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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Settembre 2013 |
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TRENTO - CRISI STABILE, LA RIPRESA SI FA ATTENDERE
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Trento, 2 settembre 2013 - La fase congiunturale
negativa iniziata negli ultimi mesi del 2011 e proseguita con maggiore
intensità nel corso del 2012 sembra in fase di stabilizzazione, ma ancora non
evidenzia segnali di inversione di tendenza. E´ quanto emerge dall´indagine
congiunturale del secondo trimestre 2013, presentata oggi presso la Cdc di
Trento.
Il fatturato complessivo realizzato dalle imprese
esaminate nell’indagine diminuisce, nel secondo trimestre di quest´anno,
dell’1,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. In questo
trimestre nessun settore mostra una chiara dinamica positiva, nemmeno il
commercio all’ingrosso, che in precedenza aveva sempre evidenziato variazioni
tendenziali del fatturato in aumento. I soli settori che si connotano per un andamento
debolmente positivo o stagnante sono i trasporti (+0,8%) e il commercio al
minuto (+0,1%). I settori del manifatturiero, del commercio all’ingrosso,
dell’artigianato e delle costruzioni si caratterizzano per variazioni negative
di modesta entità, in particolar modo il settore edile sperimenta una
diminuzione del fatturato del 2,6%, decisamente meno marcata rispetto a quelle
evidenziate nei trimestri precedenti. Permane in crisi strutturale il comparto
estrattivo (-12,5%), mentre in questo trimestre sono molto negativi anche i
risultati del settore dei servizi alle imprese e del terziario avanzato, con il
fatturato che si riduce su base annua del 5,6%.
Perdura la fase di contrazione della domanda interna
anche se le variazioni sono meno negative rispetto ai trimestri precedenti: il
fatturato realizzato in provincia di Trento si riduce su base tendenziale del
2,2%, mentre la domanda nazionale diminuisce del 2,8%. La domanda estera, che
nel primo trimestre si era leggermente contratta dopo un triennio di crescita
ininterrotta, sembra invece ripartire seppur a tassi inferiori rispetto a
quelli fatti registrare fino alla prima metà del 2012, evidenziando una variazione
rispetto allo stesso trimestre del 2012 pari a +2%. La situazione
occupazionale, che solitamente è affetta dalle fasi recessive con un certo
ritardo temporale rispetto alla caduta dei dati economici, appare da ormai tre
trimestri decisamente preoccupante. Gli addetti si riducono rispetto allo
stesso trimestre dello scorso anno del 2,7%. A livello settoriale sono i
trasporti ad evidenziare la caduta occupazionale più marcata (-8,4%), mentre
solo l’artigianato manifatturiero e dei servizi mantiene il numero di occupati
stabile. Il dato sugli ordinativi permane negativo, facendo registrare una
variazione tendenziale pari a -1,1%, anche se rispetto al trimestre precedente
diminuisce la percentuale di imprenditori che li reputano in diminuzione, mentre
aumenta quella di coloro che li considerano stazionari. I giudizi degli
imprenditori sulla redditività e sulla situazione economica dell’azienda, sia
allo stato attuale che in termini prospettici, appaiono ancora decisamente
negativi e confermano i risultati delle precedenti rilevazioni.
I risultati dell’indagine relativi al secondo
trimestre del 2013, presentano una sovrapposizione di aspetti in parte positivi
e in parte negativi e inducono a mantenere un giudizio neutrale circa l’attuale
situazione congiunturale in ambito locale e le prospettive future. I segnali
favorevoli sono determinati dalla lieve ripartenza delle esportazioni, che nei
mesi precedenti sembravano invece destinate ad attraversare una fase di
contrazione, e dalle variazioni negative via via meno marcate della domanda
interna. I risultati negativi invece sono da ricondursi all’andamento molto
negativo dell’occupazione, trasversale a tutti i settori e che perdura ormai da
almeno tre trimestri. La crisi che sta interessando ora anche il mercato del
lavoro rischia di influenzare negativamente le possibilità di ripresa future
attraverso un ulteriore indebolimento della capacità di spesa dei residenti. I
risultati emersi dalle indagini degli ultimi due trimestri sembrano delineare
una tendenza alla stabilizzazione della fase di crisi, ma non apportano nessuna
chiara evidenza dell’avvio di un processo di ripresa, che si fa quindi
ulteriormente attendere.
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