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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Dicembre 2006
 
   
  COLLOCARE LA RICERCA SULL´HIV/AIDS AL CENTRO DEL PROCESSO DECISIONALE

 
   
  Bruxelles, 5 dicembre 2006 - L´hiv/aids è una delle pandemie più letali che siano mai state registrate nella storia mondiale. Da quando è stato riscontrato il primo caso di Aids nel 1981, sono state infettate dall´Hiv circa 65 milioni di persone e oltre 25 milioni sono decedute. Secondo i nuovi dati forniti dall´Onu, l´Aids non accenna a diminuire. Negli ultimi 25 anni, ricercatori e decisori politici di tutto il mondo hanno lavorato con grande impegno per ridurre la diffusione della malattia e fornire cure adeguate alle persone infette. Tuttavia, i critici della risposta globale all´Hiv/aids affermano che gli sforzi di ricerca sono spesso troppo frammentati per riuscire davvero a cambiare la situazione e, inoltre, non si fa abbastanza per coordinare quelle aree politiche che sono indissolubilmente collegate alla malattia. Il Notiziario Cordis ha contattato alcune delle persone che si occupano del fulcro della questione presso la Dg Ricerca della Commissione europea al fine di ottenere maggiori informazioni riguardo all´assegnazione delle risorse comunitarie destinate alla ricerca sul virus, nonché sulle iniziative che sono state avviate per garantire che queste attività siano collegate al lavoro svolto sull´Hiv/aids all´interno di altre unità della Commissione e a livello mondiale. «Il finanziamento della ricerca sull´Hiv/aids è sempre stato tra le priorità di ricerca dell´Unione europea», ha dichiarato al Notiziario Cordis Ole Olesen, funzionario scientifico presso l´unità «Malattie legate alla povertà» della Dg Ricerca. Da quando è stato inserito nel primo programma quadro per la ricerca nel 1985, il bilancio per l´Hiv/aids è stato oggetto di un aumento costante, che ha raggiunto il culmine nel 6Pq, quando alla malattia sono stati assegnati circa 200 Mio Eur, pari quasi al quintuplo dell´importo destinatole nell´ambito del 5Pq. Finora sono stati spesi in progetti 125 Mio Eur. Se si analizza nel dettaglio questo importo emerge che alla ricerca sulla prevenzione, principalmente vaccini (40%) e microbicidi (20%) è andato complessivamente il 60% dei fondi, mentre con il restante 40% si sono finanziate attività terapeutiche. «Per ora siamo abbastanza soddisfatti di questa distribuzione», ha dichiarato il dottor Olesen. «Una delle grandi conquiste del 6Pq è che abbiamo creato un portafoglio di progetti che è compatibile con la serie di misure anti-Hiv attualmente in fase di sviluppo». Alla realizzazione di tali misure contribuisce il Partenariato per le sperimentazioni cliniche Europa-paesi in via di sviluppo (Edctp), un partenariato congiunto avviato nel 2003 al quale partecipano 16 paesi europei e diverse nazioni africane. L´obiettivo è accelerare lo sviluppo di nuovi interventi clinici per combattere l´Hiv/aids, la malaria e la tubercolosi. «L´edctp ha agito da meccanismo di orientamento per i finanziamenti di ricerca che abbiamo assegnato a tipi di progetti più tradizionali nell´ambito del 6Pq», ha spiegato Olesen. Pur trattandosi di un´iniziativa lodevole, il partenariato è stato criticato per la lentezza con cui è stato avviato. Uno dei motivi è stata la difficoltà a raccogliere i 600 Mio Eur inizialmente necessari per la sua dotazione finanziaria. Creato ai sensi dell´articolo 169 del trattato che istituisce la Comunità europea, il partenariato fa assegnamento sul cofinanziamento dei partecipanti. Dopo i 200 Mio Eur ricevuti dalla Commissione, per raggiungere l´importo previsto ora devono essere versati 200 Mio Eur dai paesi partecipanti e altri 200 Mio Eur dal settore privato. «La fase iniziale è stata piuttosto lenta», ha dichiarato Manuel Romarís, funzionario scientifico presso l´unità «Malattie legate alla povertà» della Dg Ricerca. «Nell´ultimo anno, però, si è registrato un notevole miglioramento riguardo agli impegni finanziari assunti dai paesi aderenti». Tra coloro che hanno recentemente intensificato il proprio sostegno figurano il comitato di ricerca dell´Agenzia svedese per la cooperazione allo sviluppo internazionale (Sida) e il governo tedesco, che hanno approvato entrambi lo stanziamento di circa 1 Mio Eur l´anno per il prossimo triennio. Altrove, il Consiglio per la ricerca medica del Regno Unito sta negoziando altri 7,5 Mio Eur per le attività dell´Edctp nel periodo 2007-2010, mentre l´Istituto di medicina tropicale del Belgio si è impegnato a stanziare 500 000 Eur l´anno nello stesso periodo. Da quando è stato avviato nel 2003, l´Edctp ha pubblicato diversi inviti, tra cui uno nel 2004, su una sperimentazione clinica di una terapia per i bambini infetti dall´Hiv, finanziata esclusivamente con le risorse del partenariato. Un secondo invito, pubblicato nel 2005, si concentrava su progetti di sviluppo delle capacità per i microbicidi, che ha ricevuto 7 Mio Eur dall´Edctp e risorse finanziarie complementari dai paesi aderenti. Nel luglio 2006, l´Edctp ha pubblicato un altro invito, questa volta per la ricerca sulla prevenzione della trasmissione madre-figlio dell´Hiv. Questo invito, del valore di 6,1 Mio Eur, è cofinanziato da Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. «Si tratta di investimenti a lungo termine», ha spiegato il dottor Romarís. «Le sperimentazioni cliniche possono richiedere diversi anni e, pertanto, i risultati saranno disponibili solo fra qualche tempo». Probabilmente lo sviluppo più entusiasmante per l´Edctp è l´imminente arrivo del primo partner privato: la Fondazione Bill e Melinda Gates. «È previsto un nuovo invito congiunto da parte della fondazione e dei partner Edctp a sostegno dello sviluppo di capacità per la realizzazione di sperimentazioni cliniche di fase Ii di vaccini per la prevenzione dell´Hiv in Africa», ha dichiarato il dottor Romarís, il quale ha spiegato che la Fondazione Gates ha contribuito all´invito, del valore di 20 Mio Eur, con 8,5 Mio Usd (6,4 Mio Eur). Ora ci si aspetta che i paesi partecipanti offrano un contributo di pari entità rispetto a quello della fondazione. Il dottor Romarís ha aggiunto che la fondazione ha espresso l´intenzione di non limitarsi ai vaccini per l´Hiv, estendendo questo partenariato ad altre malattie. Manuel Romarís si è detto impaziente di assistere quanto prima alla pubblicazione di questo invito congiunto, poiché a suo parere stimolerà l´adesione al partenariato di altri finanziatori del settore privato. Interrogati sulla ragione dell´aumento del bilancio per l´Hiv/aids nel 6Pq, Romarís e Olesen hanno citato entrambi il «programma d´azione» della Commissione per la riduzione delle malattie legate alla povertà, che a loro avviso costituisce una «pietra miliare» nel processo decisionale della Commissione. «Questa è una delle poche politiche generali della Commissione a spaziare tra varie Dg per formare un obiettivo comune», ha spiegato il dottor Olesen. Il programma è costituito da tre pilastri: commercio, sviluppo e ricerca, complementari l´uno all´altro. «La ricerca deve spianare la strada alla messa a punto di nuovi farmaci e nuovi vaccini per l´Hiv/aids, la malaria e la tubercolosi. La politica commerciale li renderà accessibili, mentre grazie alla politica di sviluppo i malati dei paesi [in via di sviluppo] riceveranno assistenza sanitaria e medicinali», ha affermato il dottor Olesen. Un´azione concreta emersa finora dal programma è un invito congiunto da parte di Europaid e del 6Pq. «Si tratta di un´iniziativa estremamente utile perché in questo modo destiniamo allo stesso obiettivo i fondi che fanno capo allo sviluppo con quelli per la ricerca», ha dichiarato il dottor Romarís. Grazie a questo invito, dopo una valutazione del loro impatto sociale, diversi progetti di ricerca del 6Pq hanno già ricevuto fondi aggiuntivi per un valore di 15 Mio Eur. «Possiamo quindi supporre che, oltre che per le attività di ricerca a livello ospedaliero, le risorse supplementari potrebbero essere per così dire utilizzate per programmi di sensibilizzazione sull´Hiv/aids», ha spiegato il dottor Romarís. Ha inoltre rilevato che anche a livello nazionale stanno emergendo esempi di questo approccio multipolitico. Ad esempio, il ministero per lo Sviluppo internazionale del Regno Unito ha iniziato di recente a finanziare direttamente le sperimentazioni cliniche sui microbicidi. «Si tratta di un passo avanti, perché si è compreso che, finanziando la ricerca sui microbicidi, si può contribuire allo sviluppo della popolazione», ha affermato il dottor Romarís. «Questo è esattamente il tipo di modello che potrebbe essere applicato in qualsiasi altra parte d´Europa». Oltre a inserire la ricerca sull´Hiv/aids in una risposta comunitaria alla pandemia di respiro molto più ampio, il dottor Romarís ha osservato che la Commissione si sta adoperando anche per garantire che le sue attività di ricerca siano compatibili con quelle avviate in altre parti del mondo. «Stiamo cercando di creare sinergie tra le nostre attività di ricerca per evitare eventuali duplicazioni e massimizzare la complementarità di tutti i nostri programmi», ha spiegato Manuel Romarís. A tal fine, la Commissione è una delle 16 organizzazioni, pubbliche e private, che partecipano alla Global Hiv Vaccine Enterprise (Iniziativa mondiale per un vaccino contro l´Hiv). Obiettivo di questa alleanza è accelerare lo sviluppo di un vaccino anti-Hiv. «Stiamo unendo le risorse per fare in modo che il migliore lavoro svolto qui [in Europa] e in altre parti del mondo sia d´aiuto a chi ne ha bisogno», ha spiegato il dottor Romarís. Nell´ambito del 7Pq, oltre a fornire notevoli contributi finanziari alla ricerca di vaccini, microbicidi e terapie, la Commissione cercherà di dare prova di maggiore leadership in quest´ambito a livello globale. «La Commissione è un´organizzazione internazionale e si trova in un´ottima posizione per promuovere nuove idee e nuovi tipi di partenariato. Possiamo quindi rappresentare gli operatori [europei] su scala molto più ampia», ha spiegato il dottor Olesen, che ha aggiunto: «Il 7Pq ci permetterà di creare partenariati tra scienziati europei, tra scienziati di diversi settori, pubblici e privati, e tra scienziati del nord e del sud del mondo. » http://ec. Europa. Eu/research/health/poverty-diseases/aids_en. Html http://cordis. Europa. Eu/lifescihealth/home. Html .  
   
 

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