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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Gennaio 2013
 
   
  FESTIVITÀ IN FAMIGLIA PER I MALATI ONCOLOGICI GRAZIE ALL’UNITÀ DI CURE PALLIATIVE DELL’ASL DI BARI

 
   
  Monopoli (Ba), 15 gennaio 2013– Trascorrere il Natale e le festività tra le mura di casa, insieme alla propria famiglia, è un desiderio di molti malati oncologici che versano ormai in gravi condizioni. In Puglia, grazie all’Unità Operativa di cure palliative dell’Asl di Bari, durante le festività appena trascorse questo desiderio si è trasformato in realtà. Attraverso un eccellente modello organizzativo che permette ai pazienti di essere seguiti direttamente a casa da un’équipe di 11 medici, 22 infermieri e 3 psicologi,si evita il loro trasferimento e il ricovero in un hospice, se non per brevi periodi, quando strettamente necessario. Con questo progetto, attivo dal 2010 in 12 Comuni della provincia di Bari, i malati più gravi possono trovare maggior conforto tra le mura domestiche e ricevere un’assistenza medica e infermieristica completa, il sostegno psicologico e la fornitura dei farmaci. Tra le prestazioni che l’U.o. Della Asl Bari offre ai propri pazienti, spicca il servizio di bagno-doccia a domicilio, unico in Italia. Questo servizio, sostenuto dalle Amministrazioni comunali di Monopoli, Conversano e Polignano e dall’Amo Puglia onlus (Assistenza Malati Oncologici della Puglia) fa sì che i pazienti, pur restando nel loro letto, vengano lavati completamente, con il supporto di un apposito macchinario, da operatori socio sanitari adeguatamente formati. I pazienti ne trovano un immediato sollievo. Con questo modello di cure palliative vengono tagliati notevolmente anche i costi delle Asl: mentre una giornata di degenza media in ospedale costa 1000-1100 euro, una giornata di degenza nell’unità operativa di cure palliative, complessivamente tra hospice e domicilio, costa circa 100 euro. Il responsabile dell’U.o. Di cure palliative è il dottor Antonio Conversano, che spiega: “Noi prendiamo in carico il paziente su richiesta scritta del medico di famiglia. Andiamo a casa del malato entro 24-48 ore dall’arrivo della richiesta per eseguire la prima visita di valutazione, per verificare la congruità della patologia (trattiamo solo pazienti oncologici), lo stato di avanzamento della malattia, il contesto familiare, la presenza di un care giver. A quel punto il paziente risulta ricoverato nell’Unità Operativa di cure palliative pur rimanendo nella propria casa. Questo significa che riceverà tutta l’opportuna assistenza e reperibilità, medica e infermieristica, notturna e festiva, il sostegno psicologico quando necessario e soprattutto la fornitura gratuita dei farmaci. Il ricovero nell’hospice avviene solo per motivi clinici o per un disagio familiare per un breve periodo”. Nel 2012 la struttura ha assistito 633 malati, residenti nei 12 Comuni coinvolti, con una popolazione di circa 250 mila abitanti. In Puglia ogni anno sono 14.000 i pazienti affetti da tumore; di questi, circa 12.000 (il 90%) vivono lo stadio avanzato della malattia, ma solo in 6/7 mila riescono ad avere una qualche forma di assistenza. Il modello implementato dal dottor Conversano ha diversi punti di forza, tra cui la continuità assistenziale, dal momento che il paziente è seguito, sia a casa che in hospice, sempre dalla stessa equipe, il risparmio per le Asl, determinato sia dai ricoveri inappropriati non eseguiti in ospedale con la possibilità di lasciare posti letto liberi, sia dal risparmio sulla terapia, in quanto i farmaci vengono ritirati direttamente dalla farmacia distrettuale della Asl (con un risparmio di almeno il 50%), oltre alla vicinanza e al conforto dei propri cari nella propria casa. Il contributo delle associazioni di volontariato è fondamentale, ma queste ultime non devono sostituirsi alle istituzioni, devono invece sostenerle. Il dovere delle Asl è di garantire i requisiti minimi in base alla sostenibilità economica; il compito delle associazioni di volontariato è la sussidiarietà, cioè verificare che l’assistenza sia garantita a tutti i cittadini e, possibilmente, potenziarla con il loro contributo. “Bisogna riconoscere il merito alla Direzione Generale della Asl Bari che con lungimiranza ha voluto sperimentare questo progetto pilota che è diventato un punto di riferimento nazionale ma che rimane tuttora isolato in quanto manca ancora la piena consapevolezza delle Asl sull’importanza di questo tipo di assistenza – conclude Conversano – e sulla Legge 38/2010, che disciplina la terapia del dolore e le cure palliative, riconoscendole appieno come un diritto dei cittadini italiani”.  
   
 

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