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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Luglio 2003
 
   
  RITORNO AL QUATTROCENTO LA PALA DI BOLOGNOLA: UN CAPOLAVORO RESTAURATO DEL PALAZZO DI VENEZIA CAMERINO, PINACOTECA CIVICA, CONVENTO DI S. DOMENICO, 18 LUGLIO - 19 OTTOBRE 2003

 
   
  Camerino, 17 luglio 2003 - Un nuovo appuntamento con il Quattrocento a Camerino: viene esposto per la prima volta un capolavoro di Giovanni Angelo d´Antonio, da lungo tempo conservato nei depositi del Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma (ove è pervenuto nel 1933 con il lascito Wurts) e rimasto escluso dalla mostra del 2002 (Il Quattrocento a Camerino. Luce e prospettiva nel cuore della Marca) per il precario stato di conservazione in cui si trovava. L´opera viene finalmente presentata al pubblico grazie all´intervento di restauro, promosso e finanziato dal Comune di Camerino e realizzato in collaborazione tra l´Amministrazione Comunale, la Soprintendenza per il Patrimonio Storico-artistico e Demoetnoantropologico per le Marche, la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano e il Museo Nazionale del Palazzo di Venezia. Il restauro, eseguito dallo Studio Bartoli di Roma, è stato completato a giugno di quest´anno. Composta di quattro assi verticali dello spessore di 3,5 cm, la tavola venne dipinta per la chiesa di san Michele Arcangelo di Bolognola di cui risulta sia stato rettore il "religiosus vir dominus Petrus Antonii de castro Bolognole", parente dell´artista. Si tratta di una pala "pro remedio animae" del notaio Giovanni Borgarucci, come risulta dall´iscrizione alla base della cornice: "Hoc Opus Fuit Fact(u)m Pro Ani(m)a S(er) Iohan(n)i Borgarutii De Bononiola". Il dipinto rimase nella collocazione originaria fino al 1855 quando entro` nella collezione Caccialupi di San Severino Marche. Prima di approdare a Palazzo Venezia, la tavola passo` per diverse collezioni tra Roma e Londra. Il luogo d´origine della pala è particolarmente significativo in quanto Bolognola è il borgo natale di Giovanni Angelo d´Antonio, il quale nel suo paese aveva lasciato anche un´altra importante opera: gli affreschi dell´edicola viaria di Villa Malvezzi, che sono stati staccati nei primi anni settanta del secolo scorso e si conservano nella Pinacoteca civica di Camerino, dove ora viene esposta l´ancona del Palazzo di Venezia. Oltre un trentennio separa le due opere: giovanile è la pala di Bolognola, che viene datata, per ragioni di stile, alla metà del quinto decennio del ´400; alla piena maturità appartengono invece gli affreschi di Villa Malvezzi databili al 1475-80. Entrambe le opere di Bolognola sono state tradizionalmente assegnate a Girolamo di Giovanni, considerato dalla critica, almeno a partire dai primi anni del Xx secolo, il più rilevante fra i pittori del Rinascimento camerte. Il primo a riconoscere la pala a Girolamo di Giovanni fu Bernard Berenson nel fondamentale contributo critico del 1907 che avviava gli studi su quell´artista. Come è ormai noto, la revisione del corpus delle opere tradizionalmente riferite a Girolamo di Giovanni è tra i risultati più significativi delle ricerche che hanno avuto come esito la mostra del 2002 Il Quattrocento a Camerino. La revisione ha comportato il trasferimento delle opere più nobilmente luministiche e prospettiche del catalogo di Girolamo di Giovanni a un differente pittore, che è stato chiamato Maestro dell´Annunciazione di Spermento, dalla sua opera più importante, che si conserva nella Pinacoteca civica di Camerino. Numerosi indizi, emersi dalle ricerche documentarie, permettono di formulare l´ipotesi che questo artista sia Giovanni Angelo d´Antonio, citato in numerosi documenti come Angelo Antonio, figlio di Antonio Domenico detto "Pazzo", e definito originario del paese di Bolognola. Il ruolo della pala in mostra è di straordinaria importanza nella identificazione del Maestro dell´Annunciazione di Spermento. L´opera dichiara il forte debito iniziale nei confronti dell´arte di Filippo Lippi, artista prediletto di Piero e Giovanni de´ Medici, nei cui favori si introdusse Giovanni Angelo d´Antonio, come attestato dal tono intimo e confidenziale di alcune missive intercorse tra loro. Un´analoga familiarità legava il pittore ai da Varano, signori di Camerino. Questi rapporti confermano indirettamente l´identificazione di Giovanni Angelo d´Antonio con il Maestro dell´Annunciazione di Spermento, che svolse in più occasioni il ruolo d´artista di corte per i da Varano come nel dipinto eponimo e nel San Giovanni Battista di Avignone, in cui è raffigurato Giulio Cesare da Varano in veste di donatore, o nei dipinti murali del Palazzo Ducale di Camerino. Come scrive Andrea de Marchi nella monografia sui Pittori a Camerino nel Quattrocento, le impressioni lippesche, ravvisabili nella pala, conteranno sempre meno nell´evoluzione del pittore, maturata piuttosto sul confronto con le novità della cultura figurativa padovana dei primi anni cinquanta e poi con l´arte di Piero della Francesca. Per lo stile, la tavola di Bolognola deve precedere l´affresco del 1449 (proveniente dalla chiesa di S. Agostino in Camerino e conservato nella Pinacoteca civica) dove più aperta è la simpatia per Domenico Veneziano e per la sua prospettiva in chiaro. La composizione presenta un raro senso di equilibrio compositivo: l´indovinata distribuzione dello spazio la rende infatti ordinata nella simmetria e nella successione prospettica nonostante i numerosi personaggi rappresentati. Gli angeli musicanti dietro la Madonna sono raccolti in una piccola tribuna; assai ben rappresentati sono Giovanni Battista e Nicola da Bari. I profili sono fortemente marcati, lo sbalzo plastico con effetti artificiosi ed espressivi, molto lontani dal pittoricismo stemperato che il pittore maturò nel suo capolavoro, l´Annunciazione di Spermento. Il trono non è marmoreo, come sarà consueto per il pittore, ma ligneo e fregiato di ornati alla certosina. Alla base la pedana presenta una marmorizzazione sgargiante, ripresa dall´Angelico, che non si ritroverà più nel corpus del maestro. Idee estrose e forti non mancano in tanti dettagli, nella verità fisica di certi incarnati, nelle ali degli angeli multicolori (verdi, gialle, rosse, viola, blu) e puntate verso l´alto, nel volto dell´angelo che affiora appena dietro alla Vergine, con gli occhi azzurri e la bocca spalancata. Il rapporto di frequentazione di Giovanni Angelo con l´altro grande esponente della scuola camerinese, Giovanni Boccati, di cui si parla in una delle lettere conservate presso l´Archivio di Stato di Firenze, trova corrispondenza nel rapporto tra l´ancona di Bolognola e la grandiosa Pala del Pergolato di Boccati, datata 1447 ed eseguita per San Domenico a Perugia e conservata nella Galleria nazionale dell´Umbria. Entrambe le opere appaiono concepite in stretta contiguità, come risulta, tra l´atro, dal confronto fra le figure di san Gregorio Magno (nella pala di Perugia) e di san Nicola da Bari (in questa di Bolognola) che sono quasi sovrapponibili. In queste tavole i due artisti sembrano mostrare con orgoglio il frutto delle esperienze conseguite nella città medicea. La pala di Bolognola viene ora esposta nella Pinacoteca civica di Camerino dove sarà possibile ammirarla a fianco delle altre opere del Maestro dell´Annunciazione di Spermento e degli altri pittori del Rinascimento camerte. Per informazioni Pinacoteca e Museo civici + 39 0737 402309 - 402310; Consorzio La Marca + 39 0733 232218 fax 236999  
   
 

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