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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Dicembre 2006
 
   
  SAN CRISTOFORO ALLA CERTOSA RESTITUZIONE DI UNA STORIA

 
   
  Ferrara, 4 dicembre 2006 - A 62 anni dal terribile bombardamento subito da Ferrara nel 1944 e dopo anni di intenso restauro, in occasione della riapertura al culto della Chiesa di San Cristoforo alla Certosa, domenica 3 dicembre alle ore 10. 30 l’Arcivescovo di Ferrara-comacchio, mons. Paolo Rabitti, ha celebrato la Ss. Messa. Con la riconsegna alla città del Tempio, progettato da Biagio Rossetti alla fine del Quattrocento, si raggiunge il primo obiettivo prefissato, che è quello di mettere a disposizione del pubblico e dei fedeli l’elegante architettura di San Cristoforo e una parte dell’immenso patrimonio di opere d’arte che la pietà popolare vi aveva accumulato nel corso dei secoli. Intanto, 15 laboratori di restauro continueranno a lavorare a pieno ritmo sulle centinaia di tavole, tele, arredi, cori lignei e paramenti che facevano del Tempio un meraviglioso museo sacro. La loro ricollocazione – dov’erano e com’erano – è prevista nel corso del 2007. Fatto davvero eccezionale, torneranno in San Cristoforo anche i celebri Bastianino allontanati dal Tempio e dalla città nel corso delle campagne napoleoniche. A settembre 2007 è prevista la riapertura completa di San Cristoforo interamente ritrovato: un gioiello che confermerà appieno il rango di Ferrara come Città Patrimonio dell’Umanità. L’immenso sforzo scientifico, oltre che economico, richiesto da questa impresa davvero colossale ha unito il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara a tutte le migliori forze cittadine. «Recuperando San Cristoforo, Ferrara e la cultura recuperano» – è la convinzione del Sindaco Gaetano Sateriale e del Presidente della Fondazione Sergio Lenzi – «non solo un gioiello d’architettura e di arte ma una testimonianza importante della storia italiana. » Il Tempio di San Cristoforo alla Certosa è un monumento fra i più significativi e preziosi del patrimonio storico e artistico ferrarese. Un raro esempio di cooperazione tra pubblico e privato ha permesso di avviare un progetto complesso, strutturato e articolato in due fasi: la prima, tesa innanzitutto a recuperare, dal punto di vista architettonico, l’originario splendore della chiesa; la seconda, rivolta invece agli arredi, alle suppellettili e alle opere in essa conservate. La ricchezza di tale patrimonio ha richiesto un programma di interventi che si estenderà fino al prossimo anno e che prevede una prima parziale ricollocazione in occasione proprio di questo 3 dicembre, quando la chiesa verrà restituita al culto e alla fruizione di cittadini e visitatori. L’allestimento sarà quindi completato nel settembre 2007. Iniziato nel febbraio 2004, il restauro architettonico è stato finanziato dallo Stato, dalla Regione Emilia Romagna e dall’Amministrazione Comunale di Ferrara, mentre la realizzazione delle opere, eseguita sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Ravenna, è stata coordinata dal Servizio Beni Monumentali del Comune. L’intervento ha migliorato la fruibilità e le condizioni di conservazione dell’intero edificio. Accurate ricerche hanno guidato la metodologia d’intervento relativa al restauro dell’apparato ornamentale, costituito da cornicioni in cotto, stucchi, elementi lapidei e brani pittorici. Precise analisi stratigrafiche hanno consentito anche di riscoprire l’originaria tinteggiatura a calce verde olivigno delle pareti che amalgama il complesso decorativo con la struttura architettonica, creando un effetto di straordinaria efficacia e bellezza che esalta l’atmosfera del tempio rinascimentale, nel quale fra l’altro verrà collocato il nuovo altare, realizzato secondo i precetti liturgici sanciti dal Concilio Vaticano Ii. Sono stati inoltre recuperati gli spazi collegati al Tempio e predisposti gli impianti indispensabili per le esigenze di culto, per il benessere dei visitatori e dei fedeli, la conservazione e la protezione delle opere, la valorizzare dello straordinario apparato artistico e decorativo. Parallelamente a questo intervento, ha preso corpo il progetto di restauro e ricollocazione delle opere pittoriche e degli arredi storici, un lavoro di raro impegno per la quantità e qualità degli oggetti interessati. Si è trattato infatti di catalogare, studiare, restaurare e ricollocare complessivamente circa 130 quadri, 3 cori lignei, il ciborio con connesso altare, 14 ancone con le relative pale (tele e tavole), 3 crocifissi, gli arredi lignei della sagrestia e, inoltre, numerosi inginocchiatoi e mobili di varie tipologie liturgiche e funzionali. Questo monumentale lavoro di recupero ha subito trovato il generoso sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, da sempre impegnata nella valorizzazione del patrimonio cittadino, che ha affiancato il Comune di Ferrara al fine di sanare una ferita aperta per troppo tempo e di restituire la chiesa al culto, in accordo con le necessità liturgiche indicate dall’Arcidiocesi di Ferrara-comacchio. In collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Bologna, questo imponente lavoro è scandito da un programma che realizza, per il 3 dicembre 2006, una prima apertura al pubblico, con un allestimento parziale ma già significativo. In questa occasione il Tempio potrà mostrare, all’interno della sua eleganza architettonica, il ciborio monumentale intagliato nel 1597 da Marcantonio Maldrato su disegno di Nicolò Donati; l’ancona absidale con pala del Bastianino e raffigurante il Santo cui è dedicata la chiesa; i cori dei transetti realizzati agli inizi del Settecento; le ancone delle cappelle laterali con pale di Nicolò Roselli narranti gli episodi salienti della vita di Cristo. Nel settembre del 2007 verrà compiuto il passo successivo: dopo una chiusura di appena due mesi, necessaria per consentire i lavori di collocazione, torneranno nella loro originaria sede, oltre a tutte le rimanenti tele, soprattutto le due gigantesche ancone dei transetti (oltre 10 metri di altezza) realizzate dalla bottega di Ercole Aviati che ospiteranno, per generosa concessione della Soprintendenza di Brera (sotto la cui tutela pervennero a seguito delle soppressioni napoleoniche), le due pale del Bastianino raffiguranti l’Ascensione di Cristo e il Giudizio Universale. Il recupero del Tempio di San Cristoforo si configura così come una grande restituzione alla città di uno dei capitoli più importanti della storia di Ferrara. Fu Borso d’Este a promuovere, nel 1452, la costruzione del monastero lontano dal centro abitato, come imponeva la regola dell’ordine certosino. Il suo isolamento fu però breve e già pochi decenni dopo, con il compiersi dell’Addizione Erculea, il complesso venne racchiuso nella cerchia delle mura estensi, perdendo così la caratteristica di “eremo” ma entrando nell’immagine della città. Nel 1498, accanto alla primitiva chiesa, fu avviata la costruzione del nuovo e attuale Tempio. La grandiosità delle proporzioni, che si sposa con la plasticità dell’architettura modulata dalla luce, ha suggerito l’attribuzione del progetto a Biagio Rossetti. Alla fine del Settecento, a seguito delle soppressioni napoleoniche, i monaci persero il possesso del convento e della chiesa. Da quel momento la Certosa divenne caserma militare e i dipinti che ne ornavano la chiesa e il monastero vennero collocati nella locale Pinacoteca o in altre collezioni civiche e private. Acquisita dal Comune di Ferrara, la chiesa venne riaperta al culto nel 1813, mentre l’area adiacente fu adibita a cimitero pubblico su progetto del marchese Ferdinando Canonici. Le trasformazioni furono rilevanti, e interessarono l’antica chiesa e parte del chiostro, che furono abbattuti, mentre successivamente fu costruita l’ala sinistra del portico curvilineo, che segna in modo così caratteristico la piazza antistante. I bombardamenti del secondo conflitto mondiale inflissero anche a San Cristoforo ferite gravissime: nell’estate del 1944 due bombe distrussero parzialmente l’abside, il coro, il lato destro della chiesa e il campanile. Nel corso del dopoguerra seguirono vari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, cominciando dalla ricostruzione delle parti danneggiate dai bombardamenti. A partire dagli anni Settanta la chiesa fu nuovamente aperta al culto, pur convivendo con la funzione di magazzino per i materiali smontati e ricoverati dietro paratie lignee. Nel giugno del 2003 il Comune di Ferrara e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara diedero finalmente corpo all’istanza di restituire alla città San Cristoforo pienamente funzionante, e dotata di tutti gli arredi sacri presenti nella chiesa prima dei tragici eventi bellici. L’inaugurazione del 3 dicembre del 2006 rappresenta così il primo coronamento di questo percorso di recupero. Dopo anni di oblio San Cristoforo riacquista ora, accanto alla sua originaria funzione sacra, anche l’importante ruolo culturale di monumento fra i più significativi e preziosi del patrimonio storico-artistico ferrarese. .  
   
 

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