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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Maggio 2012
 
   
  VIA LIBERA ALLA NUOVA CARTA GEOLOGICA DELLE REGIONI UMBRIA, TOSCANA, MARCHE ED EMILIA-ROMAGNA. FIRMATO A FIRENZE PROTOCOLLO D’INTESA

 
   
  Perugia, 29 maggio 2012 - Le regioni Umbria, Toscana, Marche ed Emilia Romagna hanno firmato, venerdì 25 maggio, a Firenze, nella Palazzina Lorenese della Fortezza da Basso, il protocollo di intesa “Continuum Territoriale Geologico Interregionale”. Il protocollo, che per la regione Umbria è stato siglato dall’assessore regionale ai lavori pubblici Stefano Vinti, avvierà il lavoro di redazione della nuova Carta Geologica dell’Italia Centrale che oltre a trovare modi comuni fra le quattro Regioni di elaborare dati geologici e di divulgarli, renderà disponibili, a breve, strumenti cartografici e geotematici per gli Enti Locali, per il mondo professionale e per gli stessi cittadini promuovendo fra l’altro una cultura consapevole sul rischio idrogeologico. “La stipula del Protocollo d’Intesa, ha affermato l’assessore Vinti, non è solo un punto di partenza per una proficua collaborazione nel campo della formazione e divulgazione di strumenti di conoscenza geologica ma è anche un importante punto di arrivo nella collaborazione da tempo attivata fra le quattro Regioni firmatarie nel modo di rilevare, rappresentare e diffondere dati prevalentemente geologici”. Già, nel Comitato Nazionale di Coordinamento fra i Servizi Geologici Regionali, da oltre 10 anni, le quattro Regioni, insieme ad altre, hanno proposto, condiviso e spesso attuato, metodi di lavoro comuni, poi recepiti anche con direttive e linee guida nazionali. Uno dei temi di grande importanza ed attualità che il “Continuum Territoriale Geologico Interregionale“ dovrà affrontare e sviluppare è senz’altro quello riguardante il rischio idrogeologico e nello specifico il rischio idrogeologico da frana che ha una più stretta connessione con le caratteristiche geologiche del territorio. In questo settore c’è necessità di affinare il modo di rilevare i dati sulla franosità attraverso un coordinamento più stretto ma c’è soprattutto bisogno di rappresentarli e diffonderli in maniera omogenea e condivisa, anche in relazione ai due grandi strumenti di rilevanza nazionale sui quali si è cercato di trovare un modo di lavorare coordinato, il progetto Iffi ( Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia ) e i piani Pai (Piani di assetto idrogeologico) delle varie Autorità di Bacino. In entrambi i casi il substrato fisico sul quale si manifestano i fenomeni è per le quattro Regioni pressoché lo stesso: l’Appennino Settentrionale e delle Valli collegate, che contribuiscono a formare bacini di rilievo nazionale come quello del Po, del Tevere e dell’Arno. Sui data base delle Regioni sono presenti al momento banche dati simili ma non uguali, scale di mappatura spesso diversificate e con differenti dettagli, modi di diffusione locali diversi o in qualche caso assenti e criteri di aggiornamento ed archiviazione dissimili. “Su tutti questi aspetti, continua Vinti, c’è ancora molto da lavorare e il protocollo d’intesa è il mezzo più adatto per ottenere risultati omogenei a qualità uniforme. La conoscenza geologica e la possibilità di fruirne estesamente e telematicamente sono fondamentali nella comprensione dei fenomeni franosi, del rischio che ne deriva e soprattutto delle azioni da intraprendere per mitigarlo. Per la determinazione della pericolosità geologica da frana, in merito alla suscettibilità, ad esempio, entrano in gioco molti parametri geologici, che se trattati informaticamente permettono in breve tempo di produrre utilissime elaborazioni. Fissare ad esempio un numero minimo ed identico di parametri da considerare sarebbe già un risultato. Sicuramente sarebbe un altro importante obiettivo la diffusione omogenea e magari con la stessa piattaforma su un sito web condiviso delle aree a rischio frana molto elevato ed elevato visto che in qualche caso, tra l’altro, tali fenomeni si estendono a cavallo degli stessi confini regionali. L’attuazione del Protocollo, conclude Vinti, oltre a trovare modi comuni fra le quattro Regioni di elaborare dati geologici e di divulgarli, renderà disponibili, a breve, strumenti cartografici e geotematici per gli Enti Locali, per il mondo professionale e per gli stessi cittadini promuovendo fra l’altro una cultura consapevole sul rischio idrogeologico”.  
   
 

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