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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Gennaio 2013
 
   
  ALLUVIONE IN VENETO. A PRESIDENTE REGIONE GESTIONE SENZA POTERI STRAORDINARI

 
   
  Venezia, 28 gennaio 2013 - La Regione del Veneto, e dunque per essa il presidente, subentra nella gestione dell’emergenza alluvione ma senza i poteri straordinari che aveva il Commissario delegato dal Governo. E’ quanto dispone una specifica Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale che, prendendo atto della mancata intesa sui poteri da affidare alla Regione stessa, le dà il compito di gestire la chiusura della fase emergenziale. Svolgerò questo compito volentieri, per amore del Veneto e dei nostri cittadini e per profondo rispetto per le istituzioni – ha ribadito il presidente del veneto – però sono “commissario” per un atto amministrativo impostomi da Roma che non mi dà alcun potere speciale: è scritto nero su bianco che non ho simili poteri, come ho sempre detto. In sostanza, la Regione chiuderà la gestione della contabilità riferita agli interventi attivati per il superamento della fase emergenziale a favore di privati, imprese ed enti pubblici. Per quanto riguarda gli interventi di prevenzione, cioè le casse di espansione – ha ricordato il presidente - è una attività che facciamo noi, come Regione, in via ordinaria e che procede a prescindere dal commissariamento. Il commissario liquida le pratiche, cioè paga il conto dei danni, non fa nuove opere. La cassa di espansione di Caldogno, quella di Trissino e le altre che sono state indicate hanno insomma un corso a parte e non c’entrano con l’attività commissariale. Aver potuto disporre di poteri speciali ad esempio sulle opere pubbliche – ha detto ancora – significava bypassare tutte le pastoie burocratiche, essere più operativi, dare risposte molto più veloci. Siamo ricaduti nella tanta burocrazia – ha concluso rispondendo alle domande dei giornalisti – e questo non dipende dalla Protezione Civile nazionale e dal suo responsabile Franco Gabrielli; penso che dipenda tanto da altri meccanismi romani che vogliono evitare al massimo di dare autonomia e competenze e agli amministratori i quali, nonostante siano democraticamente eletti, sono sempre visti come nemici.  
   
 

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