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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Settembre 2013
 
   
  “RAFFAELLO SANZIO DA URBINO A SOFIA”, LA MOSTRA CHE SIGILLA L’AMICIZIA TRA LE DUE CANDIDATE CITTÀ DELLA CULTURA 2019 .

 
   
  Ancona, 19 settembre 2013 - Una liaison che ha il volto delicato di Santa Caterina d’Alessandria ritratta da Raffaello quella tra Urbino e Sofia candidate Città della Cultura 2019: il capolavoro giovanile dell’artista urbinate è esposto fino al 22 settembre nella Galleria d´Arte Nazionale della capitale bulgara per la mostra “Raffaello Sanzio da Urbino a Sofia”. La città del Montefeltro è stata l’unica ad essere invitata a Sofia in occasione delle celebrazioni per la presentazione come candidata bulgara a capitale europea della cultura. “Un sigillo al legame di amicizia tra Urbino e Sofia - ha commentato l’assessore alla Cultura, Pietro Marcolini, presente all’inaugurazione della mostra insieme al sindaco di Sofia, Yordaka Fandakova, il Viceministro della Cultura, l’Ambasciatore d’Italia S.e. Marco Conticelli, Malina Edreva, assessore alla cultura di Sofia e l’assessore del Comune di Urbino, Maria Clara Muci - Due città che camminano insieme verso un grande progetto culturale attraverso un ponte virtuale e reale allo stesso tempo”. Dalle colline del Montefeltro, il Mare Adriatico e Monte Vitoša, le due città si sono avvicinate in un programma comune basato sulla sintonia d’intenti, con lo sguardo verso l’Europa, in un dialogo interculturale autentico. Elementi che hanno permesso di sottoscrive ufficialmente un accordo tra la città di Urbino e la Regione Marche e la città di Sofia e la Regione Sud Occidentale della Bulgaria, il 12 giugno scorso a Roma, durante la presentazione ufficiale della candidatura della città ducale a Capitale Europea della Cultura. “La mostra di Sofia – aggiunge Marcolini - rientra in quel percorso di conoscenza reciproca per promuovere con collaborazione e cooperazione cultura, arte, istruzione, educazione, turismo e innovazione scientifica”. Il dipinto di Raffaello rappresenta l´espressione delle Marche, regione di cultura e terra natale di musicisti, artisti e creativi come Gioachino Rossini, Giovan Battista Pergolesi, Gaspare Spontini, Donato Bramante, Raffaello Sanzio e Giacomo Leopardi. E´ la città che diede i natali a Raffaello nel 1483, la più nota tra i capoluoghi d´arte delle Marche, costruita intorno al grandioso Palazzo Ducale, la corte rinascimentale del duca Federico da Montefeltro che accolse artisti come Piero della Francesca, Luciano Laurana, Francesco di Giorgio Martini, Bramante e il giovane Raffaello. Il pittore, come nel Rinascimento, è il simbolo della cultura, dell´arte, della perfezione che Urbino, le Marche e l´Italia trasmettono al mondo intero. Ammirare da vicino una sua opera racconta il genio della sua pittura e la cultura millenaria della regione e della terra che gli ha dato i natali. L’inaugurazione della mostra è stata preceduta dalla conferenza “Urbino-sofia: dialoghi sulla cultura rinascimentale” a cura di Lorenza Mochi Onori, Direttore Regionale per beni culturali e paesaggistici delle Marche. In occasione della candidatura di Urbino, la Regione Marche sta mobilitando il suo sistema culturale per sostenere la città. A tal proposito è stato realizzato il nuovo portale Marche Beni Culturali www.Beniculturali.marche.it grazie al quale è possibile conoscere non solo opere d´arte e reperti archeologici, documenti e oggetti della memoria ma anche attraverso percorsi tematici, tutte le risorse catalogate collegate al tema di Urbino 2019. Scheda Santa Caterina d´Alessandria L’opera faceva originariamente parte di un trittico, probabilmente con funzione di piccolo altare destinato alla devozione privata e composto da una seconda tavoletta di simili dimensioni raffigurante Santa Maria Maddalena. Al centro del trittico doveva forse trovarsi un’immagine perduta della Vergine con il bambino o della Sacra Famiglia, secondo quanto farebbe supporre l’invocazione alla Vergine presente sul retro del dipinto in lettere capitali in oro: "Benedi/cat Virg/o Maria". I due dipinti in un’unica cornice sono ricordati nella Collezione del pittore Vincenzo Camuccini e successivamente a Alnwick Castle; furono attribuiti a Raffaello da Roberto Longhi nel 1955 quando erano già presenti nella Collezione del Conte Alessandro Contini Bonaccossi. Dispersa la collezione, le opere finirono nel mercato antiquario: la Santa Caterina d´Alessandria fu acquistata dall’antiquario Spencer di New York che lo vendette successivamente al dittatore filippino Marcos. Alla sua morte, la collezione fu messa in vendita dalla moglie Imelda e, nel 1990, il dipinto fu acquistato dallo Stato italiano e destinato alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. L’opera è databile tra il 1500 e il 1503, quando Raffaello è attivo tra Urbino, nelle Marche e Città di Castello, in Umbria, prima di arrivare a Firenze: sono da rilevare rapporti stilistici con le opere di questo periodo la Crocifissione Mond e lo Sposalizio della Vergine oggi a Milano, Pinacotea di Brera. Elemento particolare della raffigurazione, una ruota dentata posta a terra, riferimento simbolico alla santa e al suo trionfo sul martirio, quasi a formare un piedistallo dove la santa è collocata in perfetto classico equilibrio. Studi recenti suggeriscono che il trittico di cui faceva parte la Santa Caterina d´Alessandria possa essere une delle opere di cui Giorgio Vasari scrive come eseguiti a Urbino per il Duca Guidobaldo da Montefeltro (figlio del grande Federico) e la consorte Elisabetta Gonzaga di cui Raffaello ci ha lasciato splendidi ritratti oggi conservati agli Uffizi:santa Maria Maddalena e santa Caterina d’Alessandria erano infatti le sante più venerate nella città di Urbino  
   
 

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