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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Dicembre 2006
 
   
  PRESENTATA DAL MINISTRO DELLA SALUTE ONOREVOLE LIVIA TURCO LA PRIMA GUIDA ITALIANA PER LA DIAGNOSI E LA CURA DELL’INCONTINENZA URINARIA REALIZZATA DALLA FEDERAZIONE ITALIANA INCONTINENTI – FINCO - E PATROCINATA DAL MINISTERO DELLA SALUTE.

 
   
  Milano, 12 dicembre 2006 - Presentata dal Ministro della salute Onorevole Livia Turco la prima guida italiana per la diagnosi e la cura dell’incontinenza urinaria realizzata dalla Federazione Italiana Incontinenti – Finco - e patrocinata dal Ministero della Salute. La guida rivolta ai pazienti si intitola “L’incontinenza urinaria questa sconosciuta”, ,preceduta da una riflessiva e umana prefazione del Ministro Livia Turco , scritta da urologi tra i maggiori esperti in materia spiega in modo semplice le problematiche, la diagnosi e le terapie del grave disturbo che colpisce in Italia circa 5 milioni di persone uomini e donne anche in giovane età senza risparmiare i più piccoli. L’enuresi (la pipi’ a letto) riguarda 1 bambino su 10 a 7 anni. Nonostante la diffusione del problema che ,con ansia, depressione, isolamento ,incide pesantemente sulla qualità della vita i rapporti sociali e l´intesa di coppia, solo una minoranza vincendo imbarazzo e vergogna si rivolge al medico. La malattia , come si legge nella guida, può invece essere curata con successo con la rieducazione perineale, i farmaci, le infiltrazioni locali (acido ialuronico , collagene, botulino ) la chirurgia mininvasiva, sfinteri artificiali , pace maker e neuromodulazione. Nel libro si trova anche un capitolo ,elaborato da Francesco Diomede, Presidente Federazione Italiana Incontinenti Finco, Presidente World Federation of Incontinence Patients - Bari che informa sui diritti del paziente . “Diritti”, sottolinea Diomede “ che ,nonostante le rivendicazioni della Finco e le innumerevoli proposte di legge e Atti Camera presentati negli anni , devono ancora trovare adeguate risposte e il coraggio da parte del Governo, di investire risorse oggi per recuperare denaro e benessere domani. Secondo recenti stime il costo annuale della patologia in Italia è di circa 600 milioni di euro l’anno: 500 euro per la collettività e 400 euro per il paziente - Diomede lancia quindi un accorato appello al Ministro Turco : “riabilitare l’incontinenza è possibile, anzi doveroso, per elevare la qualità e quantità di vita di chi ne soffre. I traguardi più urgenti da raggiungere con il Ssn sono la riabilitazione perineale , aumentando le strutture che la effettuano ora carenti in Italia e la gratuità dai farmaci anti incontinenza attualmente a totale carico dei pazienti per garantire a tutti i malati le migliori opzioni terapeutiche. Un cambiamento che oltre a ridare dignità al paziente ridurrebbe le spese per i pannoloni (che sono ,insieme a sonde e cateteri ,invece ottenibili gratuitamente) ma anche quelle dovute alle giornate lavorative perse a causa della malattia Ci auguriamo che la sensibilità verso le donne finora dimostrata dal Ministro Turco con l’anestesia epidurale nel parto prosegua anche nell’assistenza post parto con la rieducazione perineale per prevenire l’incontinenza urinaria da sforzo. - circa la meta´ delle donne che partoriscono per via naturale riporta infatti dei danni ai muscoli pelvici e il 10-20% di loro avrebbe bisogno di cure specifiche”, “L´incontinenza urinaria”, spiega il professor Francesco Pesce, responsabile Unità Operativa Complessa di Neuro – Urologia, Ospedale Cpo di Roma- Ostia, Past President Societa’ Italiana di Urodinamica (Siud) , “ consiste nell´emissione involontaria di urina , si distingue in due forme : incontinenza urinaria da sforzo ( Ius) che interessa maggiormente le donne - oltre 3 milioni di italiane - ed è la diretta conseguenza di gravidanze parti e menopausa dove un colpo di tosse, una risata o il semplice sollevamento di una borsa causano fughe di urina e l’incontinenza da urgenza o sindrome della vescica iperattiva (Iuu) dovuta a contrazioni involontarie della vescica e caratterizzata dall´improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare più volte durante il giorno e la notte che colpisce invece entrambi sessi senza distinzioni. “L’incontinenza urinaria nell’uomo”, aggiunge il professor Francesco Catanzaro , direttore urologia - Policlinico Multimedica Irccs Milano, è spesso conseguente a interventi alla prostata (ipertrofia prostatica benigna e tumore alla prostata) Altra forma è quella di origine neurogena ( legata a sclerosi multipla , parkinson , alzheimer ,lesioni, midollari da trauma etc ). ” Le terapie. La riabilitazione perineale”,spiega il professor Pesce,”è indicata delle ultime linee-guida dell’International Continence Society come primo approccio terapeutico per l’ incontinenza urinaria a tutti i livelli e ,secondo i risultati di un recente studio italiano, raggiunge il 70 % di guarigione. Il trattamento farmacologico per la forma da urgenza o vescica iperattiva si basa su farmaci antimuscarinici (o anticolinergici) agiscono inibendo le contrazioni involontarie della vescica, incrementandone la capacità e ritardando l’urgenza alla minzione. I più usati sono l’ossibutinina, il trospio la tolterodina ai quali si è aggiunta recentemente la solifenacina caratterizzata da una maggiore efficacia e tollerabilità. Per la forma da sforzo ultimamente è stato messo a punto un farmaco appartenente alla classe degli inibitori del riassorbimento della serotonina e noradrenalina (neurotrasmettitori del sistema nervoso) che agisce sullo sfintere uretrale per aumentarne la forza di contrazione durante la fase di riempimento della vescica”. “La terapia farmacologica”, ricorda Diomede, “ non è rimborsata dal Ssn ed è quindi a totale carico dei pazienti. Tutti i farmaci sono infatti esclusi dal rimborso, ad eccezione dell’ossibutinina generica, rimborsabile solo se il disturbo è correlato a malattie neurologiche: Parkinson, sclerosi multipla, spina bifida (nota 87)”. “Altre valide soluzioni ( ottenibili con il Ssn ) per la forma da sforzo”, aggiunge il professor Mauro Cervigni ,direttore dipartimento di Uro-ginecologia - Ospedale San Carlo di Nancy, Roma , Past - President Associazione Italiana di Urologia Ginecologica (Aiug) , “ sono le Iniezioni intrauretrali con sostanze volumizzanti come acido ialuronico, collagene, silicone , (le stesse impiegate anche in medicina estetica) in grado di incrementare lo spessore delle pareti dell’uretra rendendo lo sfintere più efficiente che raggiungono un’efficacia del 55 - 60 % Tra queste il destranomero/acido ialuronico iniettato in quattro diversi punti delle pareti uretrali dove ne aumenta il volume assicurando una maggiore chiusura e resistenza dell’ uretra secondo secondo studi clinici internazionali con follow up a 3 anni, ha dimostrato una notevole efficacia con guarigione e miglioramento dell’80% dei casi . L’intervento si svolge in regime ambulatoriale (è sufficiente pomata anestetica), è semplice e dura circa 15 minuti. Il risultato è immediato e la paziente può tornare a casa dopo un paio di ore e riprendere le normali attività. Le sostanze utilizzate sono polisaccaridi già presenti naturalmente nell’organismo umano, e rispetto alle altre sostanze in uso, sono biocompatibili e non causano effetti collaterali. Le stesse sostanze vengono infatti utilizzate da 10 anni in Europa, Usa e Canada per il trattamento del reflusso vescicoureterale in oltre 40. 000 bambini nei quali non si è verificato alcun problema. La chirurgia mininvasiva - Sling retropubica e Sling transotturatoria (Tot) - prevede invece l´applicazione di sling – bendarelle o retine - in prolene poste intorno alll´uretra risolve il disturbo nell´80-85%. Rispetto ai ´vecchi´ interventi invasivi (come la colposospensione ) che richiedono un taglio sull´addome, l´anestesia generale, ricovero e convalescenza prolungati, i trattamenti chirurgici , a totale carico del Ssn, si possono effettuare in day hospital, in anestesia locale con un ritorno alle normali attività entro una settimana”. Le cure per l’uomo” , continua il professor Catanzaro” “, comprendono riabilitazione perineale , farmaci antimuscarinici, iniezioni periuretrali di sostanze volumizzanti a base destranomero/acido ialuronico collagene, silicone e chirurgia. Una nuova tecnica chirurgica, giunta recentemente in Italia, “ utilizza una sling - retina - in prolene posizionata al di sotto dell’uretra bulbare simile a quella collaudata da tempo con successo nella donna. Attraverso una piccola incisione al di sotto dello scroto la rete viene ancorata nelle branche discendenti del pube impedendo così fughe di urina con percentuali di successo del 75 %. Nei casi più gravi provocati da danni o lesioni a carico dello sfintere urinario (conseguenza di prostatectomie radicali per tumore alla prostata) , a seguito dei quali non è più possibile chiudere l´uretra con conseguenti perdite di urina l´impianto di uno sfintere artificiale - un dispositivo che attraverso il posizionamento di una cuffia gonfiabile intorno all´uretra collegata ad un sistema idraulico che può essere azionato dall´esterno , ripristina la normale funzionalità dello sfintere e la continenza - aprendo e chiudendo l´uretra sotto il controllo del paziente e cioè al momento di svuotare la vescica”- consente a oltre il 90%. Dei pazienti di riacquistare la continenza. “L’enuresi notturna”, spiega il professor Mario de Gennaro, presidente Societa’ Italiana di Urodinamica - Siud , direttore urologia pediatrica, Ospedale Bambino Gesù, Roma,” più frequente nei maschi (3 a 1), nei bimbi con stipsi (70%) e in quelli col sonno profondo (90%), riguarda il 27% dei bambini di 4 anni, il 10- 15% a 5-7 anni, il 6-7% a 9-10 anni, il 3% a 12 anni e 1 - 2% a 18 anni. Generalmente il disturbo risolve con la crescita e permane nell’1 - 2% degli adolescenti e lo 0,5% degli adulti. Nella maggior parte dei casi le cause non sono psicologiche, ma organiche o funzionali. Recenti studi, hanno infatti, evidenziato che solo 1 caso su 5 è legato a problemi psicologici che invece vengono innescati proprio dal enuresi stessa come ansia, disagio e riduzione dell’autostima, La cura- terapia comportamentale, training vescicale conteggio e autosuggestione e nei casi più ostinati il ricorso ad alcuni farmaci specifici. Il disturbo ha anche una forte componente genetica ed ereditaria: se ad averne sofferto è un solo genitore il rischio di “tramandarlo ” è del 43% , del 77% se invece ne hanno sofferto mamma e papà. Le mamme, infine, dovrebbero insegnare ai bambini come e quanto bere durante tutta la giornata con scadenze regolari e non solo nel pomeriggio dopo la scuola e lo sport, altrimenti rischiano di sovraccaricare la vescica L’incontinenza nei bambini negli ultimi decenni è strettamente legata a elementi che l’hanno resa più frequente. Da un lato l’uso di assorbenti ha reso più pigri i genitori nell’insegnare loro a essere autonomi, dall’altro al contrario talvolta si impone un’autonomia in modo frettoloso per poter mandare i bambini all’asilo nido, alcuni dei quali non li accettano con i pannolini. Ciò può accadere anche per alcune scuole riguardo ai bambini meno abili o con problemi di malformazioni. La vita frenetica che spesso si impone ai bambini e il minor tempo dedicato all’educazione nella crescita, li rende troppo spesso dei ritenzionisti cronici di urine”. Qualità della vita. “L’incontinenza urinaria” ricorda Pesce , “ incide pesantemente sulla qualità della vita con ansia , depressione , tendenza a isolarsi e a evitare i rapporti interpersonali per i timore di non riuscire a controllare la vescica e di emanare cattivi odori , molte persone limitano i propri spostamenti quotidiani ai soli luoghi e percorsi in cui conoscono la collocazione dei servizi igienici ("mappatura delle toilette"), riducono l´assunzione di liquidi,svuotano preventivamente la vescica ogni volta che si puo´, col risultato che nel tempo quest´ultima impara a ´contenere´ sempre meno´´ indossano assorbenti ed evitano l´intimità sessuale. La mancanza di controllo della vescica con inadeguatezza fisica ed emotiva porta alla rinuncia della vita sessuale e addirittura a evitare una relazione sentimentale. Il disturbo abbatte il desiderio e l’attività sessuale della coppia”lo dimostra una ricerca europea su 500 donne con vescica iperattiva che ha evidenziato l’elevata influenza del problema sulla sessualità”. I costi Recenti stime indicano che il costo globale dell’incontinenza urinaria nel nostro Paese è di circa 600 milioni di euro all’anno, 500 euro l’anno per la collettività mentre il paziente spende in media 400 euro all’anno - in Italia infatti tutti farmaci anti- incontinenza sono in fascia C, completamente a carico dei pazienti - i pannoloni sono invece rimborsati dal Ssn. La Finco, grazie alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 maggio 2006 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 186 dell’11 agosto 2006 ha ottenuto la “Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza”, che ogni anno si svolgerà il 28 giugno dove in numerosi centri ospedalieri italiani è possibile sottoporsi a una visita urologica gratuita . La Finco si prefigge di aumentare nei cittadini e negli operatori socio-sanitari la consapevolezza delle possibilità di cura; perché ancora oggi l’ I U è una malattia non adeguatamente diagnosticata e curata; migliorare la qualità di vita degli ammalati garantendo l’accesso all’innovazione terapeutica a costi sostenibili; garantire percorsi diagnostico-terapeutici corretti; assicurare un adeguato livello qualitativo dei dispositivi medici (sonde, cateteri e pannoloni ) elargiti gratuitamente dal Ssn che dovendo contrarre drasticamente i costi mantiene a un livello insufficiente per le reali esigenze del malato Ma la Finco si batte anche per sostenere l’attivazione di centri specialistici per la prevenzione, cura e la riabilitazione dell’incontinenza, il varo di apposite norme legislative che agevolino il reinserimento nel mondo del lavoro, garantire la mobilità nel Territorio con la costruzione di bagni pubblici. La Federazione fornisce: informazioni socio-sanitarie; consulenze di esperti tramite il numero verde; informazioni sui dispositivi medici per l’incontinenza; consulenza legislativa e burocratiche; tutela dei diritti organizza convegni e meeting e l’ invio del notiziario associativo“Eureka”. “L’incontinenza urinaria”, dice il professor, Francesco Pesce, responsabile Unità Operativa Complessa di Neuro – Urologia, Ospedale Cpo di Roma- Ostia, Past President Siud, ”con la sua diffusione dovrebbe essere riconosciuta come malattia sociale i numeri parlano chiaro : 200 milioni di persone nel mondo e circa 5 milioni di italiani - uomini e donne anche in giovane età. La patologia che consiste nell´emissione involontaria di urina si classifica in due forme : incontinenza urinaria da sforzo ( Ius) che interessa maggiormente le donne - oltre 3 milioni di italiane - ed è la diretta conseguenza di gravidanze parti e menopausa dove un colpo di tosse, una risata o il semplice sollevamento di una borsa causano fughe di urina e incontinenza urinaria da urgenza o sindrome della vescica iperattiva (Iuu) dovuta a contrazioni involontarie della vescica e caratterizzata dall´improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare più volte durante il giorno e la notte che colpisce invece entrambi sessi senza distinzioni. Queste due forme rappresentano insieme quasi il 90% di tutti i casi. In particolare, l´incontinenza da sforzo si manifesta in forma pura nel 56,7% di tutte le donne incontinenti, mentre in un altro 20,5% si presenta in associazione a quella da urgenza” . L’incontinenza urinaria nell’uomo”, aggiunge il professor Francesco Catanzaro , direttore urologia - Policlinico Multimedica Irccs Milano, è spesso conseguente a interventi alla prostata (ipertrofia prostatica benigna e tumore alla prostata) . Altra forma è l´incontinenza urinaria di origine neurogena ( legata a sclerosi multipla , parkinson , alzheimer , lesioni, midollari da trauma etc ). ” “La donna” spiega il professor Mauro Cervigni ,direttore dipartimento di Uro-ginecologia - Ospedale San Carlo di Nancy, Roma, è maggiormente colpita dall´incontinenza urinaria da sforzo rispetto all’uomo perché i tessuti e i muscoli del perineo coinvolti nella minzione possono subire dei traumi come per esempio quello causato dal parto e dalle trasformazioni fisiologiche della menopausa. L´incontinenza urinaria da sforzo colpisce dal 23 al 50% delle gravide e nella maggior parte dei casi tende a risolversi spontaneamente dopo i primi mesi dal parto divenendo permanente in circa il 10- 20% dei casi, aumenta con la parità e, in primipare che partoriscono per via vaginale. In considerazione di ciò la necessità di attuare strategie di prevenzione e recupero delle complicazioni perineali del parto. Le cause : gravidanze e i parti, soprattutto se numerosi, menopausa , prolasso uro-genitale, esiti di interventi chirurgici uro-ginecologici. I principali fattori di rischio sono l’età avanzata, predisposizione individuale, obesità, menopausa, numero di gravidanze ed eventuali problemi legati al parto. Il sovrappeso (con un Bmi superiore a 25) aumenta di 2 volte e mezzo la probabilità di sviluppare il disturbo. Ma ad esserne colpite sono anche le donne giovani esposte a sforzi fisici intensi o a lavori pesanti che causano veri e propri stress ai muscoli del perineo. Nella maggior parte dei casi il disturbo è comunque conseguente a problemi legati al parto. Le pluripare o le donne che hanno avuto parti in cui si è reso necessario l´uso di forcipe o ventose, sono infatti le più colpite. Peso del bambino alla nascita superiore a 3,7 Kg Infine la carenza ormonale della menopausa, provoca oltre un´alterazione del trofismo della muscolatura perineale e uretrale, anche una diminuzione della vascolarizzazione che altera la funzione delle basse vie urinarie” “L´incontinenza urinaria da urgenza frequenza o sindrome della vescica iperattiva”, spiega il professor Pesce ,” si manifesta invece con improvviso e irrefrenabile bisogno di urinare, diurno e notturno, con o senza fughe di urina. Secondo la definizione dell’International Continence Society, la sindrome è caratterizzata da urgenza minzionale, solitamente associata a frequenza e a nicturia, con o senza incontinenza urinaria, senza che siano presenti infezioni delle vie urinarie o altre patologie note . Il problema è emergente spesso superiore a patologie molto diffuse come asma e diabete e interessa nel nostro Paese oltre 2 milioni di persone uomini e donne - senza risparmiare i più giovani. La sua prevalenza, simile nei due sessi, aumenta con l’età, ed è quindi destinata a crescere col progressivo invecchiamento della popolazione . La gravità e la natura dei sintomi sembrano differire nei due sessi. La diversa anatomia dell’apparato genitale, infatti, fa sì che la sindrome della vescica iperattiva si manifesti soprattutto come incontinenza da urgenza più nelle donne che negli uomini. ”. “L’incontinenza urinaria nell’uomo”, aggiunge il professor Francesco Catanzaro , direttore urologia - Policlinico Multimedica Irccs Milano, è spesso conseguente a interventi alla prostata (ipertrofia prostatica benigna e tumore alla prostata) . Altra forma è l´incontinenza urinaria di origine neurogena ( legata a sclerosi multipla , parkinson , alzheimer , lesioni, midollari da trauma etc ). ” La diagnosi . “La diagnosi” prosegue il professor Pesce “viene effettuata sulla base dei sintomi, dell’esame obiettivo, esame urine, diario minzionale, esame della funzionalità vescicale. ” Sintomi: urgenza con o senza incontinenza da urgenza normalmente accompagnata da pollachiuria ( frequenza ) e nicturia ( bisogno di urinare più volte durante la notte ). Esame obiettivo: l’ ispezione dei genitali esterni e la palpazione dell’addome, pelvi, genitali interni e retto permette di individuare segni di affezioni, come prolasso genitale stipsi, tumori, aumentato volume della prostata che possono causare o complicare l’incontinenza). Esame urine: consente di individuare eventuali infezioni delle vie urinarie, qualsiasi segno di sanguinamento nel tratto urinario, un elevato livello di glucosio eventualmente attribuibile al diabete. Diario minzionale: è utile per controllare la frequenza con cui le persone: bevono, svuotano la vescica (frequenza), registrano perdite involontarie di urina (incontinenza) hanno bisogno di alzarsi di notte per urinare (nicturia) e di misurare la quantità di urina eliminata nel corso delle 24 ore”. Test urodinamici , “sono indicati”, precisa Pesce ” per valutare la funzionalità vescicale e potrebbero includere un esame per misurare: la quantità di liquido che la vescica può contenere (cistometria)e la velocità alla quale esce l’urina dalla vescica (uroflussometria) Questi esami possono contribuire ad escludere altre cause inerenti a problemi urinari . È importante escludere altre condizioni morbose che coinvolgono la vescica come, ad esempio, infezioni urinarie, calcoli urinari, malattie neurologiche e tumori”. .  
   
 

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