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Notiziario Marketpress di Venerdì 26 Settembre 2003
 
   
  PIETRO TRAVAGLIA, UNO SCENOGRAFO ITALIANO AL CASTELLO ESTERHAZY DI FERTOD

 
   
  Da diversi decenni, l´insediamento di Eszterhaza, sulla riva del lago Ferto (Neuseedler See), nella zona occidentale dell´Ungheria e al confine con l´Austria, ha assunto il toponimo di Fertod. Questo cambiamento di denominazione ha lasciato naturalmente immutato il fascino del castello Esterhazy, che ne è il cuore e che attira anche oggi molti turisti. Gli appassionati e gli esperti di tutela dei monumenti stanno approntando numerose iniziative perché l´edificio e i suoi dintorni recuperino l´antico splendore. Una delle iniziative più recenti, in tal senso, è il gemellaggio con il pregevole Castello di Duino (Ts): una partnership che può concorrere a fare del castello Esterhazy uno dei più suggestivi e interessanti centri culturali e artistici d´Europa. Meritano ogni appoggio le iniziative miranti a ridonare al castello e all´area circostante lo stile che avevano negli ultimi decenni del Xviii secolo, quando il principe Niccolò "il Magnifico" Esterhazy, coltissimo e munifico mecenate, fece costruire, vicino al lussuoso palazzo immerso in un enorme parco, il teatro dell´opera, in stile barocco. Da Kismarton (vicino castello degli Esterhazy, oggi in territorio austriaco) giunse anche il giovane Haydn con la sua orchestra e compagnia operistica, per deliziare il principe - molto appassionato dell´opera buffa italiana - e i suoi ospiti. La fama che il castello acquistò, era tale che l´imperatrice Maria Teresa dichiarò - così si diceva - che chi voleva assistere ad un buon spettacolo d´opera doveva recarsi ad Eszterhaza. Straordinario collaboratore di Haydn, nella rappresentazione delle opere, fu lo scenografo e costumista italiano Pietro Travaglia, allievo e collaboratore dei famosi fratelli Galliari, proveniente da Milano (una curiosità: un altro allievo dei Galliari, Pietro Gonzaga, restò a Milano e divenne capo scenografo del Teatro alla Scala). Gli esperti ungheresi di storia del teatro segnalano che Travaglia continuò anche nel Settecento - epoca nella quale le mansioni di scenografo erano già ben articolate - a curarsi di tutto, tanto dei progetti quanto della realizzazione degli elementi architettonici e prospettici delle scene. Una parte dei progetti di scena e dei costumi è giunta fino a noi. I disegni preparati da Travaglia per la rappresentazione dell´opera di Haydn, Orlando Paladino, si trovano nel libro di bozze dell´artista; il documento, prima posseduto da Géza Laczka, ex pittore di scene del Teatro dell´Opera di Budapest, fa parte oggi della collezione di storia del teatro della Biblioteca Nazionale Széchényi. Lo stile adottato dai fratelli Galliari nella progettazione delle scenografie cercava di allontanarsi dalla tendenza preesistente - basata su forti effetti prospettici, tesi a rendere le profondità, le prospettive e gli spazi architettonici - per introdurre invece nella scenografia una visione piuttosto pittorica. Al contrario, Travaglia si affidò, a Eszterhaza, proprio alle tradizioni prospettiche e alla loro dimensione spaziale, come si desume dal volume delle bozze. Fra i progetti vi sono sale reali, atri di grande bellezza e anche alcuni paesaggi. Alcuni ricercatori ipotizzano un ingaggio del Travaglia da parte di Niccolò "il Magnifico" Esterhazy nell´anno 1771, altri inclinano per una data posteriore, ma tutti concordano sul fatto che Pietro Travaglia si trattenne per vari decenni in Ungheria. A riprova di ciò, vi è anche una lettera nella quale l´artista italiano chiede un aumento di pensione. È facile immaginare che se il Travaglia scelse di abbandonare Milano - cioè la propria patria, all´epoca città di grande importanza sotto il profilo culturale - con ogni evidenza Eszterhaza doveva essere un luogo non meno notevole. Il convegno intitolato "Teatro dell´opera di Eszterhaza: passato e futuro?", organizzato lo scorso mese di maggio a Budapest, presso l´Accademia Ungherese delle Scienze, dalla Sovrintendenza Statale dei Monumenti e dalla Società ungherese Haydn, ha offerto una pregevole occasione di discussione anche su questo tema, grazie pure alla partecipazione, tra gli altri, del professor Eugenio Bettinelli che ha esposto la storia del teatro di Sabbioneta. Nell´ambito della conferenza è stata presentata, mediante un´animazione multimediale, una ricostruzione dell´antico teatro barocco dell´opera di Eszterhaza, che ci si augura venga ricostruito in futuro.  
   
 

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