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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Dicembre 2010
 
   
  ROMA (COMPLESSO DEL VITTORIANO, SALA GIPSOTECA, PIAZZA ARA COELI): LORIS NELSON RICCI. SPIRITO DELL’UOMO SPIRITO DEL TEMPO – FINO AL 16 GENNAIO 2011

 
   
  La mostra “Loris Nelson Ricci. Spirito dell’uomo Spirito del tempo”, ospitata al Complesso del Vittoriano dal 4 dicembre 2010 al 16 gennaio 2011, vuole far conoscere l’universo artistico del maestro toscano attraverso circa centoquaranta opere che comprendono un’ottantina di dipinti di grandi e grandissime dimensioni, trenta sculture ed una trentina di disegni realizzati negli ultimi dieci anni. Come scrive Carlo Ludovico Ragghianti, a cui l’artista ha voluto dedicare la mostra nell’anno del suo centenario, “Apuane, Egitto, Grecia, Roma, gli hittiti, gli etruschi, la Catalogna, la Provenza, la Toscana medievale e rinascimentale, queste sono finora le regioni e le civiltà dove Ricci ha condotto la sua ricerca che ha per poli di scambievole rinvio la terra e l’arte che contiene, la scultura e il suo ambiente o spazio vivente in visibile inseparabile simbiosi. E’ la ferma presenza di un sentimento della continuità d’anima e di corpo, dell’unità di coscienza e di natura che la visione stabilisce e comunica con ricorso costante”. La mostra, che si avvale del Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lazio – Assessorato alla Cultura, Arte e Sport –, della Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche culturali -, del Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione –, dell’Università di Pisa, dell’Università Internazionale dell’Arte di Firenze, ed è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia, è a cura del Prof. Louis Godart, Consigliere per la conservazione del Patrimonio Artistico, Presidenza della Repubblica Italiana e sarà inaugurata venerdì 3 dicembre alle ore 18.00 presso il Complesso del Vittoriano. Loris Nelson Ricci nasce in Lunigiana. Studia al Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti di Carrara. Nel 1960 lavora a Roma dove approfondisce le nuove correnti artistiche. Tiene la sua prima personale nel 1962. Nel 1963 è a Milano. Dal 1982 vive e lavora tra Roma e Firenze. Il suo lavoro, concentrato sulle grandi civiltà del Mediterraneo, viene presentato dal 1985 in città italiane ed estere dai critici e storici dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, Fortunato Bellonzi ed Enzo Carli. Nel 1988 apre un atelier nella Casa Torre Malaspina di Mulazzo. Nel 1990 gli viene organizzata con l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica una mostra Storica a Palazzo Barberini a Roma. Dal 1990 soggiorna e lavora a Lucerna in Svizzera e a Beaune in Borgogna. Nel 2001 espone alla Galleria Bernini e Borromini di Roma i lavori degli ultimi anni Novanta e dell’inizio del Millennio. Come scrive Louis Godart “Loris Nelson Ricci riesce perfettamente ad assimilare il lungo retaggio delle antiche culture che hanno segnato la storia del Mediterraneo e a proporre una visione dell’arte proiettata verso il futuro. La linearità delle forme, l’armonia delle composizioni, la luminosità dei quadri sono un inno alla gioia nata dalla consapevolezza che la ragione deve diventare la sola vera protagonista dell’avventura umana. “Ho cercato la verità; ho trovato la giustizia e la libertà; ho restituito dignità all’Uomo prosternato davanti agli dei da oltre quattro millenni” gridava Prometeo incatenato per volere di Zeus ad uno dei monti del Caucaso. Il formidabile messaggio lanciato dall’eroe che più di ogni altro ha celebrato il primato dell’intelligenza e della ragione si percepisce e si ritrova nell’arte di Loris Nelson Ricci. Figlio del Mediterraneo e della Cultura greca che ha plasmato il volto della civiltà occidentale, Nelson Ricci riesce a trasmettere attraverso la propria arte il messaggio di serena lucidità e speranza del mondo classico”. La mostra al Vittoriano raccoglie le grandi opere degli ultimi dieci anni: un lavoro ciclopico, in assoluta solitudine nel millenario castello di Castevoli, per volgere l’arte del passato alla modernità e al futuro. L’esposizione, incentrata anche su sculture e progetti di grandi complessi sculturali, compresi alcuni prototipi di architettura, segue, con una sintesi di dipinti e disegni, un percorso che sprofonda nel 1972 con un gruppo di disegni sulla struttura tettonica della terra. Dopo una serie di opere ispirate lucrezianamente alla “natura naturante”, all’Egitto e alla Grecia, Loris Nelson Ricci si fa interprete sensibile e penetrante della scultura di Giovanni Pisano, del quale mette in risalto punti di vista inediti mediante una lettura formale insieme critica e trasfigurante. “Anche in Egitto il Ricci è potentemente attratto dalle ondate sabbiose come grandi seni, le dune del deserto, e delle barriere pietrose della Nubia, ed è qui che le cave antistanti ai templi, le litotomie cubate degli edifici e delle piramidi, i blocchi arenati mostrano con più immediato passaggio la connaturalità con le architetture e le sculture.” (C.l. Ragghianti). L’artista negli anni ha intensificato la sua attività disegnativa e pittorica sulle civiltà del Mediterraneo, l’egizia, l’hittita, la greca, l’etrusca e la romana. Affronta anche il trapasso del gotico e della scultura di Giovanni Pisano nel “Rinascimento” attraverso una lettura, rivissuta poeticamente, dell’opera di Donatello. “L’accostamento a Giovanni Pisano non ha evidentemente nessuna remora archeologica, anzi è un bel correttivo della sua ordinaria costrizione nello schema scolastico e persin calligrafico e un po’ esotico di “Gotico”, di cui scarta quasi del tutto alcuni stilemi contingenti. Il Ricci esaspera le stesse referenze di lingua transitoria, accidentata e divaricata fino all’istantanea e alla catastrofe improvvisa, che Giovanni – distinguendosi sia dall’idealismo augusteo del padre Nicola, sia dal musivo e in progresso volumetrico tardo romano jeratico di Arnolfo – ha con la scultura ellenistica e tardo etrusca mossa di slanci lineari e fusi plastici in incessanti svolte e fratture. La forma di Giovanni da parte di Ricci è individuata nella sua autenticità ancora attuale, non rievocata come lingua morta, ma rivissuta nella sua intensissima vita di perenne passione, in temporale come le invocazioni e le grida jacoponiche.” Negli ultimi anni Ottanta l’artista lavora a nuovi cicli ispirati alle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo. Come scrive Carlo Ludovico Ragghianti “Gli scorci di Giovanni Pisano che noi vediamo nella reviviscenza del Ricci non hanno più la sorgiva esaltazione e talvolta la violenza di fede e di fiamma dell’artista antico, le forme illuminate sono divenute schegge di fuoco solido come carbone acceso sulla cenere profonda, l’opera brucia per lente represse braci in un’aura di muta inquietudine. Oltre la nostalgia è il clima, mi pare, tutto nostro e d’attesa nell’esistenza incerta e interrogativa, per razionalità persuaso ad evadere nel sogno, che emana da queste straordinarie evocazioni.”  
   
 

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