), mentre sul fronte dell´occupazione la perdita in regione è stata di 13 mila unità (2,5 p.C.) e a Trieste di 3 mila unità (-3,1 p.C.). Infine le assunzioni. Posto che il calo a livello regionale è stato del 19,7 per cento (41.712 unità in meno), a livello provinciale ha toccato il 15 per cento (7.200 assunti in meno), con dinamiche contrapposte. Commercio, trasporti, attività immobiliari, studi legali ed altro hanno incrementato le assunzioni, mentre perdevano terreno alberghi e ristoranti (-3,2 p.C.), servizi finanziari ed assicurativi (-12,3 p. C.), servizi alle imprese (-30,7 p.C.) amministrazione pubblica e difesa (-55,8 p. C.), istruzione (-43,6 p.C.) servizi sanitari ed assistenza (-61,4 p.C.) attività ricreative e ludiche (-12,5 p.C.), altri servizi alle persone (-69,3 p.C.) , servizi domestici alle famiglie (-20,8 p.C.). Una fotografia da cui risulta la contrazione di interi settori che anche la Camera di Commercio ha cercato di contrastare, ha detto Paoletti, mettendo a disposizione fondi consistenti per l´accesso al credito, favorendo concretamente l´internazionalizzazione delle imprese ed affiancando quelle più deboli in attesa di una svolta che potrebbe venir favorita da chi vuole investire a Trieste attirato dalle agevolazioni, che sono "tante e poco conosciute". Paoletti ha notato che in realtà, al di là degli effetti evidenti della crisi, "nonostante tutti gli sforzi e l´impegno di molti a Trieste niente decolla", e ha affermato che "per alzare la cappa d´immobilismo che opprime la città le forze economiche chiedono alla politica di mettersi subito al servizio dell´economia cittadina".  
   
 

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