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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Ottobre 2003
 
   
  DA LILLY UN RICONOSCIMENTO AL PROFESSOR RENATO DULBECCO ED UN CONTRIBUTO PER LA RICERCA ALL´ISTITUTO TELETHON

 
   
  Firenze, 20 ottobre 2003 - Il 2003 ha visto festeggiare, in campo scientifico, il 50° anniversario della scoperta della struttura del Dna. Nel celebrare il lavoro di Watson, Crick e Franklin, però, non è possibile dimenticare come le ricadute di questa scoperta sulla salute della popolazione siano state mediate da una serie di altre ricerche. In questo campo tra i ricercatori che più si sono distinti vi è il professor Renato Dulbecco, che proprio per le sue ricerche sull´interazione tra Dna virale e ospite umano fu insignito del Nobel per la medicina nel 1975. Al professor Dulbecco, la Lilly Italia ha voluto conferire un riconoscimento tangibile, che si concretizzerà anche in un contributo per la ricerca finanziando una carriera del "Dulbecco Telethon Institute", come noto impegnato nello studio delle malattie genetiche. Lilly vuole in questo modo evidenziare anche la propria leadership nel settore delle biotecnologie. Infatti è a questa azienda che si deve la realizzazione del primo farmaco in assoluto ottenuto mediante Dna ricombinante: la prima insulina umana. Questo risultato ha consentito non soltanto di migliorare l´efficacia di un trattamento salvavita, in quanto l´ormone è identico a quello sintetizzato dal pancreas umano, ma ha reso possibile assicurarne la disponibilità al numero drammaticamente crescente di pazienti diabetici nel mondo. L´importanza della tecnologia ricombinante, e del contributo di un´azienda d´avanguardia come Lilly, è stato illustrato a Firenze dalle relazioni di quattro clinici di massimo rilievo, impegnati in altrettanti settori strategici per la tutela della salute. Dell´area diabetologica si è occupato il professor Riccardo Giorgino, Direttore dell´Istituto di medicina interna, endocrinologia e malattie metaboliche dell´Università di Bari e Past President della Società Italiana di Diabetologia e di Endocrinologia. Giorgino ha messo a fuoco la svolta rappresentata dall´arrivo dell´insulina umana ottenuta da Dna ricombinante, ma ha anche delineato lo scenario che le biotecnologie hanno aperto per il trattamento del diabete: farmaci sempre più intelligenti e fisiologici, come i successivi analoghi dell´insulina umana, capaci di migliorare in misura finora impensabile la qualità della vita delle persone con diabete. Il professor Giorgino ha poi ricordato che fu l´esigenza di aumentare le fonti di produzione dell´insulina (allora solo estratte da pancreas animali), per provvedere alle sempre maggiori esigenze della popolazione mondiale con diabete, che spinse la Lilly a ricorrere all´utilizzo delle biotecnologie per la produzione di insulina umana. I 150 milioni di diabetici di oggi ed i 300 milioni previsti nel 2025 non avrebbero l´insulina necessaria per la loro vita se non ci si avvalesse di questa rivoluzionaria tecnologia produttiva. Il professor Silvano Adami, reumatologo del Dipartimento di Scienze biomediche e chirurgiche dell´Università di Verona e presidente della Società Italiana dell´Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, ha illustrato le nuove possibilità terapeutiche offerte per contrastare l´osteoporosi,una malattia sempre più diffusa nelle società occidentali per diversi fattori a cominciare dall´invecchiamento della popolazione. I farmaci impiegati sinora( gli anti - riassorbitivi tipo bisfosfonati e Serms) sono efficaci nel prevenire il deterioramento scheletrico e ridurre l´incidenza delle fratture nelle persone con rischio moderato, ma offrono un risultato insufficiente per pazienti con osteoporosi più severe. Donne con 3 - 4 schiacciamenti vertebrali(fratture) pregresse hanno un rischio del 20% all´anno di subire una nuova frattura anche se in terapia convenzionale. Il teriparatide, la porzione metabolicamente attiva dell´ormone paratiroideo umano(Pth 1 - 34), prodotto con la tecnologia del Dna ricombinante, è il primo trattamento capace di riprodurre quanto più possibile i meccanismi naturali per la sintesi di nuovo tessuto osseo. Negli studi clinici, il teriparatide determina aumenti della massa ossea mai osservati in precedenza, l´allargamento dei segmenti ossei corticali ed il ripristino della micro - architettura trabecolare. Il risultato conseguente è la drastica riduzione del rischio di fratture osservate ad ogni livello. Il professor Luciano Gattinoni, ordinario di Anestesiologia e direttore della Scuola di Anestesiologia e Cure Intensive dell´Università Statale di Milano, Past President della World Federation of Societies of Intensive Care and Critical Care ha affrontato il tema della sepsi. Anche se poco nota, questa condizione determina in Europa, ogni anno, una mortalità di poco inferiore a quella del tumore al polmone e superiore di quella causata dal tumore alla mammella o al colon. Sul trattamento della sepsi grave erano stati condotti in precedenza oltre 30 studi a livello internazionale con diversi prodotti potenzialmente attivi, senza però che fossero confermate le loro premesse terapeutiche. L´arrivo della proteina C attivata (drotrecogin alfa attivato della Lilly) ha mutato questo scenario. Oggi per i pazienti destinati a morire a causa di una sepsi grave, l´uso aggiuntivo di questo nuovo farmaco può rappresentare una nuova speranza di vita. Il nuovo trattamento è già stato utilizzato in migliaia di pazienti in tutto il mondo ed i risultati clinici ottenuti anche in Italia stanno testimoniando che è stato fatto un passo avanti decisamente significativo. Il miglioramento del profilo di sicurezza, oltre che dell´efficacia, dei farmaci è stato messo in luce dall´intervento del professor Giuseppe Saggese, presidente della Società Italiana di Pediatria e ordinario della Ii Clinica Pediatrica dell´Università di Pisa. Il professor Saggese si è infatti occupato del trattamento di una endocrinopatia squisitamente pediatrica, caratterizzata da anomalie dello sviluppo e della maturazione corporea, biochimiche e metaboliche, causate da un´insufficiente secrezione dell´ormone della crescita (Growth Hormone o Gh). Da subito l´unica terapia possibile è stata identificata nella somministrazione sostitutiva di Gh. Però, prima degli anni ´80 l´ormone che veniva utilizzato era estratto da ipofisi di cadavere. La disponibilità di ormone era quindi molto limitata e di conseguenza la dose di ormone utilizzata era inadeguata, con risultati non lusinghieri. Fatto più grave, l´ormone estratto da ipofisi di cadavere non era un farmaco sicuro, in quanto poteva trasmettere una malattia degenerativa cerebrale, la malattia di Creutzfeldt-jakob, una cui variante causa la malattia della mucca pazza, che si manifestava anche dopo alcuni anni dall´assunzione dell´ormone. Solo l´arrivo dell´ormone della crescita umano, ottenuto con la tecnologia da Dna ricombinante, ha reso la terapia del deficit da Gh non solo più efficace ma enormemente più sicura. Paolo Paoletti, vice-presidente Oncologia medica dei Laboratori di Ricerca Lilly, ha infine sottolineato il profilo unico della Lilly nella ricerca per le competenze e l´esperienza nelle biotecnologie affiancate alle conoscenze mediche nelle diverse aree di interesse: neuroscienze, endocrinologia, oncologia, cardiovascolare, metabolismo osseo, patologie infiammatorie e degenerative. La società è impegnata in nuovi e innovativi sentieri di ricerca, che utilizzano la genomica per l´identificazione di prodotti biologici farmacologicamente attivi in un´ampia gamma di patologie, identificando anche i pazienti target specifici che maggiormente beneficerebbero dei nuovi farmaci. In particolare il Dr. Paoletti ha illustrato un nuovo farmaco in avanzato stadio di sviluppo clinico, l´Exenatide, un analogo dell´ormone Glip-1. L´ormone Glip-1, fisiologicamente prodotto dalle cellule L dell´intestino umano, è in grado di stimolare la secrezione di insulina indotta dai rialzi glicemici. Il Glip-1 agisce sia sulle cellule beta del pancreas (quelle che producono insulina) sia su quelle alfa, riducendo la produzione di glucagone, un ormone iperglicemizzante. Un altro considerevole effetto del Glip-1 è quello di promuovere la differenziazione delle cellule beta, aumentando il numero di cellule produttrici di insulina. L´analogo del Glip-1 exenatide, costituito da 39 aminoacidi, è mille volte più attivo dell´ormone umano ed è stato isolato dalla saliva del "Gila monster", un rettile raro. Le sperimentazioni cliniche ora in fase Iii, stanno dimostrando una notevole efficacia nel controllo glicemico di pazienti con diabete di tipo Ii (o diabete dell´adulto), la forma più diffusa della malattia, riducendo significativamente i rischi di ipoglicemie severe. Nei soggetti studiati è stato inoltre osservato un marcato decremento ponderale. L´exenatide viene attualmente utilizzato con somministrazione per via sottocutanea due volte al giorno. L´innovatività del farmaco del farmaco risiede nella fisiologicità (funziona solo quando serve, e cioè sensibilizzando la cellula beta pancreatica a rispondere opportunamente ai rialzi glicemici) e nella sicurezza (non provocando ipoglicemie gravi). È in sviluppo anche una formulazione Long-acting che permetterà di somministrare il farmaco solo poche volte al mese. Altra area di ricerca consolidata per Lilly è quella sui tumori. A breve verrà presentato il primo farmaco attivo su una forma rara ma devastante di tumore della pleura (mesotelioma pleurico). Inoltre due nuove molecole entreranno in sperimentazione allargata di fase Iii, tra cui l´inibitore della proteina C beta Ii, farmaco potenzialmente attivo nell´inibizione dell´angiogenesi, che, bloccando l´apporto di sangue alle cellule tumorali, ne induce la morte. Questa è una delle prime molecole della nuova generazione di farmaci antitumorali, caratterizzati da una tossicità ridotta rispetto ai chemioterapici tradizionali.  
   
 

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