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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Settembre 2003
 
   
  AL GRANDE SCRITTORE INTITOLATO ANCHE IL PARCO URBANO UNA STELE DI ARNALDO POMODORO AL CIMITERO EBRAICO CELEBRA LA MEMORIA DI GIORGIO BASSANI

 
   
  Ferrara, 24 settembre 2003 - Sarà la luce del bronzo plasmato da Arnaldo Pomodoro a fare da guida verso il luogo del riposo di Giorgio Bassani. Nella quiete verde dell’antico cimitero ebraico di Ferrara, l’opera di uno degli artisti italiani contemporanei più apprezzati nel mondo rende omaggio, per volere dell’Amministrazione comunale e di Ferrara Arte, al grande scrittore scomparso. A Bassani, il Comune di Ferrara ha voluto dedicare anche il parco urbano che congiunge a nord la città con l’argine del Po. La cerimonia per l’intitolazione seguirà quella programmata al cimitero ebraico. Qui, la stele realizzata da Pomodoro e presentata in anteprima a Milano il 30 giugno scorso, è stata posizionata nel prato che circonda la tomba di Bassani, secondo le linee del progetto elaborato dallo studio Sartogo di Roma. L’effetto che ne deriva è quello di un susseguirsi di tracciati geometrici che dalla dimensione orizzontale del basamento, si sviluppano verso l’alto, creando un ideale contatto tra cielo e terra. L’inconfondibile stile di Pomodoro, con la maestosità dei suoi elementi e delle sue forme, offre a ferraresi e visitatori nuove ragioni per intraprendere percorsi di visita attraverso le testimonianze di un’antica cultura, raccolte in uno degli spazi più suggestivi della Ferrara ebraica. Uno spazio che Roberto Pazzi definisce come “un favoloso giardino […], magico come i giardini di un film di Kurosawa, più giapponese che italico, per nulla funebre, ma luogo sospeso”. “Sospeso” come gli altri spazi della città ebraica che lo scrittore descrive seguendo un itinerario ispirato agli scritti ferraresi di Giorgio Bassani. Così le vie dell’ex ghetto sono per Pazzi un “luogo dell’anima, riconoscibile in un settore antichissimo, fatto di tre strade con qualche appendice: via Mazzini, via Vignatagliata e via Vittoria” fra le quali “esistevano ben dieci sinagoghe”. Accanto a queste vie lo scrittore ricorda la presenza silenziosa di alcune enclave ebraiche fuori dal ghetto tra cui, oltre al “bellissimo cimitero israelitico che oggi accoglie le spoglie di Bassani”, anche un altro “più antico e piccolo cimitero ebraico, in via Arianuova, tanto caro in una sua poesia a Gianfranco Rossi, lo scrittore ebreo cugino di Bassani”. E’ proprio grazie a questi luoghi e ai “fantasmi che la poesia di Bassani ha saputo creare, che si ha spesso la sensazione – secondo Pazzi – di vagare in una città della memoria avvitata dentro una città spaziale. Tempo e spazio si abbracciano in una sola Ferrara, dal cuore segreto, che si apre a chi abbia letto e amato l’opera dello scrittore figlio d’Israele ma, prima ancora, figlio di Ferrara”.  
   
 

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