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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Settembre 2003
 
   
  ANDAMENTO DEI CONSUMI E DEI PREZZI IN UNA RICERCA COOP - COOP SI CONFERMA LA PIÙ CONVENIENTE CATENA ALIMENTARE IN ITALIA

 
   
  Milano, 5 settembre 2003 - Scenario economico: stagnano domanda, reddito, propensione al consumo e fiducia dei consumatori. Si riducono gli investimenti . Il Paese è in una situazione di mancata crescita e eccessiva inflazione. Il Pil per due trimestri consecutivi registra una flessione congiunturale dello 0,1%, portando la stima di chiusura anno allo 0,6%. Coop si conferma la più conveniente catena alimentare in Italia. I suoi prezzi in rapporto alla concorrenza sono risultati, dopo un monitoraggio nelle più importanti città italiane, quelli più convenienti di –1,3 nella rete iper e –2,2 nei super. Crescono clienti e fatturato. Preoccupazione per i cali di produzione e le richieste di aumento dei listini. L’impegno di Coop per i prossimi mesi è quello di contenere al massimo l’inflazione alla vendita sotto la soglia dell’1% pur operando in un contesto di forte incertezza. Questi i principali dati emersi nel corso della Conferenza stampa promossa a Milano dall’Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori e presentati da: Giorgio Riccioni – Presidente Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori/coop (Ancc/coop), Vincenzo Tassinari – Presidente Coop Italia, ed Enrico Migliavacca – Presidente del Distretto Nord Ovest/coop. Andamento dei consumi e dei prezzi Nel corso della conferenza stampa il presidente del Distretto Nord Ovest/coop, Enrico Migliavacca, ha presentato il rapporto annuale su consumi, prezzi e distribuzione, predisposto in collaborazione con Prometeia. Nel primo semestre di quest’anno i consumi sono cresciuti dello 0,7%, non siamo certo di fronte ad una ripresa della spesa delle famiglie. Sono in stasi la domanda e il reddito, mentre calano la propensione al consumo e il clima di fiducia. Le previsioni dei consumi nell’anno 2003 permettono di affermare che la domanda di beni alimentari e di servizi di ristorazione sarà penalizzata dalla dinamica inflazionistica sostenuta, così come lo sarà la mobilità personale, a causa della fine delle incentivazioni settoriali all’acquisto. Opposta la situazione della spesa per cultura, delle relazioni e della “cura del sé”. Tempo libero e ambiente domestico confermano una posizione di forza nello scenario dei consumi. La chiusura del 2003 vedrà un incremento della domanda vicino all’1%. Per quanto riguarda i prezzi la pesante eredità del primo semestre di quest’anno e dei primi due mesi del terzo trimestre, difficilmente permetterà di ridurre il tasso generale di inflazione. La stima di chiusura ipotizzata a fine anno è infatti di prezzi in aumento del 2,7%. Sarà necessario ancora qualche trimestre prima di considerare sgonfiata la bolla inflazionistica cominciata nel 2002. Le dinamiche inflazionistiche continueranno ad essere supportate dagli aumenti dei prezzi dei servizi. La distribuzione moderna ha continuato lo sviluppo della rete ed ha aumentato i punti vendita e le proprie quote di mercato. Un dato comunque spicca per importanza: alla fine dell’anno l’occupazione dipendente del settore commercio sarà diventata maggioritaria; per l’Italia – patria del commercio tradizionale, familiare, sottodimensionato e spesso irregolare – sarà veramente una rivoluzione. Nei primi sei mesi di quest’anno le vendite Coop sono state di 5.155 milioni di euro, con un aumento dell’11,1%. Al 31 dicembre prossimo la crescita dovrebbe raggiungere 11.100 milioni di euro, pari al 12,6% in più sullo scorso anno. Negli ultimi tre anni di maggiore tensione congiunturale – ha dichiarato il presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari – Coop si è distinta come calmieratore dei prezzi alla vendita con quasi 6 punti percentuali di contenimento rispetto alla media Istat. Dall’indagine nazionale di Customer Satisfaction effettuata annualmente da “Cfi & Gpf Group”, Coop nel 2003 si posiziona positivamente sopra la media del Settore Settoriale (+2,3 punti nei supermercati e +2,1 punti negli ipermercati). Si riconferma inoltre la catena della distribuzione al primo posto nel ricordo spontaneo dei consumatori, con un incremento del 6% sul 2001 e oltre 14 punti di vantaggio sulla seconda insegna. Questo apprezzamento si traduce con un più che positivo andamento sul mercato. La società internazionale “Panel de Gestion”, specializzata nel monitoraggio sistematico dei prezzi nella grande distribuzione, ha rilevato nelle principali città italiane la maggiore convenienza di Coop rispetto alle più importanti insegne concorrenti; in particolare nel mese di giugno Coop si conferma meno cara del -1,3 nella rete ipermercati e -2,2 nella rete supermercati rispetto ai principali concorrenti. Tali risultati trovano conferma anche dai primi dati provvisori di fine agosto che, nei principali capoluoghi di provincia, ci vedono come i più convenienti. Inoltre tangibile riconoscimento dell’apprezzamento dei clienti è nel trend delle vendite Coop, che nel periodo gennaio-luglio 2003 ha segnato un incremento superiore di oltre 5 punti a quello medio del mercato moderno (Coop +12,2% - Mercato +6,8%). Conseguenza di questa positiva dinamica delle vendite è l’incremento della nostra quota di mercato complessiva (food + non food), che oggi raggiunge il 17,9%. Come Coop esprimiamo una forte preoccupazione per gli effetti di una stagione straordinariamente calda, sui cali di produzione delle principali materie prime e sulle possibili ripercussioni negli mesi del 2003 e ancor più del 2004. I segnali di criticità sono piuttosto evidenti su: zucchero, grano, soia, mais e foraggiere (fieno). Tali incrementi di prezzo andranno ad interferire sui costi di tutta la zootecnia italiana, oltre che di importanti comparti dell’industria alimentare. Elementi di tensione sono da registrare anche in mercati importanti come quelli dell’olio e delle conserve di pomodori. E’ inoltre in grande tensione tutto il settore zootecnico in conseguenza delle alte temperature persistenti nel tempo, che hanno causato mortalità nell’avicunicolo. Anche nell’ortofrutta si attendono nei prossimi mesi, in alcuni mercati, sensibili richieste di aumento. Per quanto riguarda i mercati non alimentari Coop ha agito in logiche di riduzione dei prezzi all’acquisto sia sui mercati nazionali che internazionali, ribaltando il vantaggio inflativo sul consumatore finale; per esempio, tra tutti i prezzi praticati nei nostri punti vendita, sugli zaini registriamo una diminuzione media che varia dal -3 al -6%. Per quanto riguarda l’industria alimentare Coop precisa, anche rispetto alle recenti dichiarazioni del presidente di Confindustria, che le industrie hanno avanzato nel corso del 2003 richieste di aumenti dei listini del 3,3%. Pertanto è soprattutto grazie ad un forte impegno della grande distribuzione, ed in primis di Coop che tale spinta all’aumento dei prezzi non si è tradotta in inflazione effettiva per il consumatore finale. Per questa ragione l’industria di marca dovrà impegnarsi in questa azione di calmieramento dei prezzi contenendo le richieste di aumento dei listini e diluendole nel tempo. La nostra parte l’abbiamo fatta – ha sostenuto Giorgio Riccioni, presidente dell’Ancc/coop – e continueremo a farla in coerenza con la nostra missione. Le previsioni per il 2004 non sono comunque confortanti. Questa situazione negativa, che interessa tutta l’Europa, è principalmente il derivato di fattori oggettivi, in primo luogo la prolungata siccità. Ciò potrebbe causare aumenti diffusi dei prodotti finiti dell’intero comparto alimentare. E’ per questa ragione che riteniamo necessaria un’attenzione particolare della comunità e del Governo italiano e la produzione di un complesso di iniziative mirate a contenere l’espansione dei prezzi e ad impedire qualsiasi tipo di speculazione, ma i processi inflativi non possono essere gestiti senza interventi strutturali in grado di elevare il livello della competizione. Appaiono perciò sempre più assurde le normative che impediscono l’espansione della distribuzione organizzata, che limitano le promozioni e che impediscono “di fatto” l’esercizio delle vendite sottocosto. Nei primi sette mesi dell’anno Coop è riuscita a garantire una bassa inflazione con un grande impegno di contenimento, anche dei prezzi all’acquisto. I fenomeni sopra evidenziati renderanno estremamente difficile l’azione di contenimento dei prezzi alla vendita. Nei prossimi mesi Coop cercherà di contenere l’inflazione alla vendita comunque sotto la soglia dell’1%, pur in un contesto di forte incertezza.  
   
 

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