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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Dicembre 2006
 
   
  NEL 2005 OLTRE 30 MILIONI DI ITALIANI NON HANNO LETTO IN UN ANNO ALCUN LIBRO. E’ QUANTO EMERSO DALL’INDAGINE ISTAT PRESENTATA A PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI

 
   
   Roma, 12 dicembre 2006 - Sono oltre 30 milioni gli italiani che hanno dichiarato nel 2005 di non aver letto libri nell’ultimo anno: stiamo parlando di qualcosa come il 54,9% della popolazione di 6 anni e più. E’ quanto emerso dai dati presentati da Istat nel corso dell’incontro “Sono cambiati di più i lettori o la promozione della lettura?”, organizzato da Associazione Italiana Editori (Aie) e Istituto per il libro del Ministero per i Beni e le Attività culturali nell’ambito di Più libri Più liberi (Roma, 7-10 dicembre). Ma non è finita qui: l’aspetto forse più grave è che,all’interno di questo 54,9%, esistono qualcosa come il 18% dei laureati (17,7% per la precisione) e il 39,1% di diplomati che non hanno letto libri nel corso dell’anno. E forse la curiosità è che proprio il titolo di studio è la variabile che più di ogni altra discrimina i livelli di non lettura, con una variabilità molto forte tra titoli bassi e alti e ciò è confermato sia per il 1995 che per il 2005. Rispetto al titolo di studio il profilo del non lettore rimane invariato negli ultimi dieci anni. Il non lettore - “Nell’ultimo decennio – ha spiegato Adolfo Morrone di Istat - si registra una diminuzione nella quota di non lettori pari a 4,5 punti percentuali: si è passati dal 59,4% al 54,9%. In valore assoluto ciò significa una diminuzione di circa 1 milione e 800mila non lettori (da 31 milioni 841mila nel 1995 a 30 milioni 63mila nel 2005). Questa diminuzione è trasversale per genere e generazione, i non lettori infatti diminuiscono sia tra i maschi che tra le femmine e in tutte le fasce d’età, ma con intensità diverse. Rispetto al genere, la diminuzione più forte dei non lettori si registra tra le donne e, per quanto riguarda le fasce d’età, tra quelle relative alla popolazione con più di 44 anni e in particolare tra le donne di questa fascia di età. Nel decennio diminuisce leggermente la distanza tra giovani e anziani. La quota di non lettori tra gli anziani diminuisce più di quanto non sia diminuita tra i giovani. Le quote di non lettori tra gli anziani rimangono comunque molto alte (oltre il 70%). A livello territoriale la diminuzione nella quota di non lettori si registra in tutte le regioni ma con livelli diversi scendendo da Nord verso Sud. Il Nord e il Centro infatti, che già nel 1995 mostravano quote di non lettori decisamente inferiori a quelle riscontrate nel Sud, registrano nel decennio una più forte diminuzione, mentre il Sud, che partiva da livelli più alti, registra una diminuzione nella quota di non lettori più lieve: nel Nord la quota di non lettori passa dal 52,2% al 47,1% (- 5,1 punti percentuali), nel Sud invece si passa dal 69,6% al 67,1% (-2,5 punti percentuali). Ne consegue un aumento della distanza tra il Sud e il resto del Paese. Il lettore debole - Nel decennio è emersa una lieve diminuzione nella quota di lettori deboli: dal 49,5 al 47,5 (sul totale dei lettori di 6 anni a e più). Ma, cosa ben più significativa, il fatto che sia nel 1995 che nel 2005 circa la metà dei lettori possa essere definita debole, avendo letto solo da 1 a 3 libri nell’ultimo anno. Aumenta la distanza tra il Sud e il resto del Paese. I lettori deboli diminuiscono nel Centro-nord che, già nel 1995 presentava livelli più bassi, e aumentano leggermente al Sud. “Queste – ha sottolineato Vitaliana Vitale dell’Istituto per il libro del Ministero per Beni e le Attività culturali – sono proprio le aree e le fasce su cui l’Istituto per il libro sta già lavorando e su cui si concentrerà l’attenzione del Centro per il Libro che si sta costituendo”. .  
   
 

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