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Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Maggio 2010
 
   
  A BOLZANO AL VIA IL PROGETTO “NEPROVALTER”, PER RIPORTARE IN VITA UN ANTICO PRODOTTO LOCALE DI QUALITÁ: IL CAFFÈ DI ANTERIVO

 
   
  La storia di un caffè che non è un caffè. La ripartizione per la formazione agricola ed economia domestica della provincia autonoma di Bolzano ha dato il via al nuovo progetto “Neprovalter”, voluto dall’Unione Europea per ridare vita e salvaguardare un antico bene culturale, un prodotto locale che negli ultimi anni era caduto nell’oblio: il cosiddetto Caffè di Anterivo. “Il progetto del Caffè di Anterivo, dichiara Hans Berger, Assessore all’Agricoltura della Provincia Autonoma di Bolzano, è il primo importantissimo contributo promosso dal progetto comunitario con l’obiettivo di riportare in vita un’antica pianta coltivata, legata al territorio e alla storia di Anterivo, nonché di documentare e di registrare la presenza in Alto Adige di altre piante succedanee del caffè. Dopo anni di lavoro dedicati alla produzione dei semi si è potuto disporre finalmente di un numero di sementi sufficiente per insediare nuovamente ad Anterivo questa coltivazione e dare il via alla ripresa di questa tradizionale cultura locale”. Il Caffè di Anterivo è ricavato da una pianta che in realtà del caffè non ha né il nome né il chicco. Per decenni, infatti, si sono utilizzati i semi di una specie di lupino per ottenere una bevanda simile al caffè che era bevuta miscelata con orzo e frumento. Questa pianta prende il nome di “Caffè di Anterivo” e costituisce una specialità autoctona sia dal punto di vista botanico che dal punto di vista della tradizione culturale. Il vero “caffè” contiene caffeina, che ha effetto stimolante, mentre alcune miscele succedanee, tra cui il Caffè di Anterivo, pur non contenendo caffeina, hanno un’azione energetica e ricostituente Fin dai tempi più antichi, i semi di lupino di Anterivo erano tostati in speciali tegami e la bevanda che se ne otteneva non era mai consumata allo stato puro: dopo la macinatura dei semi tostati, la polvere era mescolata con grani di segale, orzo o frumento, tostati e macinati, in seguito la miscela giunse a includere anche barbabietole da zucchero di propria coltivazione o fichi acquistati. Una variante consisteva nel fare raffreddare il caffè di lupini per poi mescolarlo con il vino. Il “Caffè di Anterivo” è una pianta che può raggiungere i 120 cm di altezza, ha un fusto eretto con forte ramificazione laterale, foglie setose e fiori riuniti in grappoli sostenuti da steli lunghi 5-15 cm di colore blu luminoso punteggiato da macchioline giallo-bianche e, a volte, anche rosa. I semi, contenuti in numero da due a quattro in baccelli ricoperti da morbida peluria, sono piuttosto voluminosi, compressi e presentano una superficie ruvida di colore screziato tra il marrone chiaro e il marrone scuro. Anterivo è un paesino situato a 1200 metri di altitudine tra Bolzano e Trento; l’altitudine permette alla località di godere di un clima favorevole, in quanto situato su una terrazza soleggiata esposta verso sud. Caratterizzato da una configurazione rocciosa, per la maggior parte di natura porfirica, il suolo di Anterivo è moderatamente acido. Proprio la combinazione di terreni acidi e sabbiosi rappresenta l’ambiente di coltivazione ideale per il “Caffè di Anterivo”. Questa è la ragione che ha permesso alla pianta di crescere e prosperare rigogliosa ad Anterivo e per la quale è stata proprio questa località ad assegnare il nome a questa particolare specie botanica. Il progetto “Caffè Anterivo” viene accompagnato dalla scuola di economia domestica di Ora.  
   
 

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