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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Maggio 2010
 
   
  A DEIR MAR MUSA IN SIRIA LA PROVINCIA DI TRENTO STA ESPORTANDO IL MODELLO COOPERATIVO DA UN´ESPERIENZA DI SPIRITUALITÀ AD UN PROGETTO CONCRETO DI SVILUPPO SOCIALE

 
   
   Trento, 26 maggio 2010 - In riferimento a quanto pubblicato ieri sul quotidiano l’Adige in prima pagina (“Formaggio salatissimo”) e poi a pag. 23 con l’articolo ”L’assessore Lia Beltrami aiuta l’amico missionario”, preme precisare quanto segue. Fa piacere che un giornale come l’Adige sia sensibile a quanto la Provincia sta facendo non solo per la solidarietà internazionale, ma anche per favorire il dialogo interculturale e interreligioso. Siamo pertanto lieti che sia stato dato spazio all’iniziativa che vede coinvolto il Trentino, assieme al governo italiano e alla Comunità europea, nella valorizzazione delle iniziative di carattere spirituale del monastero cattolico di Deir Mar Musa in Siria sia delle iniziative di promozione sociale ed economica delle popolazioni dedite alla pastorizia che vivono nei dintorni del medesimo monastero e che il vostro articolista abbia dato ragione con dovizia di particolari su una determina della provincia che fa decollare il progetto della cooperativa casearia. Proprio per venire incontro a questa sensibilità, l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza intende fornire ulteriori informazioni sia a completamento sia a correzione di alcuni passaggi dell’articolo in questione. “Nel monastero siriano di Deir Mar Musa, grazie anche al lavoro di padre Paolo Dall’oglio – ci ha detto l’assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, – viene sperimentata la pacifica convivenza e il dialogo interculturale e interreligioso fra popoli islamici e centri spirituali cristiano-cattolici. A Deir Mar Musa, ad esempio, la Provincia autonoma di Trento ha inviato un gruppo di giovani perché facessero esperienza di questo dialogo; di Deir Mar Musa si è occupato anche il governo italiano, che con un intervento durato alcuni anni ne ha finanziato i lavori di ristrutturazione, ed anche la Comunità europea si è mossa per quel monastero, contribuendo alla riorganizzazione della sua preziosa biblioteca”. Detto questo, preme sottolineare ed evidenziare che, come spesso accade in questi "avamposti” del dialogo e delle aperture interculturali, Deir Mar Musa non è solo un monastero, non è solo spiritualità, non è solo religione. Deir Mar Musa è anche un’oasi di circa 400 ettari, protetta come bene ambientale di primaria importanza, all’interno della quale opera un piccolo caseificio che raccoglie e lavora il latte prodotto dagli animali del monastero stesso, ma anche quello dei piccoli allevatori dei dintorni. “L’intervento della Provincia, che si è concretizzato nel progetto di cui stiamo parlando – ha ancora affermato l’assessore, – intende mettere a disposizione dei gestori di quel caseificio non solo i finanziamenti per riorganizzarsi e rendere efficiente il loro apparato di raccolta, trasformazione e distribuzione dei prodotti caseari, ma anche la nostra esperienza in fatto di struttura cooperativistica, che è stata individuata come la migliore e la più idonea per quelle zone. Ecco allora che in prospettiva il caseificio di Deir Mar Musa diventerà una vera e propria piccola cooperativa casearia, un modello che noi intendiamo proporre come esempio da replicare in zona, in modo da offrire a quei piccoli allevatori una chance di sviluppo sostenibile, che nel breve diventerà sviluppo per l’autosufficienza anche economica. Tutto ciò rientra a pieno titolo in quelli che noi definiamo “progetti di sviluppo” che costituiscono l’ossatura della solidarietà internazionale e che il Trentino sta praticando da sempre in tutti i continenti della terra.” Padre Dall’oglio è già stato due volte in visita in Trentino, per carpire i “segreti” metodologici e organizzativi dei nostri piccoli caseifici sociali autosostenibili e a basso consumo energetico; i nostri tecnici sono già stati due volte a Deir Mar Musa per far decollare quell´esperienza; il prossimo luglio una ragazza che lavora nella cooperativa casearia siriana sarà per due settimane in Trentino per seguire un corso a Fondo, con l’aiuto fattivo e collaborativo della Cooperazione Trentina... Questo è il progetto “Deir Mar Musa el-Habashi”: creare un’opportunità di sviluppo compatibile, essere un esempio per le popolazioni della zona, offrire appoggio e sostegno ad un’economia che è ancora di sussistenza e che deve diventare invece autosufficiente. Un’ultima annotazione. Nell’articolo di giornale citato all’inizio la Provincia autonoma di Trento viene accusata d’aver “evaso a tempo di record la richiesta di un contributo per il caseificio siriano”, quasi come se la tempestività e l’agilità burocratica fossero all’improvviso diventate motivo di vergogna e di riprovazione. In realtà, come di frequente accade quando c’è da definire un progetto di solidarietà al quale si sta lavorando da molto tempo, se è vero che a livello formale la lettera di richiesta del contributo porta la data del 5 maggio di quest’anno e che la determina che impegna la spesa necessaria è del 12 maggio, sostanzialmente all’elaborazione del “Progetto caseificio di Deir Mar Musa” sia gli uffici della Solidarietà internazionale della Provincia, sia le organizzazioni del volontariato coinvolte hanno lavorato per quasi un anno. Quella del 5 maggio era solo la data dell’ufficializzazione di un lungo percorso che ha verificato, come del resto facciamo sempre, la fattibilità del progetto, i tempi di realizzazione, le ricadute, la congruità dei costi da sostenere, le garanzie su chi lo realizzerà concretamente: le carte, poi erano già pronte e non c´era più motivo di procrastinare ulteriormente nel tempo la decisione.  
   
 

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