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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Settembre 2003
 
   
  I PREZZI DEI LIBRI DI TESTO PER LE SCUOLE SECONDARIE? SONO CRESCIUTI IN MEDIA DELL’1,35%. L’ISTRUZIONE DIVENTA UN INVESTIMENTO PER LE FAMIGLIE ITALIANE: PER PIÙ DELLA METÀ DEGLI ITALIANI È UNA PRIORITÀ NELLE SPESE DELLA FAMIGLIA, SECONDA SOLO ALLA CASA

 
   
  Roma, 4 settembre 2003 - “Quanto “pesa” il libro di scuola nella cultura e nei consumi delle famiglie?” Pesa tanto per il valore che gli attribuiscono gli italiani. E pesa poco, in relazione ai prezzi, perché considerato essenziale. E’ quanto emerge dall’indagine presentata oggi, 4 settembre, a Roma, dall’Ispo (Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione) per l’Associazione Italiana Editori (Aie). I prezzi dei libri – Sono cresciuti in media dell’1,35% i prezzi dei libri di testo scolastici. L’analisi, che ha comparato il listino prezzi 2002 sul 2003 dei 31.895 libri di testo presenti in commercio, ha messo in evidenza come per la scuola media inferiore la variazione rispetto all’anno precedente sia del +1,26%: i libri di corso crescono del +1,78%; i libri di supporto (sussidiari, eserciziari…) del +0,89%; atlanti, codici e dizionari del +1,71%. Per la scuola superiore invece lo scostamento risulta del + 1,38%: i libri di corso crescono del +1,56%; i libri di supporto del +1,16%; atlanti, codici e dizionari del +1,49%. Qualche elemento in più? Il prezzo dei testi delle materie curriculari (matematica, italiano…) oscilla tra il +0,91% di filosofia, psicologia e sociologia, il +1,11 dell’italiano fino al +1,63% della matematica. Più della metà dei libri di testo (il 55%) ha comunque mantenuto un prezzo stabile; il 12% ha registrato un aumento inferiore al 2,5%; il 22% ha avuto un rincaro tra il 2,5 e il 3% e l’11% ha superato il 3%. < I dati parlano chiaro. Non si è assistito a nessun caro – libri record – ha chiarito il presidente del Gruppo Editoria Scolastica dell’Associazione Italiana Editori, Roberto Gulli – Il senso di affidare il confronto di tutti i listini 2002 - 2003, che sono pubblici e depositati e non possono essere variati per l’intero anno solare, a una società terza aveva proprio lo scopo di presentare la situazione reale degli aumenti, evitando insinuazioni di posizioni di parte>. Le percezioni dei rincari degli italiani - Ma l’analisi è andata anche oltre, evidenziando come per gli italiani l’istruzione dei figli sia una priorità assoluta. La ricerca - condotta su un campione rappresentativo della popolazione di 4.206 individui con più di 13 anni, di cui 1.246 genitori con figli che vanno a scuola – non lascia dubbi: più della metà degli italiani la inserisce tra le prime tre voci di spesa per cui vale la pena spendere i risparmi della famiglia, seconda solo alla casa. Per il 78% dei genitori è la priorità assoluta. Nelle percezioni del caro – prezzi degli italiani sono gli alimentari i più citati (64% dei casi), seguiti da abbigliamento (46%), svago (30%) e medicinali (28%). Solo agli ultimi posti sono indicati i libri di testo, citati dal 9% degli intervistati. Gli italiani sono chiari anche sul tema - spesa per l’istruzione: nel complesso, la voce più “pesante” in termini di costi è data dal corredo scolastico. Lo ammette più del 70% dei genitori. <L’istruzione - ha spiegato Renato Mannheimer dell’Ispo – è considerata dagli italiani un vero e proprio investimento, tanto che più di un genitore su due (il 53%) è disposto a spendere di più perché i figli possano studiare su libri aggiornati. E la qualità del testo è considerata essenziale per l’apprendimento dei ragazzi non solo dal 76% dei genitori, ma anche dal 63% degli studenti>. Il commento – <Quindi “Quanto “pesa” il libro di scuola nella cultura e nei consumi delle famiglie?” – commenta Gulli – Pesa tanto per il valore straordinario che gli italiani vi attribuiscono: è un peso assolutamente positivo. E pesa poco perché, a fronte, dell’aumento dei prezzi dei libri – giocato senza nessuna speculazione nel mercato e in un regime di libera concorrenza - l’istruzione è considerata un bene essenziale>.  
   
 

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