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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Ottobre 2003
 
   
  ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PARLAMENTO EUROPEO RIUNITO IN SESSIONE PLENARIA: “UN´ECONOMIA DINAMICA E UNA COSTITUZIONE SOLIDA PER L´UNIONE EUROPEA”

 
   
  Strasburgo, 23 ottobre 2003- Di seguito l’intervento di Romano Prodi Presidente della Commissione europea tenuto ieri al Parlamento europeo riunitosi in sessione plenaria: “Presidente Cox, Presidente del Consiglio in carica, norevoli parlamentari, Questo mio intervento toccherà due aspetti che mi sembrano cruciali per il futuro dell´Unione-l´iniziativa per la crescita e il dibattito costituzionale in seno alla Conferenza intergovernativa. Comincerò con l´Iniziativa per la crescita. Onorevoli parlamentari, Nel mio ultimo intervento ho rilevato che, sebbene i fondamentali siano buoni, l´economia dell´Unione ha bisogno di un intervento deciso per uscire dall´attuale fase di stasi. E che occorre prendere queste iniziative molto presto. È per questo che la Commissione ha presentato l´Iniziativa europea per la crescita che vi ho descritto sinteticamente all´inizio del mese. Oggi posso confermare con piacere che il Consiglio europeo ha accolto le nostre idee per risvegliare l´economia e per dare uno stimolo alla crescita e all´occupazione. L´iniziativa per la crescita è una strategia semplice e concreta. Essa non intende cambiare le priorità, ma rafforzare e accelerare l´attuazione della strategia di Lisbona. I punti qualificanti sono quelli di a) eliminare gli ostacoli al coordinamento, soprattutto gli ostacoli derivanti dalle complicate regole amministrative, b) mobilitare i capitali pubblici e privati necessari per finanziare e far partire alcuni investimenti in infrastrutture che sono già in fase di avanzata progettazione. Per questo motivo stiamo preparando un elenco quick-start, ovvero ad inizio immediato, elenco che comprende progetti nel campo delle infrastrutture e della ricerca e sviluppo di scala veramente europea. I progetti che faranno parte della lista quick-start sono ricavati dall´elenco dei 29 progetti presentato in precedenza. Fra essi ci saranno le grandi arterie di trasporto trans-europee e altri progetti ad alto contenuto tecnologico. L´elenco quick-start unisce due principi: il desiderio di produrre risultati rapidi e concreti e una grande attenzione alla compatibilità rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile che ci siamo proposti. Il desiderio di produrre risultati concreti si concretizza in tre aspetti principali: * Sfruttare il potenziale di un livello più alto di cofinanziamento dell´Unione. La Commissione ha proposto di portare al 30% la quota di fondi comunitari per le parti transfrontaliere dei progetti. In questo modo, cresce l´effetto leva dei nostri investimenti per mobilitare i capitali privati e altre fonti di capitale pubblico. * Concentrare le risorse su un numero limitato di progetti maturi. L´impatto degli investimenti aumenta di molto se, invece di distribuirli a pioggia, l´impegno finanziario e organizzativo si concentra sui progetti che già sono in fase di decollo. * Selezionare i progetti che hanno il maggior potenziale di produrre risultati rapidi. Ciò significa risolvere concretamente le difficoltà transfrontaliere più complesse (soprattutto in vista dell´allargamento), generare occupazione, stimolare la crescita, favorire il mercato unico, incanalare il potenziale di ricerca e di innovazione tecnologica e gettare le basi per un miglioramento della nostra competitività strutturale di lungo periodo. In secondo luogo, la lista quick-start presta grande attenzione alla compatibilità poiché i progetti vengono selezionati seguendo criteri di sostenibilità ambientale ed economico-finanziaria: * In particolare, i finanziamenti devono rispettare il Patto di stabilità e di crescita. * Inoltre, essi debbono essere in linea con l´impegno di migliorare la ´qualità della spesa´ contenuto nei Grandi orientamenti di politica economica. A questo riguardo, vorrei esprimere il mio apprezzamento per il grande spirito di collaborazione dimostrato dalla Banca europea per gli investimenti, che ha elaborato un piano accurato per finanziare l´Iniziativa. È ovvio che questi progetti non sono gli unici che si possono attuare nel quadro dell´Iniziativa per la crescita. E, personalmente, spero che altri se ne aggiungeranno alla lista. Questa Iniziativa presenta tuttavia diversi altri aspetti importanti. In primo luogo fa propri tutti gli insegnamenti che abbiamo tratto dall´esperienza passata. In particolare: * definisce meglio e con più chiarezza le priorità, come risulta dalla recente proposta della Commissione, e concentra le risorse sui progetti migliori; * armonizza meglio la gestione delle fasi operative dei progetti con la nomina, nei casi opportuni, di un coordinatore per superare le difficoltà che ostacolano il completamento dei lavori; * tiene conto della strutture di regolamentazione e * affronta gli altri problemi che finora hanno rallentato la realizzazione delle opere. Onorevoli deputati, Quale sarà il prossimo passo? Ripeto che il Consiglio europeo ha fatto proprie le idee contenute nell´Iniziativa. Ha dato infatti mandato alla Commissione di preparare, assieme alla Bei, una proposta dettagliata da presentare ai capi di Stato e di governo a dicembre. Il sostegno del Consiglio è certamente un fatto positivo. I programmi, i piani d´azione e i consensi vanno bene, tuttavia non bastano a cambiare la realtà. Per cambiare la realtà occorrono una buona dose di volontà politica e un grande impegno. I prossimi mesi rappresentano quindi un banco di prova importante per l´Unione europea. In altri termini, se vogliamo veramente avvicinarci gli obiettivi di Lisbona, dobbiamo augurarci che il Consiglio europeo di dicembre passi dalle parole ai fatti e metta in pratica il nostro piano. Onorevoli parlamentari, Il secondo grande tema del mio intervento è la Conferenza intergovernativa. Come sapete, il Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles a dicembre dovrebbe approvare il progetto di Costituzione. In questo modo, si potrà firmare il secondo Trattato di Roma in un secondo momento e comunque prima delle elezioni del nuovo Parlamento europeo. Si deve riconoscere che il Consiglio europeo non ha fatto passi avanti in questa direzione. Per approvare la nuova Costituzione in dicembre, è essenziale che la Presidenza presenti già entro la metà di novembre delle proposte chiare attorno alle quali si possa organizzare il consenso. Voglio ribadire che la Convenzione ha presentato un pacchetto di proposte equilibrato che contiene alcune innovazioni importanti. Nell´insieme, lo consideriamo una buona base di discussione. È ovvio che la Conferenza intergovernativa deve affrontare le questioni che la Convenzione non ha potuto dibattere o approfondire. Tuttavia, i punti da cambiare nel progetto di Costituzione sono davvero pochi. Gli incontri a livello ministeriale del 4 e del 13 ottobre hanno dimostrato che non occorre dirimere nel testo costituzionale molte delle questioni aperte ma che è meglio affidarle alla legislazione secondaria o ai regolamenti interni di ciascuna istituzione. Oggi, però, voglio sollevare una questione che deve essere senz´altro oggetto di discussione alla Conferenza perché diventerà probabilmente un punto d´attrito. Come sapete, nel corso dell´ultima Conferenza intergovernativa mi sono battuto affinché le decisioni del Consiglio venissero prese a doppia maggioranza semplice. I nostri cittadini capirebbero in modo intuitivo questo sistema perché è semplice e trasparente. Inoltre, il processo decisionale diventerebbe più snello ed efficace. Non ho mai nascosto a questo proposito la mia delusione per il risultato di Nizza. Da parte mia, non ho risparmiato energie in favore di un sistema semplice, cioè quello della maggioranza di almeno il 50% degli Stati membri e del 50% più uno della popolazione. Il progetto di Costituzione presentato dalla Convenzione prevede una formula un po´ più complicata: il 50% degli Stati membri e il 60% della popolazione. Non è esattamente ciò che speravamo, ma penso che tutto sommato sia una soluzione soddisfacente, perché è ancora semplice e trasparente. In termini pratici, secondo questa formula una decisione ha quasi le stesse probabilità di successo di quelle consentite dalla complicatissima ponderazione dei voti di Nizza. Qualcuno vorrebbe portare ora al 66% il livello soglia per la popolazione. Dobbiamo opporci con forza a questa proposta il cui obiettivo è di cambiare in profondità l´equilibrio raggiunto dalla Convenzione. Diventerebbe infatti molto più facile per una minoranza congelare un´iniziativa e tenere in scacco tutta l´Unione. Quanto alla composizione della Commissione, essa deve riflettere tutte le sensibilità nazionali. Anche la Convenzione, peraltro, ha seguito la strada di una Commissione composta da un commissario per Stato membro. Però ha proposto una struttura complicata e ingovernabile. La nostra proposta non può perciò essere interpretata come la riapertura del "pacchetto costituzionale" ma è in realtà un valido contributo a un compromesso finale. Prova ne sia che la maggioranza dei paesi indica chiaramente che i Commissari devono provenire da ogni paese dell´Unione e avere tutti lo stesso diritto di voto. In questo modo si andrebbe più vicini a una soluzione equilibrata e politicamente accettabile. La Commissione ha già proposto un´organizzazione del lavoro per il Collegio allargato capace di garantire l´efficienza del processo decisionale e la sua piena legittimità. Chi afferma quindi che la Commissione tenterebbe di formare in questo modo un direttorio o che ci allontaneremmo dalla visione dei Padri Fondatori è evidentemente lontano dalla realtà. La Commissione può esercitare il suo ruolo politico soltanto se può affermare una legittimità ed una credibilità proprie. E queste derivano dal legame stretto con le culture e le sensibilità nazionali in tutta l´Europa. Per finire, è assolutamente indispensabile affrontare un terzo punto: quello degli emendamenti futuri della Costituzione. In pratica, non è possibile emendare nessuna Costituzione se occorre la ratifica all´unanimità di 25 o più soggetti. E se non si può emendare, la nostra Costituzione non sarà funzionale e cadrà in pezzi alla prima difficoltà. Onorevoli deputati, L´unione europea ha bisogno di un´economia dinamica e di una Costituzione solida. Ha bisogno di un´economia dinamica per generare la crescita. Perché solamente la crescita può rinsaldare la coesione sociale, creare occupazione, rafforzare il nostro modello sociale, realizzare pienamente il potenziale delle nostre università e dei centri di ricerca e liberare l´energia creativa di progettisti e ricercatori, di tecnici e dirigenti, di artigiani e imprenditori. Perché solo con una solida Costituzione l´Unione europea può svolgere il ruolo che le spetta in Europa e nel mondo. Dobbiamo usare tutta la forza dei grandi Stati e dobbiamo cercare il sostegno di quelli piccoli per il bene di tutti. Dobbiamo liberare tutte le energie esistenti e sfruttare fino in fondo le nostre risorse. E quando parliamo di utilizzare a pieno le nostre risorse ho in mente anche quelle che ci giungono dall´immigrazione legale; immigrazione che ci fornisce manodopera di quantità per quei lavori che i nostri giovani non vogliono più fare e tecnici ad alta specializzazione di cui la nostra produzione ha bisogno. Abbiamo pero´ a che fare con un fenomeno di difficilissima gestione: sia per quanto attiene la necessaria integrazione degli immigrati legali che debbono compartecipare ai diritti che la nostra società garantisce a tutti cittadini; sia per il contrasto a quella illegale e a quella nuova tratta di esseri umani intollerabile per i nostri valori. Non è materia questa che si possa pensare di lasciare sulle spalle di singoli Paesi membri. Nessuno è in grado oggi di fronteggiare tale fenomeno in maniera soddisfacente senza un unico approccio politico europeo in materia. La Commissione ha fatto tutta la sua parte; forse anche di più. Vi ricordo sia il programma di Tampere, sia quello di Tessalonica a suo complemento. Ora siamo impegnati a adottare in tempi brevissimi la proposta per l´Agenzia sulla gestione comune del controllo delle frontiere. E´ molto ma non basta. Occorre determinare un unico approccio politico e finanziarne la messa in opera. Occorrerebbe anche definire flussi comuni per l´ immigrazione legale e sulla base di questi avviare un unico negoziato complessivo con i Paesi di emigrazione che necessitano di avere queste liste legali per rafforzare I meccanismi di disincentivazione ai disperati tentativi di immigrazione illegale. Io non posso chiudere gli occhi di fronte al continuo ripetersi di tragedie dell´immigrazione. E non voglio farlo. Grazie.  
   
 

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