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Notiziario Marketpress di
Lunedì 09 Settembre 2013 |
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BOLZANO - ECONOMIA ALTOATESINA IN LEGGERA RECESSIONE NEL 2013
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Bolzano, 9 settembre 2013 - ll 2013 sarà un anno negativo per l’economia
altoatesina, che sconta la debolezza della domanda e la forte crisi italiana,
ma la recessione nella provincia non assumerà toni drammatici. In base alle
informazioni al momento disponibili, l’Ire – Istituto di ricerca economica
della Cdc di Bolzano - prevede che la variazione del prodotto interno lordo
sarà pari a -0,5%. Una contrazione più forte del Pil potrebbe però verificarsi
per effetto di alcuni fattori di rischio, in gran parte legati alla situazione
italiana. In particolare saranno fondamentali la stabilità governativa, la
prosecuzione del cammino di riforme e il rispetto degli obiettivi di bilancio,
in modo da non mettere a rischio la fiducia dei mercati nei confronti del
debito sovrano. Un elemento di incertezza è rappresentato anche dal clima di
fiducia dei consumatori. Questo, pur in ripresa sia in Italia, sia in Alto
Adige, resta fragile ed un suo indebolimento potrebbe ritardare ulteriormente
l’uscita dalla crisi. Bisogna poi tornare a fornire liquidità al sistema delle
imprese, attraverso l’allentamento della stretta creditizia e il pagamento dei
debiti arretrati della Pubblica Amministrazione. Qualora ciò non avvenisse nei
tempi previsti, la conseguente mancata ripresa degli investimenti impedirebbe
la ripartenza dell’economia prevista per fine anno. Infine, tale ripartenza
dipenderà sensibilmente anche dalle esportazioni, e sarà di conseguenza
sensibile all’evoluzione della congiuntura internazionale. Per l’Alto Adige
sarà particolarmente rilevante l’andamento dell’economia in Germania e in
Austria, con quest’ultima che potrebbe soffrire la crisi bancaria slovena.
L’europa tarda a riprendersi e l’Italia resta in forte
recessione -
Nel 2013 il tasso di crescita dell’economia mondiale
dovrebbe attestarsi sul 3,1%. La crescita delle economie emergenti sarà infatti
inferiore alle attese (Brasile +2,5%; Russia +2,5%; India +5,6%; Cina +7,8%,
Sudafrica +2%), anche per effetto della riduzione dei prezzi delle materie
prime. In Giappone (+2%) le politiche monetarie e fiscali fortemente espansive
hanno riavviato la crescita e anche il dato per gli Stati Uniti è positivo
(+1,7%), grazie alla ripresa del mercato immobiliare, degli investimenti e
della fiducia dei consumatori. L’economia europea resta invece debole. L’euro
relativamente forte frena le esportazioni e il clima di fiducia di imprenditori
e consumatori – seppur in miglioramento – risente del prolungarsi della crisi e
dell’accresciuta disoccupazione. In molti paesi le imprese lamentano difficoltà
di accesso al credito a causa della debolezza del sistema bancario e delle
scarse prospettive di crescita dell’economia reale. Nel 2013 l’Eurozona sarà
pertanto ancora in recessione (−0,6%) e anche paesi economicamente forti come
la Germania (+0,3%) faranno segnare tassi di crescita assai moderati. La crisi
italiana (−1,8%) resta profonda. La disoccupazione, l’elevato carico fiscale,
la stretta creditizia e la condizione di generale incertezza continuano a
frenare la domanda. La ripresa dovrebbe iniziare solo negli ultimi mesi
dell’anno, sostenuta dalle esportazioni, dallo sblocco del pagamento dei debiti
della Pubblica Amministrazione verso le imprese e dai ridotti prezzi delle
materie prime.
Il clima di fiducia dei consumatori altoatesini è in
ripresa -
Nel primo semestre del 2013 i consumatori altoatesini
hanno in parte riguadagnato un certo ottimismo. L’indice del clima di fiducia è
progressivamente tornato su livelli analoghi a quelli di Austria e Germania,
quindi ben superiori alla media europea. Le attese della popolazione riguardo
all’andamento dell’economia nei prossimi mesi sono migliorate, coerentemente
con le previsioni macroeconomiche che indicano un ritorno alla crescita a
partire dagli ultimi mesi dell’anno. Anche la sospensione dell’Imu, il rinvio
dell’aumento dell’aliquota Iva e la moderata inflazione hanno contribuito a
rendere meno negativo il clima di fiducia, in quanto consentiranno di limitare
la perdita di potere d’acquisto. Ciò ha influenzato positivamente le
aspettative dei consumatori riguardo alla situazione economica della propria
famiglia e alle possibilità di risparmio.
Tra gli imprenditori permane un forte pessimismo -
Solo il 64% delle imprese altoatesine valuta positivamente
la redditività conseguita nel primo semestre del 2013. Si tratta del peggiore
risultato rilevato da quando, nel 2000, l’Ire ha avviato l’indagine
congiunturale semestrale. Ad incidere negativamente sulla redditività sono
stati sia i costi di produzione, che il 48% degli intervistati ritiene
aumentati rispetto al primo semestre del 2012, sia l’andamento del volume
d’affari, che un’identica percentuale di imprese ha giudicato in diminuzione.
Gli ordinativi dall’estero sono rimasti sui livelli dello scorso anno, mentre
vi è stato un deciso calo per quanto riguarda il mercato locale altoatesino e
addirittura un crollo degli ordinativi provenienti dalle altre province
italiane. Le aspettative per il secondo semestre 2013 rimangono pessimistiche,
tanto che la quota di imprese con redditività soddisfacente dovrebbe rimanere
invariata al 64%. Le imprese prevedono infatti un andamento al ribasso del
volume d’affari e degli ordinativi rispetto al secondo semestre del 2012. I
risultati peggiori si registreranno ancora una volta sul mercato italiano, ma
la situazione dovrebbe permanere fortemente negativa anche per quanto concerne
il mercato locale. Si temono inoltre nuovi incrementi dei costi, nella
consapevolezza che questi non potranno essere compensati da un incremento dei
prezzi di vendita a causa della debolezza della domanda. Prevalgono le
aspettative pessimistiche anche per quanto riguarda l’occupazione.
Settore manifatturiero -
Il settore manifatturiero risente in modo deciso della
crisi economica, tanto che solo il 61% delle imprese valuta positivamente la
redditività conseguita nel primo semestre del 2013. L’indice di redditività è
così tornato ai livelli minimi toccati nel 2009. Si avverte un significativo
calo della domanda sul mercato interno provinciale e ancor più sul mercato
nazionale. Le imprese lamentano inoltre l’aumento dei costi di produzione. A
livello delle singole branche, la quota di imprese con redditività positiva
resta relativamente elevata nel comparto alimentare, nel settore tessile e dell’abbigliamento
e nella fabbricazione di prodotti chimici e materie plastiche, mentre soffrono
i comparti “materiali da costruzione”, “legno e mobili” e “articoli per sport,
hobby e tempo libero”. Nella seconda metà dell’anno non vi saranno miglioramenti
sensibili. In particolare, non è previsto alcun aumento dei prezzi di vendita
che possa compensare l’incremento dei costi di produzione, mentre la crisi
dell’economia nazionale trascina verso il basso gli indici relativi al volume
d’affari ed agli ordinativi.
Costruzioni -
Il clima di fiducia nel settore delle costruzioni è
decisamente negativo: meno della metà delle imprese (48%) hanno conseguito una
redditività positiva nel primo semestre dell’anno. Fatturato e ordinativi sono
in calo rispetto al già insoddisfacente primo semestre del 2012, mentre
crescono i costi di produzione. I problemi riguardano indistintamente tutte le
branche dell’edilizia, dalla costruzione di infrastrutture a quella di edifici,
sino ai lavori di impiantistica e completamento. Nella seconda metà dell’anno
la situazione resterà altrettanto critica, con un indice di redditività attesa
pari al 49%. Le aspettative degli operatori del settore sono pessimistiche
sotto tutti gli aspetti: volume d’affari e ordinativi, prezzi di vendita, costi
di produzione e, purtroppo, occupazione.
Commercio e riparazione di veicoli -
L’indice di redditività relativo al primo semestre
2013 si attesta al 62%, un valore molto basso. Quasi i due terzi degli
operatori lamentano un calo di fatturato e anche l’evoluzione dei costi è
giudicata negativamente. Del resto, i dati relativi alle immatricolazioni di
automobili in Alto Adige indicano una flessione del 14% rispetto al primo
semestre 2012. Anche nella seconda metà dell’anno fatturato e ordinativi
saranno in forte contrazione. L’aumento dei costi dovrebbe però essere più
contenuto e parzialmente compensato da un leggero incremento dei prezzi.
L’indice di redditività dovrebbe così aumentare, con il 70% delle imprese che
prevede una redditività positiva.
Commercio all’ingrosso -
Il commercio all’ingrosso è in assoluto il settore
dell’economia altoatesina che mostra la peggiore redditività. Le imprese
soddisfatte della propria situazione reddituale nel primo semestre 2013 sono
infatti meno della metà (46%). Questo record negativo è essenzialmente dovuto
al calo della domanda su tutti i mercati: estero, locale e soprattutto
nazionale. La crisi economica italiana produce effetti negativi particolarmente
per quelle imprese del commercio all’ingrosso che svolgono la tradizionale
funzione di “ponte” tra l’area economica italiana ed i paesi di lingua tedesca.
La crisi ha inciso pesantemente su quasi tutte le branche del commercio
all’ingrosso. A soffrire di più è stato il commercio di legname e materiali da
costruzione, penalizzato dalla grave recessione che ha colpito l’edilizia.
Nessun miglioramento della redditività è previsto per la seconda metà
dell’anno, con la contrazione del volume d’affari che appare destinata a
perdurare anche nei prossimi mesi.
Commercio al dettaglio -
Nel primo semestre del 2013 i consumatori altoatesini
hanno in parte riguadagnato un certo ottimismo. L’indice del clima di fiducia è
progressivamente tornato su livelli analoghi a quelli di Austria e Germania,
quindi ben superiori alla media europea. Le attese della popolazione riguardo
all’andamento dell’economia nei prossimi mesi sono migliorate, coerentemente
con le previsioni macroeconomiche che indicano un ritorno alla crescita a
partire dagli ultimi mesi dell’anno. Anche la sospensione dell’Imu, il rinvio
dell’aumento dell’aliquota Iva e la moderata inflazione hanno contribuito a
rendere meno negativo il clima di fiducia, in quanto consentiranno di limitare
la perdita di potere d’acquisto. Ciò ha influenzato positivamente le
aspettative dei consumatori riguardo alla situazione economica della propria
famiglia e alle possibilità di risparmio.
Trasporti -
In questo settore è necessario distinguere tra il
trasporto di persone e quello di merci. Il primo ha subito in misura nettamente
inferiore le conseguenze della crisi: la riduzione del fatturato è stata
contenuta e oltre tre quarti delle imprese (76%) hanno mantenuto una situazione
reddituale soddisfacente nel primo semestre del 2013. Le attività legate al
trasporto merci e alla logistica sono invece più sensibili alla congiuntura,
con la maggior parte delle imprese che ha dovuto affrontare un calo della
domanda. Di conseguenza, nel comparto merci la redditività è stata
soddisfacente solo per la metà circa delle imprese (51%). In base alle
aspettative espresse dagli operatori, la crisi nel settore dovrebbe addirittura
accentuarsi nella seconda metà dell’anno, con possibili riflessi negativi anche
sull’occupazione. La quota di imprese che prevedono una redditività
soddisfacente nei prossimi sei mesi è infatti pari al 69% nel trasporto di
persone ed appena al 47% nel trasporto merci.
Alberghi e ristoranti -
La quota di alberghi, bar e ristoranti che valutano
positivamente la redditività conseguita nel primo semestre è in calo rispetto
all’anno scorso e si attesta al 64%. A tale risultato ha contribuito anche una
leggera riduzione del numero di pernottamenti (−3,3% rispetto al 2012 tra
gennaio ed aprile), dovuta soprattutto al calo dei turisti italiani. Ad
incidere negativamente sul risultato complessivo del settore non sono però
tanto gli alberghi, quanto piuttosto i ristoranti e, soprattutto, i bar, che
risentono anche della riduzione dei consumi da parte della popolazione locale.
Gli imprenditori temono un’ulteriore contrazione della redditività nella seconda
metà del’anno, tanto che solo il 59% si attende un risultato soddisfacente. Si
prevede, infatti, che il volume d’affari resti molto al di sotto di quello
conseguito nel secondo semestre del 2012. Anche gli elevati costi, in parte
dovuti alle imposte, continuano a rappresentare un problema per il settore.
Servizi -
Nel primo semestre dell’anno la redditività nel
settore dei servizi è sensibilmente diminuita, ma con un indice pari al 72%
resta ben al di sopra della media dell’economia altoatesina. Bisogna tuttavia
tenere presente che si tratta di un settore assai eterogeneo. Da un lato vi
sono branche che hanno ottenuto una redditività buona, come i servizi alle
imprese e l’informatica, dall’altro comparti che hanno sofferto maggiormente,
come l’editoria, i servizi alle persone ed i servizi finanziari ed
assicurativi. Nel secondo semestre del 2013 la quota di imprese in grado di
ottenere una redditività soddisfacente dovrebbe aumentare solo leggermente,
portandosi al 74%. In generale, i previsti incrementi dei costi non potranno
essere compensati che in minima parte attraverso aumenti del prezzo pagato
dagli utenti e il volume d’affari sarà inferiore rispetto al secondo semestre
dello scorso anno.
Agricoltura -
Anche nel primo semestre del 2013 l’agricoltura si
conferma come l’unico settore dell’economia altoatesina relativamente immune
dalla crisi. Infatti, nonostante i costi di produzione siano sensibilmente
aumentati, la quasi totalità delle cooperative (96%) ha potuto corrispondere ai
produttori prezzi buoni o almeno soddisfacenti. Le aspettative per il secondo
semestre sono unanimemente positive. Nel caso delle mele e del vino la crescita
dei costi potrà essere compensata da un aumento dei prezzi di vendita,
sostenuti dal buon andamento della domanda estera. In particolare i dati
relativi alla commercializzazione delle mele sono molto incoraggianti: le
giacenze nei magazzini sono inferiori di oltre il 30% rispetto allo scorso
anno. Nel caso dei latticini, invece, gli aumenti di prezzo saranno più
contenuti, per effetto della forte concorrenza. Il buon andamento del mercato
locale consente comunque anche alle latterie sociali di guardare con fiducia ai
prossimi mesi.
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