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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Luglio 2003
 
   
  LOMBARDI PIÙ RICCHI E PIÙ "RISPARMIOSI" LE "FORMICHE" STANNO A COMO E LE CICALE A CREMONA. PER IL RESTO L´ECONOMIA TIENE.

 
   
  Milano, 18 luglio 2003. La congiuntura negativa ha portato i Lombardi alla prudenza. La propensione al consumo (rapporto consumo/reddito) è scesa dall´87,76 del 2001 all´87,46 del 2002. Sebbene il reddito sia cresciuto dello 0,8% in un anno passando da 16543 euro annui del 2001 a 16680, i lombardi aumentano i risparmi. La classica delle "formiche" vede in testa Como, Lecco, Varese, Lodi. Si dimostrano "cicale" Cremona, Sondrio, Milano e Brescia. Nella regione, tuttavia, si conferma la crescita: 10.763 nuove imprese attive e uno sviluppo (2001/2002) dell´1,4%. La rete imprenditoriale lombarda, che registra un tasso di natalità dell´8,7%, è caratterizzata da una buona presenza di ditte individuali (54,8%), società di persone (22,9%) e società di capitale (20,3%). Nella regione si evidenzia il maggior peso del comparto dell´artigianato (33% sul totale di imprese lombarde) con un tasso di natalità del 7,9%. Extracomunitarie sono 21.667 imprese su un totale nazionale di 124.361, di queste il 32,8% nel settore del commercio, il 25,1% nelle costruzioni e il 15,2% nelle attività manifatturiere. La Lombardia è sempre più produttiva: l´indicatore della ricchezza prodotta cresce del 5,5%. Negativo però, nella difficile situazione internazionale, l´andamento del commercio estero: l´import e l´export da paesi stranieri sono diminuiti entrambi, rispetto al 2001, del 2,9%. Cresce l´occupazione: +1,62 (superiore al valore nazionale pari al +1,46%). Ma la crescita maggiore la registra l´occupazione femminile +2,46%, contro l´1,05% di quella maschile. Emerge dal rapporto annuale "Milano Produttiva", a cura dell´ufficio studi della Camera di Commercio, giunta alla 13° edizione, con un bilancio dell´economia relativo al 2002. "Anche in un anno difficile come è stato il 2002 - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - soprattutto a livello internazionale, la Lombardia ha confermato ancora una volta di godere di buona salute. E´ innanzitutto proseguita, rinnovandosi, quella voglia di fare impresa dei milanesi e dei lombardi che era riemersa già nel corso del 2001. E in questa crescita si inserisce quella a ritmi accelerati dell´imprenditorialità etnica. Nel 2002 in Lombardia si sono registrate quasi 22.000 ditte individuali con titolare extracomunitario, soprattutto nel settore dell´edilizia, del commercio al dettaglio e del piccolo trasporto. La Lombardia con il suo capoluogo è sempre più la regione dei lavoratori della conoscenza, siano essi lavoratori dipendenti o indipendenti, dell´high tech manifatturiero e della net economy, dell´economia dei servizi, delle imprese innovative localizzati nei distretti e meta distretti urbani. Ma dagli aspetti internazionali vengono alcuni dei maggiori punti interrogativi per l´economia lombarda. In una realtà globale le imprese risentono della riduzione del commercio con l´estero in una congiuntura difficile a livello internazionale. Restano poi le sfide sul territorio, a partire dalle infrastrutture per la mobilità delle persone e delle merci. Ma anche dagli investimenti non solo materiali, ma anche immateriali, ossia sulla formazione delle risorse umane, che rappresentano una condizione imprescindibile per il consolidamento di un percorso di crescita fondato sulla qualità".
Province Totale Imprese
Imprese con addetti Incidenza % Addetti Incidenza % Di cui Dipendenti Incidenza %
Varese 53.127 7,9% 236.612 6,9% 161.159 6,5%
Como 37.300 5,6% 159.997 4,7% 105.526 4,3%
Sondrio 15.115 2,3% 48.044 1,4% 27.087 1,1%
Milano 269.773 40,3% 1.774.348 52,0% 1.409.072 57,1%
Bergamo 71.210 10,6% 339.062 9,9% 237.603 9,6%
Brescia 89.210 13,3% 377.782 11,1% 244.669 9,9%
Pavia 39.254 5,9% 120.894 3,5% 66.834 2,7%
Cremona 24.957 3,7% 89.246 2,6% 51.277 2,1%
Mantova 36.106 5,4% 131.233 3,8% 75.195 3,0%
Lecco 20.570 3,1% 93.163 2,7% 62.636 2,5%
Lodi 12.564 1,9% 43.978 1,3% 25.925 1,1%
Totale 669.186 100,0% 3.414.359 100,0% 2.466.983 100,0%
La situazione nelle province - Sono i Mantovani i Lombardi che vantano di registrare, dopo i Milanesi, il pil pro capite più alto con 23.570,8 euro all´anno e una crescita dal 1995 del 25,2%, seguono Brescia (22.739,3; +25,7%), Lecco (21.318,3; +24,9%), Bergamo (21.039,3; +19,8%), Como (20.853,8; +26,3%). Un altro indicatore che ancor meglio esprime il livello di benessere economico della popolazione residente, inteso come la quantità di beni e servizi di cui ciascun individuo può disporre, è il "Reddito disponibile pro capite delle famiglie". Secondo questo indicatore le città in testa alla classifica delle province lombarde sono Varese con 16.079 euro pro capite per famiglia (2002) con una crescita rispetto al 2001 dello 0,6%, Como: 15.329 e una crescita dello 0,7%, Brescia: 15.292, con una crescita dell´1,1%, Pavia: 15.051 euro e una crescita dello 0,7%, rispetto a una media regionale di 16.680 e una crescita dello 0,8%, valori questi trainati da quelli del capoluogo lombardo che registra un reddito di 18.751 e una crescita dello 0,8%. Seguono nella classifica Mantova (15.092; +0,6%), Cremona (14.957;+0,8%), Bergamo (14.877;+1,1%), Lodi (14.756;+1%), Sondrio (13.012;+0,3%). Ma se a Milano si guadagna di più, indubbiamente si consuma di più, nel capoluogo nel 2002 si è calcolato un consumo pro capite pari a 16.523 euro. In un confronto regionale in termini di propensione al consumo, ossia di rapporto consumo/reddito, Milano risulta scavalcata da Sondrio (88,87), Cremona (90,51) e Brescia (88,37); ben più alte della media regionale pari a 87,46 e una media nazionale pari a 86,81. In Lombardia si sta diffondendo sempre di più il fenomeno di imprese organizzate in gruppi. La città che conta il maggior numero di imprese organizzate in gruppo dopo Milano (22.619 imprese) è Brescia (3.549; 28,5% delle società di capitale), seguita da Bergamo (2.964; 25,7%), Varese (2.062; 24,2%) e Como (1.319; 26,9%). Quanto alla collocazione geografica delle imprese lombarde contrariamente alla tendenza di Milano che intensifica i processi di delocalizzazione (31,7% dell´occupazione è creata fuori dal territorio milanese), questo fenomeno è meno evidente nelle altre città lombarde dove, invece, risulta particolarmente alto il grado di attrazione, cioè di occupazione creata sul territorio da imprese esogene. A Lodi il 32% dei dipendenti lavora in imprese con sede fuori dal territorio. Un altro dato alto di attrazione ha anche Cremona (25%,3%), Varese (24,3%), Lecco (21,8%), Pavia (21,4%). Valori ben più alti del dato medio regionale (8,3%).
 
   
 

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