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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Settembre 2003
 
   
  UNA RELAZIONE RACCOGLIE I RISULTATI DEI PROGETTI EUROPEI IN MATERIA D´ISTRUZIONE E FORNISCE RACCOMANDAZIONI AI RESPONSABILI POLITICI DEL SETTORE

 
   
  Bruxelles, 4 settembre 2003 - La Commissione europea ha pubblicato una raccolta di documenti informativi sui risultati dei progetti di ricerca finanziati dall´Ue nel settore dell´istruzione, indirizzata ai responsabili delle politiche. I documenti affrontano una vasta gamma di questioni relative all´istruzione e ciascuno di essi contiene una serie di conclusioni e di raccomandazioni sulle possibili linee d´azione. Gli articoli riguardano progetti finanziati nell´ambito del Quarto e Quinto programma quadro dell´Ue (4Pq e 5Pq). Nel complesso, i progetti coinvolgono oltre 420 team di ricerca di tutt´Europa e del resto del mondo. Sebbene il loro campo di applicazione sia immenso, i progetti possono essere suddivisi, a grandi linee, in cinque categorie: ricerca nel settore dell´istruzione superiore; passaggio dalla scuola al mondo del lavoro; nuovi modelli di governance per l´istruzione e la formazione; utilizzo delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic) nell´apprendimento; e istruzione, disuguaglianza ed esclusione sociale. Nella prefazione allo studio, il direttore generale della Dg Ricerca della Commissione, Achilleas Mitsos, illustra una serie di conclusioni generali. "Le esigenze e le aspettative sociopolitiche nel settore dell´istruzione superiore sono aumentate", scrive Mitsos. Per quanto concerne le disuguaglianze, egli afferma: "Sebbene l´istruzione superiore sia stata considerata da molti governi nazionali un importante strumento per affrontare il problema dell´esclusione sociale, la ricerca europea dimostra che i fattori soggiacenti sono molto più ampi e profondi di quanto talvolta pensino i responsabili politici e che difficilmente il problema potrà essere risolto da un singolo ambito della politica sociale". Uno dei progetti sintetizzati nella relazione riguarda le attività di laboratorio nell´insegnamento della scienza. Esaminando le prassi attualmente adottate da sette paesi dell´Ue, i partecipanti al progetto hanno osservato notevoli differenze per ciò che concerne la quantità di lavoro di laboratorio svolto nelle scuole medie superiori e nei primi due anni dell´università. Inoltre, mentre l´attività di laboratorio si effettua regolarmente nelle scuole di Danimarca, Regno Unito e Francia, in Grecia viene condotta solo a livello universitario. Lo studio ha rilevato, inoltre, che gli obiettivi dell´attività di laboratorio sono spesso limitati e piuttosto invariati. Fra le numerose conclusioni rivolte ai responsabili politici si legge: "L´attività di laboratorio dovrebbe comprendere una gamma di obiettivi didattici più vasta di quella attuale. Questo tipo di attività prevede raramente obiettivi epistemologici, i quali non vengono quasi mai esplicitati dagli insegnanti in sede di preparazione delle attività, delle sequenze e della documentazione di laboratorio. Analogamente, le finalità concettuali, le procedure da apprendere e la raccolta ed elaborazione dei dati rimangono spesso impliciti nella progettazione dell´attività di laboratorio". Un progetto in materia di "genere e qualifiche" ha evidenziato la necessità di disporre di una forza lavoro flessibile, alla luce dell´invecchiamento della popolazione europea. Analizzando la situazione di Regno Unito, Germania, Portogallo, Grecia e Finlandia, i ricercatori si sono stupiti nell´osservare come le differenze fra i paesi fossero più contenute del previsto."L´effetto positivo esercitato dello stato sociale nei paesi nordici non ha prodotto risultati molto diversi da quelli registrati nell´Europa meridionale", recita una delle conclusioni. Lo studio, inoltre, ha osservato che negli ultimi decenni la discriminazione di genere nel mercato del lavoro non è diminuita in modo significativo. Ai responsabili politici, pertanto, viene rivolto un importante messaggio: "Occorre concentrare principalmente gli sforzi sulla promozione di una ´autonomia del genere´ nel settore dell´istruzione e formazione professionale e della formazione professionale permanente, piuttosto che cercare di uguagliare il numero di uomini e donne in ciascuna professione". Un altro progetto finanziato dall´Ue si è concentrato sull´istruzione dei bambini rom. Ricercatori spagnoli, francesi e italiani hanno analizzato la situazione nei rispettivi paesi e sono giunti alla conclusione che "i sistemi d´istruzione esaminati non sono in grado di gestire la scolarizzazione dei bambini zingari/rom in modo costruttivo". Tale situazione sembra essere dovuta ad una serie di fattori politici, socioeconomici, ideologici, istituzionali e culturali. Fra le raccomandazioni formulate dai ricercatori figurano la promozione di politiche d´istruzione che tengano conto dei gruppi europei itineranti e la creazione di infrastrutture che permettano ai bambini nomadi di frequentare scuole normali. Inoltre, si raccomanda di utilizzare lo strumento della discriminazione positiva per ciò che concerne le borse di studio e i servizi di refezione nelle scuole, di promuovere la diffusione delle buone prassi fra gli insegnanti e di evitare il ricorso ad insegnanti specializzati per i bambini rom. Uno studio di valutazione dell´impatto globale esercitato dai progetti individuali sull´apprendimento assistito dalle Tic è giunto alla conclusione che questo tipo di insegnamento modifica il tradizionale rapporto docente-studente. Inoltre, si è osservato che l´utilizzo di tali innovazioni tecnologiche nell´istruzione migliora gli approcci didattici orientati al discente e introduce un cambiamento verso forme di apprendimento più collaborative e partecipative. La ricerca futura, raccomandano gli autori dello studio, dovrà esaminare gli aspetti emotivi dell´apprendimento negli ambienti a base di Tic e valutare il grado di sviluppo delle capacità sociali e d´apprendimento, di autogestione e di altre abilità metacognitive. Nell´ambito della settima priorità "Cittadini e governance nella società basata sulla conoscenza" del Sesto programma quadro (6Pq), sono stati stanziati dei fondi per condurre ulteriori ricerche in materia di apprendimento e conoscenza. "Auspico che i ricercatori attivi in questo settore colgano tali opportunità per approfondire i loro studi sul ruolo dell´istruzione nelle società moderne europee, attraverso il rafforzamento della cooperazione in tutt´Europa e l´integrazione delle prospettive delle varie discipline", scrive Mitsos. La versione integrale della relazione è disponibile nella sezione "Reports" del seguente sito web: http://www.Cordis.lu/citizens/publications.htm    
   
 

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