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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Gennaio 2013
 
   
  LECCE, L´ANDAMENTO DEL TESSUTO IMPRENDITORIALE NEL 2012

 
   
   Lecce, 29 gennaio 2013- La struttura imprenditoriale regge nonostante la crisi: 576 imprese in più nel corso del 2012 Nonostante le gravi difficoltà in cui versa la nostra economia, il sistema imprenditoriale salentino tiene. Si è appena chiusa la contabilità dell’anagrafe delle imprese con un saldo attivo di 516 nuove aziende e un tasso di crescita positivo dello 0,71%. Il saldo scaturisce da 5.965 nuove iscrizioni, diminuite rispetto allo scorso anno di 406 unità, e da 5449 cancellazioni, leggermente aumentate (17 unità) rispetto al 2012. Lo stock delle imprese è leggermente diminuito (-0,10%) passando da 73.014 alla data del 31.12.2011 alle attuali 72.942. Se a livello nazionale hanno chiuso i battenti 1.000 imprese al giorno, nella provincia di Lecce sono state 15, compensate però da oltre 16 nuove aperture giornaliere. Il tasso di crescita medio nazionale per il 2012 è stato +0,31% , quello medio pugliese è stato pari a + 0,12%. L’imprenditoria salentina, in ambito nazionale si colloca al 18° posto per tasso di crescita, mentre nell’ambito della regione Puglia si conferma la più vitale delle province, seguita da Taranto e Foggia che hanno registrato dei tassi di crescita positivi, rispettivamente pari a +0,18% e 0,16%. Negativi, invece i tassi di crescita delle province di Bari (-0,02%) e Brindisi (-0,65%). La Puglia nel complesso ha realizzato un tasso di crescita pari allo 0,12%, inferiore alla media nazionale. Le unità locali al 31.12.2012 sono 84.389, in aumento rispetto allo scorso anno (83.949), mentre generalmente le localizzazioni seguono lo steso trend delle imprese. I settori economici - Al 31.12.2012 il saldo delle imprese non classificate è molto elevato ben 1.514 imprese, che solo in un momento successivo (quando concretamente svolgeranno l’attività per cui si sono iscritte all’anagrafe delle imprese) saranno imputate ai vari settori economici. E’ evidente, pertanto, che l’analisi settoriale non può essere puntuale e precisa come sarebbe se le imprese non classificate fossero state già collocate nei settori economici di appartenenza. Premesso ciò, si evidenzia il saldo negativo del comparto agricolo: - 392 imprese con un tasso di crescita pari a -3,8%. Anche il manifatturiero chiude l’anno in rosso con -220 aziende, buona parte imputabile all’artigianato che chiude l’anno con -131 imprese. E’ il settore moda (tessile, abbigliamento e calzaturiero) a registrare le perdite più pesanti con -88 aziende, di cui 73 imputabili al comparto dell’abbigliamento. Il settore del legno (-25) e quello della fabbricazione di mobili (-13) perde 38 imprese, e l’industria della carpenteria metallica ne perde 45. Le imprese commerciali complessivamente chiudono l’anno con -318 imprese e un tasso di crescita pari a -1,4% e sono soprattutto le imprese del commercio al dettaglio a chiudere (-213). Anche il settore dei servizi di alloggio e ristorazione perde 91 imprese, ma nel comparto le chiusure sono da imputarsi esclusivamente alle attività di ristorazione (- 99), poiché le strutture ricettive registrano un saldo positivo di 8 unità. Non mancano, però, i segnali positivi, che vengono soprattutto dalle imprese dei servizi che chiudono l’anno con un saldo di 54 nuove aziende, delle quali 37 riconducibili ai servizi alle persone ; anche i servizi alle imprese registrano un saldo positivo pari a 24 unità. Un vero e proprio exploit, con un tasso di crescita dell’11,65%, spetta al settore energetico in forte espansione, anche se i valori assoluti sono contenuti : solo 12 imprese in più nel corso dell’anno. Anche il comparto delle costruzioni registra un saldo positivo di 27 imprese. La struttura imprenditoriale salentina è fortemente “terziarizzata”. Il commercio rappresenta il 31% del totale delle imprese e i servizi oltre il 23%. Il 14,8% è rappresentato dalle imprese dell’edilizia e il 13,7% dalle imprese agricole. Il manifatturiero rappresenta poco meno del 10% del totale delle imprese salentine. Dalla tabella sottostante si evidenzia come negli ultimi anni l’agricoltura salentina abbia perso sempre più peso, passando dal 14,9% al 13,7% (in valore assoluto da 10.683 imprese del 2009 agli attuali 9.964). Anche il manifatturiero ha perso parte della sua importanza: nel 2009 rappresentava il 10,6% delle imprese registrate, attualmente rappresenta il 9,8%, le imprese da 7.642 unità sono passate a 7.118, del resto nel 2012 il settore ha subìto una perdita secca di ben 220 unità produttive. Al contrario il peso del comparto delle costruzioni è leggermente aumentato passando dal 14,2% al 14,8%, analogamente a quello del commercio passato dal 30,5% al 30,9%. Sono i servizi sia alle imprese che alle persone, a registrare l’incremento più consistente: due punti percentuali passando dal 21,3% al 23,3%. Le forme giuridiche - Il tessuto imprenditoriale salentino rimane essenzialmente costituito dalle ditte individuali che rappresentano il 68%, pari a 49.962 unità, dello stock delle imprese registrate. Le società di capitali attualmente rappresentano il 16,6% delle imprese ed ormai da oltre un decennio erodono lentamente, ma inesorabilmente, la quota delle ditte individuali. Basti pensare che nel 2001 le società di capitali rappresentavano il 9,5% e le ditte individuali il 76%, rispettivamente con 6.563 e 52.315 unità, oggi sono, nell’ordine, 12.077 e 49.962. Il trend delle società di persone, invece, dopo una crescita durata sino al 2007, ha registrato un’inversione di tendenza e oggi il loro peso è poco più dell’11%. Più o meno stabile la quota delle altre forme societarie (sostanzialmente consorzi e cooperative) che oggi costituiscono il 3,8% del tessuto imprenditoriale, nel 2001 il loro peso era pari al 3,6%. Il saldo del 2012 pari a 516 nuove realtà produttive è costituito per il 66%, 342 unità, da società di capitali e per il 26% dalle altre forme societarie (139 unità). Del tutto trascurabile l’apporto al saldo delle ditte individuali (0, 4%) e delle società di persone (0,2%). Le imprese artigiane - Il 2012 per le imprese artigiane è stato un anno difficile, probabilmente perchè il manifatturiero, che costituisce il 23% dell’artigianato salentino, è il settore più esposto alle trasformazioni imposte dal mercato globale. A livello nazionale il bilancio è stato di 20.319 unità in meno (-1,39%), negativo il saldo anche per la regione Puglia – 801 imprese, come del resto per tutte le regioni d’Italia. Stante tale situazione, il comparto artigiano salentino tutto sommato ha chiuso l’anno in pareggio con sole 4 imprese in meno. Saldo scaturito da 1.743 iscrizioni e da 1.747 cancellazioni. E’ il comparto manifatturiero a registrare le perdite maggiori – 131 imprese, seguito dal commercio – 65 unità. I servizi alle persone registrano, invece, un saldo positivo pari a 68 imprese, analogamente al settore dell’edilizia che chiude l’anno con 60 imprese in più . I giovani, le donne, gli immigrati - Il bilancio anagrafico del 2012, osservando le categorie imprenditoriali che rappresentano il tessuto economico salentino, evidenzia che il contributo al saldo positivo dell’anno è dovuto, nella misura del 217,2%, alle imprese giovanili, cioè quelle imprese gestite da giovani under 35, e per il 65,3% dalle imprese di stranieri. Il saldo delle imprese degli under 35 è stato, infatti, di 1.106 unità, mentre quello degli stranieri è stato pari a 407 imprese. Per quanto riguarda le imprese femminili, invece, le iscrizioni e le cancellazioni dell’anno si pareggiano per cui il saldo è stato pari a zero. Le imprese giovanile registrate sono il 31.12.2012 11.063 pari al 15,2% delle imprese totali, mentre il 24% di queste ultime sono imprese femminili (17.488) e l’8,1% è riconducibile a imprese condotte da stranieri (5.912 aziende). Le imprese dei Comuni - I Comuni che nell’anno 2012 hanno realizzato il tasso di crescita più elevato sono Sanarica (5,66%) ,San Cesario (5,60) e Zollino (4,93%), mentre quelli che hanno chiuso l’anno con un tasso di crescita negativo sono Martignano (-4,58%) Morciano di Leuca (-3,51%) e Diso (-3,06%). Considerando il valore assoluto dei saldi troviamo i comuni più grandi che ovviamente hanno un maggior numero di imprese, per cui abbiamo Lecce, Gallipoli e Nardò rispettivamente con 224, 77 e 50 imprese; Leverano (-24), Campi e Taurisano, entrambi con – 23, hanno realizzato i peggiori saldi.  
   
 

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