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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Gennaio 2013
 
   
  BERGAMO, I DATI MOVIMPRESA PER IL 2012 SONO ANCORA NEGATIVI

 
   
  Bergamo, 29 gennaio 2013 - I dati del Movimprese diffusi dal sistema camerale confermano che il 2012 è stato un anno particolarmente critico per le imprese. A Bergamo le chiusure di attività, cioè le cessazioni hanno superato di poco le nuove aperture. Il saldo annuo tra nuove iscrizioni (5.883) e cessazioni (5.907, di cui 34 d’ufficio) è negativo per 24 unità. Lo stock di imprese registrate (96.030) si mantiene, grazie alle variazioni, di un soffio superiore al dato di un anno fa (95.987). Le iscrizioni sono diminuite del 6,8 per cento rispetto al 2011, le cessazioni sono aumentate invece del 7,5 per cento. Si deve tuttavia ricordare che l’insieme delle imprese registrate comprende anche posizioni inattive, o perché di recente costituzione o per l’avvio di procedure concorsuali, fallimentari o fasi di liquidazione (in aumento, come documentato nella tabella alla pag. 5). E’ quindi più significativo il confronto tra gli stock delle imprese operative. Nel corso del 2012 le imprese attive di Bergamo sono diminuite di 527 unità (-0,6 per cento) dalle 87.074 del 31 dicembre 2011 alle 86.547 del 31 dicembre 2012. La perdita si è concentrata quasi per intero nell’ultimo trimestre del 2012, con un calo di 515 imprese attive (e di 210 posizioni tra le imprese registrate); ma il risultato dell’intero 2012 risente anche del saldo pesantemente negativo del primo trimestre dell’anno, periodo nel quale aumentano le denunce di cessazione. Da tre trimestri consecutivi la variazione tendenziale è negativa e in peggioramento (-0,6 per cento nel quarto trimestre 2012). Con riferimento ai dati dei flussi annuali, la situazione di sostanziale equilibrio tra ingressi e uscite è il risultato di un forte e non nuovo divario tra le forme giuridiche delle società di capitale (e le altre forme giuridiche, in prevalenza cooperative) da un lato, e, dall’altro, le imprese individuali (e le società di persona). Nel 2012 si sono registrate 1.376 nuove iscrizioni di società di capitale a fronte di 980 cessazioni, con un saldo positivo di 396 unità. All’opposto le imprese individuali hanno registrato 3.726 iscrizioni e 4.125 cessazioni con un saldo negativo di 399 unità. Nelle altre forme giuridiche il saldo tra iscritte e cessate è positivo per 63 unità, nelle società di persona negativo per 84 unità. Per quanto riguarda i settori di attività economica prevalente, è bene rifarsi al confronto degli stock delle imprese attive: i dati settoriali di iscrizioni e cessazioni sono infatti inficiati dalla concentrazione delle iscrizioni in imprese “non classificate” che non hanno ancora iniziato ad operare o non hanno ancora comunicato il settore prevalente della propria attività. Tenendo come riferimento il calo complessivo di oltre 500 imprese nello stock delle attive, spicca il dato fortemente negativo delle imprese edili: -622 in un anno, con una variazione del -3 per cento. Le attività manifatturiere diminuiscono di 224 unità (-1,9 per cento). Erosioni più contenute in dimensione assoluta riguardano anche le attività agricole ed estrattive, le attività immobiliari, i servizi d’informazione e comunicazione e le attività della sanità e assistenza sociale. Crescono invece le imprese di fornitura di energia elettrica ed acqua, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+131 pari a un incremento del 2,4 per cento) e l’insieme delle attività commerciali (all’ingrosso e al dettaglio) con 119 imprese in più nell’anno (pari al +0,6 per cento). In buona crescita le imprese negli altri settori dei servizi (trasporti, altre attività dei servizi alle famiglie, servizi alle imprese, attività di intrattenimento, ecc.). Le difficoltà, rilevate da più fonti, riguardano le aziende minori o prevalentemente rivolte al mercato interno. Ne segue che la riduzione delle imprese colpisce soprattutto il comparto artigiano. Nel corso del 2012 le imprese artigiane sono diminuite di circa 700 unità (-2,1 per cento); le nuove iscrizioni sono state 2.041 (-12,6 per cento sul 2011) a fronte di 2.738 cessazioni, pari al +19,6 per cento sull’anno precedente. Anche nel sottoinsieme dell’artigianato, è l’edilizia a segnare la flessione più pesante (-573 imprese operative in un anno, pari al -3,5 per cento), seguita dalle attività manifatturiere (-160 pari al -2,1 per cento). La relativa tenuta del sistema imprenditoriale, anche a Bergamo, è garantita in misura significativa dal saldo positivo della nati-mortalità delle componenti giovanile, straniera e femminile (tavola a pag. 9). Probabilmente anche per aggirare le difficoltà attuali del mercato del lavoro dipendente, la strada del lavoro autonomo si conferma importante per gli strati più dinamici, e potenzialmente innovativi, della nostra società. Per quanto riguarda le sub-aree della provincia, la crisi delle costruzioni si ripercuote sulle zone, soprattutto nella bassa bergamasca, a più forte specializzazione edilizia. Meno negative della media provinciale alcune aree delle Valli.  
   
 

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