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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Maggio 2010
 
   
  TORINO: AL VIA LA TASK FORCE PER SMASCHERARE I “FURBETTI” DEL NO PROFIT

 
   
  Torino, 26 maggio 2010 - Si dichiarano “enti no profit” ma possono essere in realtà bar, ristoranti, sale da ballo o palestre, attività commerciali a tutti gli effetti che usufruiscono ingiustamente delle condizioni fiscali di favore concesse agli enti senza scopo di lucro. Per smascherare questi “furbetti del no profit” la Direzione regionale del Piemonte dell’Agenzia delle Entrate e la Provincia di Torino hanno deciso di fare sinergia ed hanno stipulato il 18 maggio un accordo operativo. “L’obiettivo dell’accordo è quello di evitare abusi particolarmente riprovevoli da parte di quanti non solo sono completamente estranei al “terzo settore” ma fanno concorrenza sleale alle altre attività commerciali” ha spiegato Vincenzo Palitta, direttore regionale del Piemonte dell’Agenzia delle entrate. “Siamo consapevoli del valore sociale delle organizzazioni di volontariato” ha aggiunto l’assessore alle politiche di cittadinanza attiva della Provincia di Torino Mariagiuseppina Puglisi “questo protocollo non vuole esasperare il controllo nei loro confronti, ma anzi tutelare quegli enti ed associazioni benefiche che realmente lavorano per il bene della comunità” Dietro la definizione di “no profit” ci sono in realtà soggetti dalle caratteristiche molto eterogenee, dalle Onlus propriamente definite (ben 967 nella sola provincia di Torino), alle associazioni del volontariato (delle quali risultano esserne censite 984), ai circoli sportivi, ricreativi e culturali. Tutte queste organizzazioni confluiscono in appositi registri differenziati: grazie all’accordo fra Agenzia delle Entrate e Provincia di Torino queste banche dati verranno incrociate fra loro e i soggetti “sospetti” potranno essere più agevolmente smascherati grazie al contatto capillare con il territorio. Secondo l’Agenzia delle Entrate e la Provincia di Torino oggi si è dato il via ad una forte “sinergia istituzionale per il contrasto all’evasione fiscale e la verifica della effettiva volontà di perseguire fini di natura non lucrativa da parte degli enti e organizzazioni appartenenti al terzo settore”.  
   
 

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