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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Dicembre 2006
 
   
  "SOGNO E REALTÀ": A DOLO UNA DEDICA AD AUGUSTO E FRANCO MURER

 
   
   Dolo Ve, 5 dicembre 2006 - Augusto e Franco Murer, padre e figlio, due generazioni di artisti a confronto in una importante mostra a Dolo (Ve). Dello scultore falcadino, scomparso nel 1985, saranno esposti all´ex macello di Dolo disegni legati al mondo delle miniere e quasi in un gioco di antinomie il figlio Franco porta in Riviera del Brenta il ciclo del "Flauto Magico": dipinti ispirati all´opera di W. A. Mozart e caratterizzati da un richiamo ad un Eden mitico e perduto. La mostra, intitolata "Sogno E Realtà", verrà inaugurata venerdì 8 dicembre alle ore 15. 30 negli spazi dell´ex macello (via Rizzo 73, Dolo) e rimarrà aperta fino a venerdì 22 dicembre (ingresso libero). Questo progetto - promosso dall´Assessorato alla Cultura del Comune di Dolo, con il patrocinio di Regione Veneto e Provincia di Venezia - rappresenta un´occasione straordinaria per l´area veneziana di incontrare la produzione artistica di due tra i maggiori artisti veneti cresciuti e formati in due generazioni. Nati entrambi a Falcade (Bl), Augusto e Franco Murer rappresentano l´immagine di un Veneto capace di esprimere un sentire artistico alto e vivace. La fisicità materica che dalle sculture trova corpo nei chiaroscuro dei disegni di Augusto (morto nel 1985) agisce in maniera organica nella luminosità impastata di luce, nei corpi affusolati, nell´equilibrio delle tele del figlio Franco. "Ed è proprio in questo gioco di antinomie che risiede il fascino stimolante di questa mostra - sottolinea Alberto Polo, assessore alla Cultura del Comune di Dolo -, in cui la durezza delle rughe e dei corpi contrasta con le forme sinuose di ninfe e fauni. Crediamo davvero che la presenza di queste opere nelle sale dell´ex macello di Dolo offra alla Riviera del Brenta e all´area veneziana un´occasione preziosa per incontrare due autori che hanno segnato il panorama artistico veneto nella seconda metà del ´900". Augusto Murer - "Disegni in miniera" La sua arte è maturata nei boschi bellunesi tra le fatiche dei boscaioli, nelle miniere della Valle Imperina, nell´esperienza partigiana in cui ha approfondito il concetto di libertà. Una visione, un´esperienza del mondo che si traduce nei suoi disegni di minatori rischiarati dalle lampade frontali, mentre scavano senza pausa o durante le brevi soste lavorative all´interno di stretti cunicoli. Questi disegni sono di estrema importanza nella produzione di Augusto Murer, perché gettano i semi dell´idea che sta alla base delle sue sculture, rivelatori di un talento che della figura del minatore aveva capito l´essenza: lavoro, fatica, risultato, orgoglio. Franco Murer - "Il Flauto Magico" La musica che "dipinge" la memoria dell´Eden: non ci voleva altro perché Franco Murer avvertisse le segrete, profonde rispondenze fra le arti figurative e l´arte dei suoni. Si può dire che la sua pittura "è musicale" nella sua essenza, che la grazia della sua figuratività ha come tavolozza proprio l´armonia dei suoni. Ed era dunque da attendersi che nell´anno mozartiano Franco Murer dedicasse al Genio della musica una mostra come questa, incentrata sul Flauto magico, l´ultimo capolavoro del musicista austriaco. Chi abbia seguito il percorso artistico di Franco Murer non sarà sorpreso se il gioco delle "affinità elettive" lo ha accostato all´universo musicale di Mozart. Le donne sognanti dei suoi disegni e delle sue tele, in mostra a Dolo, sembrano proprio nascere da un´aura musicale, così come Venere era nata dalla spuma del mare. Augusto Murer nasce a Falcade (Bl) nel 1922. Svolge l´apprendistato alla scuola d´arte di Ortisei fino al 1943, quando si trasferisce a Venezia dove incontra lo scultore Arturo Martini. Lascia Venezia alla fine del 1943, scegliendo la lotta partigiana antifascista. E dopo la guerra decide di rimanere a Falcade. Nel 1952 espone a Trieste e a Milano. Nel 1953 incontra Tono Zancanaro, Ernesto Treccani, Aligi Sassu, Renato Guttuso e Ampelio Tettamanti, con i quali instaura un rapporto profondo e duraturo di amicizia. Nel 1965 realizza il monumento alla resistenza di Belluno ed espone alla Quadriennale di Roma. Nel 1969 vince il concorso per la realizzazione al monumento alla partigiana di Venezia, in collaborazione con l´architetto Carlo Scarpa. Nel 1970 realizza il monumento ai caduti del Cansiglio. Nel 1972 si inaugura con una mostra antologica il nuovo studio, che dal 1973 al 1979 ospita mostre di Tono Zancanaro, Renato Guttuso, Carlo Levi, Ernesto Treccani. Negli stessi anni Murer collabora con Andrea Zanzotto, Silvio Guarnirei e Mario Rigoni Stern alla realizzazione di alcune cartelle di grafica e letteratura. Espone al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, nei musei di Odessa, Kerson, Doniez e all´Ermitage di San Pietroburgo, dove restano alcune opere. Nel 1984 è ospite alla Xvi Biennale d´Arte di Venezia. Nel 1985 una grande mostra in Castel Sant´angelo a Roma. Muore nel giugno del 1985 a Padova. Franco Murer nasce a Falcade (Bl) nel 1952. Studia a Venezia, diplomandosi all´Accademia di Belle Arti. Nel 1974 premiato al concorso tra i giovani d´Europa a Torino. Partecipa alla X Quadriennale di Roma nel 1975. Espone in Italia e all´estero. Dal 1979 i suoi primi cicli pittorici: "Benodet - Morte di Apollinaire" (1979), "I Boschi" (1980) con presentazione in catalogo di Mario Rigoni Stern, "L´uomo e l´ambiente" (1982) presentato al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, "Faust" (1985-89) presentato al Teatro Nazionale di Milano alla prima del "Faust" di Glauco Mauri. "Il cantico dei cantici", "Il flauto magico", "Il mio paesaggio" e "Compagni di viaggio" sono i cicli che lo indirizzano alla ricerca intimista. Un impegno particolare è dedicato all´Arte Sacra. Diverse e qualificate le interpretazioni plastiche. .  
   
 

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