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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Dicembre 2006
 
   
  DENTRO LA SCALA OPERE D´ARREDO DI RICCARDO BLUMER

 
   
  Milano, 5 dicembre 2006 - Il volume Dentro la Scala, ricco di immagini spettacolari, documenta la ristrutturazione degli ambienti non accessibili al pubblico del Teatro alla Scala affidata a Riccardo Blumer: un lavoro che esprime modernità nelle forme coniugata con un profondo senso della tradizione scaligera. Nel dicembre del 2001 la sede storica del Teatro alla Scala, realizzata nel 1778 su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini e giunta fino a noi attraverso una serie di adattamenti strutturali e architettonici, è stata ristrutturata su progetto dell’architetto Mario Botta, che ha realizzato il più grande intervento di ristrutturazione della storia della Scala. All’architetto e designer Riccardo Blumer venne affidato il delicatissimo compito di dare un assetto e un’immagine agli spazi interni più determinanti per le attività organizzative, economiche e rappresentative che sorreggono il grande Teatro e nei quali si muovono al fianco delle masse artistiche quasi trecento persone, in un’area praticamente uguale per estensione a quella che gli spettacoli occupano direttamente e indirettamente. Lavorando con la sovrintendenza del Teatro, l’architetto ha voluto creare nuove soluzioni che conservassero il carattere degli interni settecentesci “tradotti” però in un linguaggio contemporaneo. Per i luoghi di più antica memoria (sala Gialla e sovrintendenza), ha realizzato degli spazi fortemente caratterizzati da arredi fissi che evidenziano lo stile pulito e funzionale dell’architetto Mario Botta ma contemporaneamente la loro antica appartenenza al Teatro con citazioni materiche (finiture color oro e largo uso di specchi sabbiati o retrofresati, giallo scala e uso di arredi storici) e stilistiche (elementi di disegno neoclassico fortemente presenti nelle parti monumentali dell’edificio). Per i luoghi della storia più recente (portineria del Teatro, biglietteria serale, mensa e bar interno), ha invece adottato uno stile nel quale gli stessi materiali, ma su geometrie lineari, diventano “raffinati riferimenti”. Tra questi, esemplare il progetto del camerino del direttore musicale, pensato espressamente per Riccardo Muti attraverso indicazioni di colori e materiali (acero, mogano e velluto bianco) discussi col maestro, nell’ideale immagine di un grande strumento musicale e delle scenografie di Visconti. .  
   
 

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