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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Gennaio 2013
 
   
  SCOPRI LA FIRENZE DEGLI ANNI ´30: PRATO ANNI TRENTA: FABBRICHE, ECONOMIA, MODA

 
   
  Firenze, 9 gennaio 2013 - Giampiero Nigro, Il tempo dell’industria - La riflessione sulla società e l’industria a Prato nel secondo quarto del Novecento non può prescindere dai mutamenti economici iniziati alla fine del secolo precedente. A differenza che in altri centri tessili, il dualismo industriale fatto di grandi imprese a ciclo completo e piccole aziende terziste (al cui interno fu graduale la sostituzione di vecchi congegni manuali con macchine mosse da energia inanimata), non meno che le vicende economiche internazionali (che davano maggior spazio a consumo di tessuti di minor qualità) consentirono una crescita significativa senza troppi conflitti. La città che stava attenuando le ataviche distinzioni tra nobiltà, borghesia e popolo (fatto di operai e contadini) continuava a rafforzare una propria identità basata sulla cultura del lavoro e sulla propensione al fare, all’impresa. All’austero modello di vita dei ceti dirigenti si affiancava quello frugale ed operoso dei ceti subalterni; negli uni e negli altri sembrava comune la consapevolezza che l’arte del riuso e del riciclo, cara alle massaie di ogni ceto, era parte del mito produttivo di Prato, la città in cui giungevano stracci da tutto il mondo per essere restituiti a consumi che si stavano facendo di massa. I prodotti realizzati con quella lana rigenerata raggiungevano paesi lontani. Si pensi ai plaids, ribattezzati pledde con gli auspici del fascismo, che costituivano uno dei simboli della Prato degli anni Trenta e oltre. Daniela Degl’innocenti, La moda degli anni Trenta - Gli anni Trenta rappresentano un momento di grande creatività per l’industria tessile e dell’abbigliamento. In Italia, le sanzioni imposte dall’autarchia sulle materie prime d’importazione, stimolano la sperimentazione di fibre artificiali come il lanital che trovano applicazione nel settore della moda. Molti designer e artisti sono invitati dal Regime ad utilizzare materie prime di origine naturale prodotte in Italia: paglia, ginestra e canapa o lane autoctone. A questo si associa la volontà di promuovere lo stile italiano attraverso le campagne nazionali a sostegno della moda come quella del cappello di paglia supportata, nella progettazione e nella comunicazione pubblicitaria da Thayaht (1928), artista fiorentino chiamato anche a collaborare alla rivista “L’industria della Moda” (1929), periodico della Federazione nazionale fascista dell’industria dell’abbigliamento. Lo scenario internazionale del settore tessile e moda riflette la tendenza alla sperimentazione con la messa a punto di fibre rivoluzionarie quali il nylon che trova largo consenso nella produzione di calze da donna. Un percorso assolutamente creativo nella moda femminile è quello della sarta italiana Elsa Schiaparelli emigrata in Francia e appassionata dell’arte delle avanguardie. Le opere di Picasso e Dalì le suggeriscono dettagli, volumi e confezioni che esprimono una modernità così attuale che ispira ancora oggi le collezioni di importanti brand italiani come Prada. Giampiero Nigro Professore ordinario di Storia economica Università degli Studi di Firenze; Direttore scientifico dell’Istituto Internazionale di Storia economica “F. Datini”; Membro del direttivo della Società Italiana degli Storici Economici, della commissione Italia Spagna per gli studi di Storia economica e di altre istituzioni e riviste nazionali e internazionali del settore; Preside della Facoltà di economia di Firenze dal 2003 al 2009. Interessi scientifici prevalenti: Commercio, tecnica e organizzazione dei traffici mercantili nel Mediterraneo durante il Basso Medioevo con particolare riferimento all’azione delle compagnie mercantili Toscane; Produzione, distribuzione e consumo dei beni alimentari in età preindustriale; Storia della banca medievale e moderna; Prato e la sua industria (secc. Xviii-xxi). Daniela Degl’innocenti si è laureata all’Università di Firenze con una tesi in storia del tessuto. Dal 1997 è curatrice e coordinatrice dell’area tecnica del Museo del Tessuto di Prato. Come responsabile scientifica del museo si occupa della gestione e conservazione delle collezioni e della curatela delle esposizioni permanenti e temporanee. Tra le principali iniziative espositive che ha curato si segnalano Tartan: the romantic tradition. Lo scozzese: un tessuto, un’identità culturale (2003), “Jeans!” Le origini il mito americano il made in Italy (2005), Intrecci mediterranei. Il tessuto come dizionario di rapporti economici, culturali e sociali” (2006), Thayaht. Un artista alle origini del Made in Italy (2007), Lo stile dello zar. Arte e moda tra Italia e Russia dal Xiv al Xviii secolo (2009) mostra organizzata in collaborazione con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e infine Vintage. L’irresistibile fascino del vissuto (2012). Ha pubblicato numerosi studi sulla storia del tessuto e ricoperto incarichi di docenza presso l’Università degli Studi di Firenze, l’Opificio delle Pietre Dure e il Polimoda, oltre a tenere corsi nell’ambito della formazione professionale del settore tessile e abbigliamento. In ambito internazionale ha partecipato ad un progetto di cooperazione promosso dalle Nazioni Unite presso il Gabinete de Conservaciòn y restauraciòn de La Habana (Cuba) come docente del corso Conservaciòn y restauraciòn de textiles (2003). È intervenuta come relatrice al primo convegno internazionale sulla conservazione tessile “Tecidos e sua conservação no Brasil: museus e coleções” a São Paulo (2006). Dodicesimo Appuntamento: ,Mercoledì 9 Gennaio 2013, Ore 18,00 Prato, Museo del Tessuto (ex fabbrica Campolmi, via Santa Chiara 24).  
   
 

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