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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Luglio 2003
 
   
  BIOTECNOLOGIE: UN´OPZIONE IRRINUNCIABILE PER LA MODERNIZZAZIONE DEL PAESE E IL BENESSERE DEI CITTADINI ALL´ASSEMBLEA APERTA DI ASSOBIOTEC, IL PRESIDENTE, SERGIO DOMPÉ: IL RILANCIO DEL COMPARTO BIOTECNOLOGICO ITALIANO POTREBBE FAR RADDOPPIARE IN DUE ANNI LE NOSTRE IMPRESE

 
   
  Roma, 14 giugno 2003 - "L´italia non può più rimandare l´attuazione di concrete misure per il rilancio delle biotecnologie, secondo il piano di azione adottato nel novembre 2002 dall´Unione Europea. Mettendo in atto azioni mirate, nel giro di due anni, le imprese italiane potrebbero passare da cento a duecento, con un incremento notevole degli addetti, e quelle quotate in Borsa triplicarsi´´. Sergio Dompé, Presidente di Assobiotec, è così intervenuto all´Assemblea dell´Associazione che raggruppa le imprese biotecnologiche italiane, che fa parte di Federchimica. ´´Occorrono impegni concreti per favorire l´innovazione biotecnologica: oggi l´industria italiana del settore si trova ad operare in un contesto che registra, invece, il taglio della spesa per la ricerca e la mancanza di provvedimenti che favoriscano lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. La Germania, per esempio, investe nel biotech oltre 330 milioni di Euro. Noi zero´´ prosegue Dompé. ´´Per crescere il Paese deve puntare sulle tecnologie più innovative, in primo luogo le biotecnologie. Nonostante tutto, in quest´ambito stiamo cominciando a recuperare il gap rispetto al resto dell´Europa, come dimostrano i recenti risultati raggiunti in ambito internazionale dai nostri gruppi di ricerca e il crescente numero di imprese dedicate, anche nel nostro Paese. Ogni ulteriore esitazione rischia di aprire un baratro, in termini di conoscenze, tra noi e la parte più avanzata dell´Europa, e per di più di farci perdere cervelli, le nostre migliori risorse, a tutto vantaggio dei concorrenti stranieri´´ aggiunge Dompé. ´´L´italia del biotech ha molto da offrire, come dimostra l´impegno di centri di ricerca italiani, come Chiron Vaccini, impegnata in prima fila, dopo aver sequenziato il genoma del coronavirus, responsabile della Sars, nell´identificazione del vaccino. Questo non è che un esempio della capacità del nostro Paese di partecipare al processo di sviluppo della conoscenza in atto nel mondo nel biotech: credo che questa realtà meriti a pieno titolo l´impegno delle nostre Istituzioni nel mettere in atto una seria politica di sviluppo´´. ´´In termini concreti l´attenzione del Governo al comparto biotecnologico dovrebbe tradursi in particolare in strumenti come: - il rifinanziamento dei fondi già esistenti per la ricerca applicata e per le applicazioni tecnologiche, predisposti dal Ministero per le Attività produttive e da quello per la ricerca (almeno dell´ordine dei 20 milioni di Euro); - l´attivazione di sgravi fiscali per le imprese impegnate in ricerca e sviluppo, in particolare nel campo dei farmaci orfani, destinati a curare malattie oggi prive di adeguate terapie o trattamenti; - il reperimento di risorse da destinare alla ricerca sulle malattie rare attraverso l´8 per mille; - l´incentivo alla cooperazione tra privato e pubblico, come uno sgravio fiscale del 30% per le spese destinate a contratti di ricerca con gli istituti di ricerca pubblici, nonché all´acquisizione di tecnologia; - la possibilità di riprendere la sperimentazione di campo di varietà geneticamente modificate, insieme alla ripresa delle autorizzazioni di nuove varietà - bloccate da una ingiusta moratoria da 5 anni - e della effettiva commercializzazione dei prodotti già autorizzati. Riallineando l´Italia all´Europa e anzi anticipandola´´. ´´Credo la particolare effervescenza italiana della ricerca biotech, che spicca sugli altri settori, insieme al numero di aziende in crescita, rappresenti un segnale importante per il nostro Paese: è il momento giusto per dare il via ad una seria politica di sviluppo delle biotecnologie. Non è solamente un ´dovere culturale´ verso il sapere scientifico, ma è soprattutto uno strumento per difendere ed alimentare le avanguardie tecnologiche che già possediamo e per avere prodotti e servizi innovativi al servizio di una migliore qualità della vita per tutti i cittadini´´.  
   
 

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