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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Ottobre 2003
 
   
  IL DIBATTITO SULLA BIOETICA APPRODA SULLA SCENA PUBBLICA

 
   
  Bruxelles, 14 ottobre 2003 - Il rapido progresso scientifico e tecnologico può favorire il sorgere di seri dilemmi di natura etica che interessano i cittadini europei. Ci si pone, quindi, un interrogativo fondamentale su come informare e coinvolgere i cittadini nei conseguenti dibattiti etici. L´istituto europeo di bioetica, con sede a Bruxelles, è un organismo che ha raccolto la sfida di portare tali dibattiti in ambito pubblico. La sua strategia comprende l´organizzazione di conferenze pubbliche per coinvolgere membri dell´opinione pubblica che non necessariamente dispongono di una specifica preparazione scientifica, ma che desiderano capire meglio in che modo le questioni bioetiche influenzino le loro vite quotidiane. Il 9 ottobre, l´Istituto ha tenuto uno di questi incontri nell´intento di fornire una panoramica sulla bioetica, dare una spiegazione di termini tecnici quali cellule staminali ed embrioni soprannumerari, nonché effettuare un´analisi della copertura stampa e della legislazione belga in materia di bioetica. Il Notiziario Cordis ha intervistato alcune persone intervenute alla riunione ed ha chiesto loro per quale motivo ritengono importante restare informate sui problemi etici riguardanti l´ingegneria genetica e la biotecnologia. Cecile Martin lavora per un´associazione con sede a Namur (Belgio), che fornisce sostegno e consulenza alle giovani madri durante il periodo di gestazione. Ella ha riferito al Notiziario Cordis di aver partecipato alla riunione per acquisire maggiori informazioni sulla ricerca nel settore delle cellule staminali e sulla manipolazione genetica. "Nutro forti sospetti riguardo alla direzione che stanno prendendo queste tecnologie, in particolare la clonazione terapeutica e la ricerca che utilizza embrioni umani in vitro", ha dichiarato la Martin. "Tuttavia, vorrei comprendere meglio questo settore di ricerca prima di esprimere un giudizio". Sophia Kuby, studentessa ventiduenne di filosofia di Monaco di Baviera (Germania), reputa altresì importante riflettere sulle implicazioni bioetiche delle nuove tecnologie e attività di ricerca che comportano l´utilizzo di cellule staminali embrionali e di embrioni umani. "È importante mantenersi vigili riguardo allo status morale di queste tipologie di ricerca e di attività", ha dichiarato la Kuby. Per consentire una maggiore comprensione di tali questioni, la Kuby considera estremamente utili le conferenze pubbliche. "Ho già acquisito alcune nozioni di bioetica nel corso delle lezioni di filosofia, ma sono qui oggi perché se non mi manterrò aggiornata sulla situazione attuale, rischierò di restare esclusa dal dibattito". Tuttavia, non tutti nutrono lo stesso desiderio di coinvolgimento espresso dai 40 partecipanti alla riunione, ha commentato la Kuby. "L´opinione pubblica manifesta un´effettiva riluttanza ed un disinteresse nei confronti della scienza in generale e, questioni quali la clonazione a scopo terapeutico, pur essendo di estrema attualità in questo momento, suscitano ancor meno interesse ". Tuttavia, alcuni partecipanti hanno osservato che la responsabilità di coinvolgere l´opinione pubblica nel dibattito spetta agli scienziati, ai media ed ai governi. Sylviane Jeanty, un avvocato italiano attualmente residente a Bruxelles, sta lavorando ad uno studio comparativo fra la legislazione comunitaria e quella dei singoli Stati membri riguardante l´utilizzo degli embrioni a scopo di ricerca. Ella ha dichiarato al Notiziario Cordis che la responsabilità di informare il pubblico spetta a chiunque, in particolare agli stessi scienziati. "Le questioni scientifiche spesso sono molto complesse e gli scienziati trovano più facile discutere le informazioni fra di loro, piuttosto che renderle più semplici per l´opinione pubblica", ha commentato la Jeanty. "Forse i membri della comunità scientifica non sono preparati a svolgere questo ruolo". La Jeanty ha deciso di partecipare alla riunione per approfondire le conoscenze della recente legislazione belga che consente la clonazione terapeutica e l´utilizzo degli embrioni umani in vitro a scopo di ricerca. Quando ai partecipanti è stato chiesto se sapevano dell´esistenza di questa normativa, soltanto pochi hanno alzato la mano. "Non sorprende che nessuno qui sia al corrente di questa legge adottata in Belgio, perché nessun dibattito pubblico ha preceduto l´adozione della normativa", ha chiarito Carine Brochier dell´Istituto europeo di bioetica. La Brochier ritiene che i mass media, al pari dei politici e delle lobby farmaceutiche, siano responsabili della mancanza di dibattito sulle questioni bioetiche. "I media tendono a non fornire una visione equilibrata, poiché considerano l´approccio umanista troppo idealistico o carico di implicazioni religiose", ha osservato la Brochier. "Tuttavia, è determinante considerare entrambi gli aspetti della questione in modo tale che i cittadini possano formulare pareri equilibrati: la scienza e l´etica non sono l´una la nemesi dell´altra". La Brochier ha paragonato la scienza ad una locomotiva molto veloce, a bordo della quale prendono posto scienziati, politici ed investitori privati. "Se da un lato i politici cercano di tenersi al passo con i progressi scientifici, dall´altro i filosofi tendono a rallentare il treno per consentire all´opinione pubblica di salirvi a bordo". La Brochier sostiene che questo è il ruolo del suo istituto. "Nella nostra presentazione della durata di tre ore, intendevamo fornire al pubblico una panoramica della tre discipline coinvolte nella bioetica, vale a dire la filosofia, la biologia ed il diritto, al fine di destare l´interesse della gente nei confronti di questo argomento". Tuttavia, c´è ancora molto lavoro da fare. La Brochier ha riferito al Notiziario Cordis che l´istituto si propone, fra gli altri obiettivi, di raggiungere le fasce più giovani della società, progettando specifici programmi pedagogici sulle questioni etiche, da adottare nelle scuole belghe. "Questi tipi di programmi didattici potrebbero essere sviluppati anche su scala europea", ha aggiunto la Brochier, evidenziando il ruolo della Commissione a sostegno di tali progetti. Dal canto suo, la Commissione sta investendo 80 milioni di euro in attività tese a migliorare la comunicazione fra scienza e società. Per informazioni sull´Istituto europeo di bioetica: Carine Brochier rue de Trêves 49, bte 8 1040 Brussels Tel: +32 2 280 6340 Fax: +32 2 280 6338 E-mail: ieb@medineurope.com     
   
 

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