|
|
|
|
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Giovedì 12 Settembre 2013 |
|
|
|
|
|
CAMBIAMENTO CLIMATICO: MENO GAS SERRA DALL´AGRICOLTURA CON CLIMATE CHANGER, UN PROGETTO DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA, INSIEME A BARILLA, GRANAROLO, COOP E ALTRI GRANDI GRUPPI DELL´AGROALIMENTARE ITALIANO. LA RIDUZIONE DI CO2 NON SARÀ TEORICA, MA MESSA IN PRATICA DA UN CAMPIONE DI AZIENDE. INCENTIVI DEL PSR PER DIFFONDERE LE BUONE PRATICHE
|
|
|
|
|
|
Bologna, 12
settembre 2013 – La Regione
Emilia-romagna si candida a laboratorio
nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra di origine agricola e
lo fa insieme ad alcuni dei principali marchi dell’agroalimentare italiano e
della grande distribuzione: Barilla, Coop, Granarolo, Granterre, Centro Servizi
Ortofrutticoli, Apoconerpo e Unipeg.
E’ quanto
prevede Climate Changer un progetto che si propone di mettere a punto
tecniche di coltivazione e di allevamento che, a parità di rese produttive e
qualità dei prodotti, riducano la produzione di Co2 e degli altri principali
gas climalteranti.
“Tale
riduzione – ha spiegato oggi a
Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - non viene teorizzata o ipotizzata, ma sarà
praticata sul campo da un campione di aziende agricole che adotteranno le buone pratiche nel loro processo produttivo. Queste buone pratiche saranno poi
stabilizzate e diffuse attraverso i contratti di fornitura dei partner
privati, il sostegno delle risorse del
Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 e azioni di sensibilizzazione verso i consumatori”.
Il valore aggiunto di Climate Changer è dato proprio dalla partecipazione di alcuni tra i
più importanti gruppi nazionali e internazionali dell’agroalimentare e della
grande distribuzione: un partenariato che rappresenta direttamente e
indirettamente circa il 30% delle imprese agricole regionali e 7,5 milioni di
consumatori. Un aspetto importante è costituito inoltre dalla possibilità di
condividere le esperienze già avviate
nel campo della sostenibilità ambientale dai singoli partecipanti. “Porteremo nell’iniziativa – ha spiegato il responsabile Sicurezza e Ambiente Luca Ruini
di Barilla - i risultati del nostro
progetto ‘grano duro alta qualità’ con il quale abbiamo visto che è
possibile ridurre l’impatto ambientale e
, allo stesso tempo, migliorare le rese e abbattere i costi”.
“La qualità va
perseguita a tutto campo, partendo dalla stalla
– ha sottolineato Vittorio Zambrini , direttore Qualità di Granarolo, convinto che “ridurre l’impatto
ambientale non sia da considerare un sovraccosto”, mentre Claudio Mazzini, responsabile Sostenibiltà e
Innovazione di Coop si è soffermato sul
ruolo fondamentale che “ i cittadini con le loro scelte potranno svolgere
nell’indurre il cambiamento nelle aziende”.
Partner
scientifici del progetto sono Arpa (l’Agenzia regionale di prevenzione e
ambiente) e gli enti di ricerca Crpv di
Cesena e Crpa di Reggio Emilia. Un
ulteriore supporto sarà fornito dal Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Approvato
dalla Commissione Ue nell’ambito del Programma Life, il progetto
ha durata triennale e un costo di 1,8 milioni di euro cofinanziati al 50% dall’Europa.
Cosa prevede Climate Changer
L’obiettivo è
mettere a punto nuovi disciplinari di produzione agricola e zootecnica,
utilizzando le tecniche più avanzate
individuate dalla ricerca in ambito
internazionale e partendo dall’esperienza ormai consolidata in Emilia-romagna
della lotta integrata.
Buone pratiche che potranno prevedere, tra l’altro, la
riduzione dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci, una più razionale gestione delle risorse
idriche, tecniche di lavorazione della
terra più leggere, diverse modalità di gestione delle deiezioni, nuovi tipi di
alimentazione degli animali.
I settori su
cui si lavorerà sono quelli di grano
duro, pomodoro da industria, pero, pesco, fagiolino, bovini (per la produzione di latte alimentare e di
Parmigiano-reggiano e da carne).
Un passaggio importante sarà dato dalla
sperimentazione in azienda (grazie a un
campione di imprese agricole che hanno già dato la loro
disponibilità), ma l’obiettivo finale
è introdurre in modo stabile i nuovi
disciplinari nelle filiere produttive regionali, anche grazie alle risorse
della nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, sostenendoli e
valorizzandoli presso i consumatori.
L’applicazione delle nuove metodologie dovrà ridurre le emissioni di origine agricola
dell´Emilia-romagna di 200 mila tonnellate di Co2 equivalenti in tre anni, in
coerenza con gli obiettivi europei della
Strategia Europa 2020.
Il progetto utilizzerà la metodologia dell’Lca (Life
Cycle Assessment) per calcolare
l’impronta di carbonio (dunque le emissioni ) delle diverse colture. Lo farà in
considerando l’insieme delle colture, dunque in una logica di sostenibilità complessiva.I
gas più coinvolti nel cambiamento
climatico in atto sono l’anidride carbonica (Co2), il protossido di azoto (No2)
e il metano (Ch2). Secondo gli esperti
il settore agricolo nel suo complesso contribuisce al 6,7% della produzione di
gas serra
|
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|