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Notiziario Marketpress di
Giovedì 09 Ottobre 2003 |
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ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA IL CONSIGLIO EUROPEO DI OTTOBRE A BRUXELLES: “UN´EUROPA PIÙ PROSPERA E PIÙ SICURA”
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Bruxelles, 9 ottobre 2003 – Di seguito il discorso di Romano Prodi per la presentazione del Consiglio europeo che a breve si terrà a Bruxelles: “ Signor Presidente, Onorevoli deputati, Il Consiglio europeo del 16 e 17 ottobre prossimi affronterà il rafforzamento dell´area di libertà, sicurezza e giustizia e il rilancio della nostra economia. Voglio soffermarmi quest´oggi su questi due importanti capitoli. L´immigrazione ha smesso da tempo di essere una pura questione nazionale. Essa è assurta drammaticamente a questione europea con il consolidarsi di flussi di immigrazione sempre più massicci e con l´affermarsi di pratiche criminali che hanno allarmato tutti gli Stati membri. La gestione delle frontiere deve quindi diventare un compito comune che dobbiamo affrontare insieme, nell´interesse di tutti i cittadini. Con l´imminente allargamento, le frontiere esterne dell´Unione si estenderanno e ricadranno quasi per intero sotto la responsabilità dei nuovi Stati membri. I nuovi paesi membri non sono in grado di gestire da soli questo compito gravoso, che comporta non solo aspetti di polizia ma anche, e direi soprattutto, di pianificazione politica e sociale del fenomeno. Da una parte, infatti, per la nostra coscienza umana e civile, il traffico di esseri umani e i viaggi verso la speranza compiuti in condizioni disumane sono intollerabili. Dall´altra, dobbiamo affrontare con decisione la questione dei flussi migratori e gestire in modo coordinato le frontiere di tutta l´Unione. Il Consiglio europeo di Salonicco aveva indicato la via, sottolineando la necessità di accelerare l´attuazione del programma di Tampere, specialmente per quanto la politica comune europea in materia di asilo e migrazione. Al prossimo Consiglio, in attuazione del mandato del Consiglio europeo, la Commissione presenterà una serie di misure con l´obiettivo di giungere rapidamente al completamento di tale politica comune. Per cominciare, è allo studio l´istituzione di un´Agenzia per la gestione e il coordinamento operativo delle frontiere, sulla quale il Consiglio potrà prendere una decisione entro la fine dell´anno. Il suo compito non sarà di sostituire i corpi di frontiera nazionali ma di organizzare gli aspetti operativi orizzontali quali l´analisi dei rischi, la formazione, la ricerca e l´acquisto di attrezzature da concedere in uso agli Stati membri. Uno studio speciale è stato dedicato alle frontiere marittime con l´obiettivo di integrarle nell´organizzazione generale delle frontiere esterne dell´Unione. La Commissione proporrà inoltre di introdurre nei visti e nei permessi di soggiorno degli identificatori biometrici, in attesa di inserirli nei grandi sistemi informativi e in particolare nella seconda generazione del Sistema Integrato di Schengen (Sis). Stiamo infine preparando iniziative volte a rendere più sicuri i passaporti. Nell´affrontare questo delicato argomento, tuttavia, non dimenticheremo mai che la sicurezza e il controllo non devono pregiudicare il diritto dei cittadini alla propria riservatezza. L´aspetto più urgente da affrontare è senza dubbio quello dei flussi migratori. Gli immigrati legali sono una risorsa economica, culturale e umana che dobbiamo ricevere rispettando la loro dignità e integrare nel modo migliore nelle nostre società. Una politica attiva sull´immigrazione economica e sull´integrazione deve perciò tenere conto della situazione nel paese di provenienza degli immigrati, delle nostre necessità economiche e sociali e delle effettive capacità di integrazione dei nuovi arrivati. Nello stesso tempo, è nostro dovere combattere l´immigrazione clandestina. Due sono gli strumenti su cui dovremo mettere l´accento nei prossimi mesi: gli accordi di riammissione e le politiche di rimpatrio. Così come ci era stato chiesto dal Consiglio, la Commissione ha aperto i negoziati con un gran numero di paesi terzi per definire le modalità di riammissione dei cittadini entrati illegalmente nel territorio dell´Unione. Nonostante il grande impegno, si tratta di negoziati difficili: la Commissione deve infatti ottenere dai paesi terzi non solo la riammissione dei cittadini del paese, ma anche quella dei cittadini di altri paesi in transito per quello Stato. Sulla base della nostra esperienza, le trattative avranno buon esito solo se inquadrate in un contesto più ampio e se accompagnate dall´offerta di una serie di incentivi. Per esempio nell´accordo Authorized Destination Status (Ads) che abbiamo concluso la scorsa settimana con la Cina--e che comprende una clausola di riammissione--hanno avuto un ruolo determinante considerazioni di natura commerciale. L´altro nodo è quello di offrire ai paesi partner delle quote di immigrazione garantita, di preferenza nel quadro di trattative comprendenti la cooperazione economica, gli aiuti allo sviluppo e l´accesso ai mercati. È indispensabile, infatti, che gli Stati Membri facilitino la nostra posizione negoziale per arrivare ad accordi equi in grado di contribuire a costruire il necessario clima di collaborazione e di fiducia con i nostri partner. Ogni politica di rimpatrio deve essere inoltre accompagnata da un adeguato finanziamento delle diverse fasi della sua attuazione. Per assicurare l´efficienza delle operazioni nel pieno rispetto della dignità delle persone coinvolte, la Commissione proporrà in autunno l´istituzione di uno strumento finanziario dedicato a far fronte ai rimpatri negli anni che vanno dal 2004 al 2006. Sulla base dell´esperienza così maturata, nelle nuove Prospettive finanziarie che entreranno in vigore nel 2007, si dovrà prevedere un vero e proprio Fondo europeo per i rimpatri. Ci troviamo oggi di fronte a flussi migratori nei quali è difficile distinguere i rifugiati in cerca di asilo dagli emigrati spinti da ragioni economiche. Dobbiamo perciò offrire protezione a chi ne ha bisogno e, allo stesso tempo, regolare l´ingresso degli altri in modo programmato. Bisogna prima di tutto rafforzare l´istituto dell´asilo, che è parte integrante della nostra tradizione umanitaria ma che attraversa un momento di profonda critica da parte dell´opinione pubblica. In applicazione delle conclusioni del Consiglio europeo di Salonicco, la Commissione completerà la prima fase della costruzione del sistema di asilo comune deciso a Tampere con l´adozione entro la fine dell´anno delle due direttive ancora mancanti: quella sulle procedure e quella sulla definizione di rifugiato. Onorevoli deputati, Passo ora all´altro grande argomento di cui si occuperà il consiglio di Bruxelles: il rilancio dell´economia europea. Negli ultimi due anni la nostra economia non ha offerto segnali positivi. Il quadro è di crescita fiacca, di scarsa fiducia delle famiglie e delle imprese e di investimenti deboli. Alcuni indicatori recenti, tuttavia, fanno intravedere un punto di svolta e l´attuale fase di stagnazione potrà essere forse finalmente superata. Le condizioni economiche di base--“i fondamentali”--sono buoni grazie al rispetto dei regole e comportamenti meno divergenti da parte dei paesi membri, soprattutto in conseguenza dell´adozione dell´euro e grazie a una maggiore presa d´atto della necessità di applicare le riforme strutturali decise a Lisbona. È quindi giunto il momento di dare alla nostra economia un nuovo impulso. La settimana scorsa la Commissione ha preparato a questo scopo l´adozione di una Iniziativa europea per la crescita, che ora passa al Consiglio per essere messa in atto. L´iniziativa si basa, ovviamente, sulla strategia di Lisbona relativa agli investimenti nelle reti e nella conoscenza. Tuttavia essa ha l´ambizione di mobilitare a breve termine risorse pubbliche addizionali e, soprattutto, nuove risorse private per finanziare progetti infrastrutturali su scala veramente europea e per rilanciare in modo rigoroso la ricerca e l´innovazione. Il messaggio indirizzato ai nostri cittadini è dunque quello di porre concretamente le basi per un miglioramento strutturale e di lungo periodo della nostra competitività. Una rete di infrastrutture di trasporto e di comunicazione su scala europea è infatti fondamentale per migliorare l´integrazione delle nostre economie e aumentare la coesione all´interno della nostra Unione allargata. Dimostrando la nostra determinazione daremo un segnale chiaro della capacità dell´Unione di prendere finalmente decisioni economiche ormai non dilazionabili. Le nuove opportunità di mercato garantite dall´impegno finanziario degli Stati membri, dell´Unione e dei privati stimoleranno a loro volta un impegno diretto da parte delle imprese europee. Gli effetti diretti degli investimenti nei progetti si manifesteranno già all´apertura dei cantieri, il che potrà avvenire rapidamente per un numero significativo di opere. L´iniziativa che vi presento oggi fa tesoro dell´esperienza accumulata da altre iniziative precedenti e cerca di superare difficoltà precedenti che in passato hanno provocato lentezze e risultati frammentari. A questo proposito, la settimana scorsa la Commissione ha adottato un pacchetto che comprende, fra l´altro, 29 grandi progetti per le Reti transeuropee pari a un investimento complessivo di circa 220 miliardi di euro da qui al 2020. Questo è il quadro di insieme di quello che deve essere realizzato se vogliamo dotare il mercato unico di una struttura di infrastrutture efficienti suscettibile di assicurare uno sviluppo competitivo dell´economia europea. Tuttavia, nel breve periodo, è chiaro che solo alcuni progetti sono maturi per passare alla fase di esecuzione. La Commissione presenterà al Consiglio europeo un´indicazione delle priorità temporali di realizzazione delle opere comprese nella lista, in modo da permettere ai capi di Stato e di governo di concentrare gli sforzi e dare il massimo impulso possibile al rilancio dell´economia nel breve termine. Se l´iniziativa prevede una maggiore partecipazione delle risorse private negli investimenti di base, è chiaro che il ruolo delle finanze pubbliche resta sempre importante. Il loro equilibrio e soprattutto la qualità della spesa pubblica diventano assolutamente fondamentali. Bisogna riorientare gli investimenti verso la crescita e favorire la partecipazione del settore privato. Per aumentare la leva finanziaria e, quindi, per accelerare il completamento delle opere, proponiamo di portare dal 10 al 30% il contributo del bilancio comunitario alle parti transfrontaliere dei progetti a priorità più elevata. Con questo, la mobilitazione delle risorse private sarà grandemente facilitata. Abbiamo tuttavia anche bisogno di un ruolo maggiore della Banca europea per gli investimenti. Per questo l´Iniziativa propone di coinvolgerla con un ruolo più forte nell´agevolazione e nella condivisione del rischio dei finanziamenti. Inoltre, noi opereremo presso gli Stati membri perché aumentino gli investimenti nella ricerca e sviluppo e nella conoscenza per lo sviluppo del capitale fisico e umano. Queste sono le sole ricette per sostenere l´occupazione in modo duraturo e sostenibile. Non mi stancherò di ripetere che la supremazia nella concorrenza internazionale si gioca oggi nell´innovazione e nella ricerca avanzata, nei centri di eccellenza, nella creazione e nella trasmissione dell´informazione e della conoscenza. Dobbiamo inoltre fare di più nel campo della formazione permanente dei nostri lavoratori, e infine, dell´istruzione dei nostri cittadini. Assieme a un forte impegno nelle riforme strutturali, gli Stati membri dovranno quindi aumentare la loro azione in questi settori, approfittando anche delle risorse comunitarie quali il Sesto programma quadro, la Riserva di efficacia ed efficienza (Performance reserve) e il riesame intermedio dei Fondi strutturali del 2004. Onorevoli deputati, Dobbiamo collegare i grandi centri di ricerca europei fra loro, sostenere le loro attività e trasformarli in poli di attrazione per gli studiosi e gli scienziati di tutto il mondo. Dobbiamo puntare sull´innovazione tecnica e scientifica e sui meccanismi che consentono al settore produttivo di tradurla in processi e prodotti nuovi e più competitivi. Su questo tavolo si gioca la nostra prosperità futura, la nostra presenza nella scena internazionale e la nostra capacità di difendere gli interessi e di affermare i valori dell´Europa nel mondo. Su questa sfida dobbiamo trovare la volontà politica per andare avanti, con decisione e con ambizione. |
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