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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Gennaio 2013
 
   
  STOP ALLA BIOPIRATERIA ! L´ATTUALE LEGISLAZIONE FAVORISCE LE AZIENDE A DISCAPITO DEL SAPERE TRADIZIONALE E DELLE COMUNITÀ LOCALI. L´UE DEVE ADOTTARE IL PROTOCOLLO DI NAGOYA SULL’ACCESSO ALLE RISORSE GENETICHE E L’EQUA CONDIVISIONE DEI BENEFICI

 
   
   La pervinca del Madagascar è stata utilizzata dalla medicina tradizionale da secoli. Oggi viene usata per curare la leucemia. Le piante con proprietà terapeutiche sono sempre di più e vengono utilizzate nel campo della ricerca medica. Le risorse biologiche sono sottratte alle comunità locali o indigene e poi brevettate, mentre i profitti generati non vengono ripartiti equamente. L´ue vuole combattere questo fenomeno e voterà una relazione sulla biopirateria questa settimana in plenaria. Non esistono statistiche chiare sulla biopirateria e l´appropriazione indebita delle risorse genetiche, ma negli ultimi 20 anni si sono verificati numerosi casi: per esempio il fagiolo giallo "enola", l´hoodia, il rooibos e il nem. La lotta alla biopirateria rappresenta quindi un´importante sfida che l´Ue deve affrontare: queste pratiche sono infatti contrarie agli impegni assunti per l´eliminazione della povertà e la protezione della biodiversità, oltre che al principio di coerenza delle politiche per lo sviluppo sancito del trattato di Lisbona. Lo squilibrio tra i fornitori e gli utilizzatori delle risorse genetiche ha fatto emergere, a livello mondiale, la questione dell´accesso alle risorse genetiche e della ripartizione dei benefici che esse generano. In questo contesto la Convenzione sulla diversità biologica (1992) svolge un ruolo di primissimo piano e si distingue notevolmente da altri trattati in materia ambientale poiché nel suo impianto i concetti di giustizia ed equità svolgono un ruolo esplicito ed essenziale. E il problema si pone non solo in ambito medico, ma anche per quanto riguarda le nuove varietà di frutta e verdura. L´attuale legislazione favorisce le aziende a discapito del sapere tradizionale e delle comunità locali. Cosa si può fare? La relazione della deputata francese dei Verdi, Catherine Grèze vuole assicurare che i paesi in via di sviluppo possano beneficiare delle proprie risorse genetiche e del proprio sapere tradizionale. Sarà discussa lunedì sera e votata martedì alle ore 12. Ecco le proposte principali: l´Ue deve adottare il Protocollo di Nagoya sull’Accesso alle Risorse Genetiche e l’equa condivisione dei benefici derivanti dal loro utilizzo introdurre un nuovo quadro legale per garantire che le domande dei brevetti contengano l´origine di qualsiasi risorsa genetica e delle conoscenze tradizionali sostenere i paesi in via di sviluppo nella creazione di istituzioni capaci di difendere le risorse genetiche locali  
   
 

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