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Notiziario Marketpress di
Giovedì 12 Settembre 2013 |
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DISTRETTI SU WEB: UNA CHANCE PER LA RIPRESA
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Udine, 12 settembre 2013 - È stato evidenziato alla presentazione del
progetto Distretti sul web, realizzato da Google e Unioncamere e cui ha aderito
la Cdc udinese. Un borsista, per sei mesi, sarà impegnato a dare supporto alle
Pmi del Distretto della sedia per la loro digitalizzazione.
C’è un mondo intero di consumatori che cerca e
richiede prodotti di qualità “made in Italy” attraverso internet. Ma le imprese
italiane non sono ancora sufficientemente presenti sul web e se non si
rimboccano le maniche rischiano di perdere importanti occasioni di sviluppo,
sia sul mercato interno sia su quello internazionale, superate dalle
concorrenti di altri Paesi. In Friuli, nel Distretto della sedia, le Pmi hanno
ora l’opportunità di mettersi “alla pari” e cogliere questa sfida, beneficiando
di assistenza e accompagnamento alla digitalizzazione grazie al progetto
“Distretti sul web”, sviluppato da Google e Unioncamere su 20 Distretti
industriali italiani con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico,
cui la Camera di Commercio di Udine ha aderito con convinzione. Il progetto,
presentato nella sede di Friuli Future Forum, è un’iniziativa unica al mondo:
per 6 mesi permette alle Pmi distrettuali di usufruire del supporto gratuito e
personalizzato di Giacomo Trevisan, borsista che le accompagnerà nel processo.
Alla presentazione in Fff, assieme a Giacomo e con la moderazione di Carlo
Piemonte, direttore Asdi, c’erano il deputato udinese Paolo Coppola e Michele
Di Fonzo, research e product developer della Frag e componente del Gruppo
giovani imprenditori di Confindustria Udine. Patrick de Sabbata, presidente di
Sediarreda.com, primo distributore online di sedie e tavoli a livello
nazionale, ha portato una testimonianza sulla positiva esperienza di e-commerce
dell’azienda e hanno seguito “a distanza” tramite contributi video Diego
Ciulli, Public Policy and Government Affairs Google, e Domenico Mauriello,
responsabile del Centro Studi Unioncamere.
Fino a fine anno, dunque, Giacomo opererà a favore
delle imprese distrettuali, seguendole in attività quali, per esempio, la
geolocalizzazione, la creazione o il miglioramento del sito internet,
l’apertura o la migliore gestione di profili aziendali sui social network o la
pianificazione di una campagna pubblicitaria online. Con “Distretti sul web”
Google mette a disposizione
dell’economia italiana la propria esperienza, per far sì che si possa incidere
con più forza su quel “digital divide” che, come ha evidenziato Coppola
intervistato dal team di Fff (tutti i video sono consultabili su
www.Friulifutureforum.com), va necessariamente superato. Perché in Italia, ha
detto il deputato, bisogna capire subito che lo sviluppo economico passa
davvero attraverso la cosiddetta “rivoluzione digitale”. Una rivoluzione che è
culturale: bisogna cioè capire che cos’è internet e cosa implica nei
cambiamenti nel modo di fare impresa, di fare marketing, di vendere, di
concepire lo sviluppo dell’impresa e del lavoro stesso, concetti fondamentale
per la crescita del Paese e del Fvg, ha rimarcato.
Trevisan ha portato alcuni numeri sull’“internet
economy” italiana, che comunque è in costante crescita (dal 13% al 19% annui)
ed è destinata a rappresentare entro il 2015 il 3,5% del Pil. Da qui l’avvio
del dialogo fra Google e il Ministero dello sviluppo economico e il sistema
camerale. Perché se le cifre in Paesi come Francia e Inghilterra sono doppie o
triple di quelle italiane, bisogna guardare il lato positivo, cioè che c’è
spazio per innescare un processo virtuoso affinché la digitalizzazione diventi
finalmente una delle vie per far ripartire la crescita. Se cittadini e
consumatori italiani utilizzano internet come negli altri Paesi europei, come
ha evidenziato Ciulli di Google, il sistema imprese lo utilizza a livello dei
Paesi del Magreb. Ciò significa, ha detto l’esperto, che i consumatori che
stanno online comprano da aziende concorrenti di altri Paesi e le nostre
continuano a perdere grandi occasioni per ampliare il mercato nazionale e per
espandere la qualità della produzione italiana sui mercati internazionali. E
secondo i dati di Google, in quelli a
più rapido sviluppo il desiderio di eccellenza made in Italy, sul web, è
elevatissimo.
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