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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Settembre 2013
 
   
  LE COSTRUZIONI A UN PUNTO DI SVOLTA? 1° E 2° TRIM. 2013 PRIMI (TIMIDI) SEGNALI DI UN’INVERSIONE DI TENDENZA NELLA LUNGA CRISI DELL’EDILIZIA

 
   
   Marghera, 26 settembre 2013 - I dati a consuntivo sull’andamento del mercato delle costruzioni nel Veneto, secondo le stime elaborate dal Cresme per l’osservatorio Ceav-unioncamere del Veneto sul mercato edilizio, hanno evidenziato tra il 2008 e il 2012 la più grave crisi del settore dal dopoguerra, nell’ordine del -14,2 per cento in termini reali e del -22,8 per cento in valori costanti (al netto dell’inflazione). Nel 2012 il settore delle costruzioni nel Veneto ha attivato investimenti per poco più di 13,7 miliardi di euro, contro i 16 miliardi del 2008. In tre anni il mercato ha perso circa 2,3 miliardi di investimenti. L’evidenza della crisi sta nella trasformazione della composizione del mercato. Nel 2008 la nuova costruzione rappresentava il 56% degli investimenti, nel 2012 è il mercato del “recupero” a rappresentare il principale elemento di attività. In quattro anni dunque il mercato non solo è diminuito per investimenti, ma ha profondamente mutato la struttura della domanda, con una riduzione molto significativa di alcuni segmenti storici, come ad esempio la nuova costruzione non residenziale privata, che in quattro anni ha dimezzato il giro d’affari, o la stessa nuova costruzione residenziale, che ha perso quasi il 29% degli investimenti. La crescita del “rinnovo”, un fenomeno anticongiunturale ben conosciuto già nella precedente crisi post-tangentopoli, può essere anche associata all’effetto del “piano casa”, che al 31 dicembre 2012 ha contato quasi 50.000 domande. Tuttavia, nonostante la limitata ma positiva performance del rinnovo, il protrarsi della crisi ha aggravato la condizione occupazionale. Secondo i dati Istat sulle forze lavoro, nel 2012 si è registrato un calo di 4.400 addetti nell’edilizia, pari ad una diminuzione annua del -3,2 per cento. Nel periodo 2008-2012 la perdita complessiva di occupati nel settore è stata pari a oltre 13.650 addetti, con un calo del -7,6 per cento. La crisi è anche e soprattutto delle imprese, che nell’ultimo anno si è fatta sentire in modo più consistente, anche se non per tutte le tipologie aziendali. Infatti osservando i dati relativi al numero di imprese attive artigiane e non artigiane delle costruzioni per forma giuridica, emerge una diminuzione del numero totale di imprese (-3,5 per cento rispetto al 2011), ma alcune forme di impresa rimangono in forte crescita, come le società di capitale del settore artigiano (+2,3 per cento) e le cooperative e i consorzi artigiani (+8,3 per cento). In forte crisi al contrario le ditte individuali nel comparto non artigiano (-14,8 per cento nell’ultimo anno). Si conferma pertanto quanto già osservato negli anni precedenti, ovvero il fatto che le imprese più strutturate e le forme di cooperazione tra imprese hanno dimostrato di poter affrontare meglio la crisi, un elemento utile a definire un quadro strategico di riferimento per il mercato nel futuro. L’andamento recente - L’analisi congiunturale trimestrale sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da Ceav e Unioncamere del Veneto e inserita ormai stabilmente nelle indagini di Venetocongiuntura, relativamente al secondo trimestre 2013 mette in evidenza due elementi apparentemente contrastanti; ma che, alla luce dei dati generali dell’economia, in realtà riflettono una tendenza che, con tutte le cautele del caso, fa intravvedere i primi segnali di una possibile inversione di tendenza della dinamica negativa dell’edilizia nel prossimo futuro. Infatti se da un lato il secondo trimestre 2013 evidenzia un proseguimento della dinamica negativa, in particolare con dati relativi all’occupazione particolarmente pesanti, da un altro lato emerge un netto miglioramento delle aspettative delle imprese per i prossimi sei mesi, segno di un sentore di inversione di tendenza che, nelle costruzioni come noto, ha tempi di reazione più lunghi rispetto a quelli dell’economia. Sulla base dei dati dell’indagine Venetocongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni tra aprile e giugno 2013 ha registrato una diminuzione del -4,6% rispetto allo stesso periodo del 2012, una ulteriore diminuzione dopo il -3,9% del precedente trimestre. Su questo andamento ha certamente continuato ad influire una condizione meteorologica molto particolare. Dal punto di vista territoriale hanno sofferto soprattutto i territori dell’area montana (Belluno -5,7%) e le province dell’area metropolitana di Venezia, Padova e Treviso. Tuttavia a fronte di questa dinamica ancora negativa, emerge un dato molto interessante riguardante le aspettative delle imprese per i prossimi sei mesi. I saldi delle risposte tra attese negative e positive sono ancora negativi, ma l’osservazione in serie storica delle risposte evidenzia un netto miglioramento del saldo, che per quanto riguarda il fatturato passa dal -31% del quarto trimestre 2012, al -22% del primo trimestre 2013, fino al -16% del secondo trimestre 2013. Dunque nell’arco di sei mesi si è dimezzato il sentiment negativo dell’imprese sul futuro dell’andamento delle costruzioni in Veneto, un fattore che fa ben sperare alla luce del miglioramento anche dei giudizi sull’aumento dei prezzi e soprattutto con il passaggio dal -22% del saldo del giudizio sugli ordini dei trimestri precedenti al -8% del trimestre in esame. Quello relativo agli ordini è dunque, in questa fase, un indicatore importante per le prospettive future di ripresa del mercato. Veneto. Andamento dei principali indicatori congiunturali (var. % su trim. Anno prec.). Ii trim. 2013
Fatturato Prezzi Ordini Occupazione
Tipologia di impresa
Artigiana -4,7 2,4 -3,3 -6,2
Non artigiana -3,8 3,6 -3,4 -4,6
Classe dimensionale
da 1 a 5 add. -5,6 2,2 -4,5 -12,3
da 6 a 9 add. -3,4 2,8 -2,0 -2,1
oltre 9 add. -3,9 2,7 -2,7 -0,1
Provincia
Verona -2,3 2,7 -2,5 -10,5
Vicenza -2,5 2,6 -3,0 -5,1
Belluno -5,7 2,4 -3,9 -6,2
Treviso -4,7 2,9 -3,2 -5,2
Venezia -4,8 1,8 -4,2 -4,9
Padova -7,6 2,1 -2,9 -0,4
Rovigo -3,4 3,7 -3,7 -10,5
Totale -4,6 2,5 -3,3 -6,0
Fonte: Ceav-unioncamere del Veneto (indagine Venetocongiuntura, 600 casi)
Veneto. Previsioni a sei mesi dei principali indicatori congiunturali (saldi % risposte). Ii trim. 2013
Fatturato Prezzi Ordini Occupazione
Tipologia di impresa
Artigiana -17,4% 20,9% -9,8% -1,8%
Non artigiana 1,8% 51,7% 12,0% -11,1%
Classe dimensionale
da 1 a 5 add. -15,0% 23,0% -8,0% -1,6%
da 6 a 9 add. -10,4% 18,3% 2,3% -2,5%
oltre 9 add. -31,2% 25,2% -21,1% -6,3%
Provincia
Verona -24,3% 25,0% -21,4% 3,0%
Vicenza -10,7% 20,2% -11,7% -3,6%
Belluno -28,0% 25,6% -17,8% 7,0%
Treviso -10,2% 17,8% -3,1% -5,2%
Venezia -12,6% 12,5% 4,2% -10,9%
Padova -24,8% 23,4% -14,4% -4,8%
Rovigo -3,5% 34,9% 5,7% 0,0%
Totale -16,4% 22,6% -8,5% -2,3%
Fonte: Ceav-unioncamere del Veneto (indagine Venetocongiuntura, 600 casi)
Gli indicatori congiunturali - Ordini - Continua a restare negativo l’indicatore congiunturale relativo agli ordini, ma con una flessione leggermente più contenuta rispetto a quella del trimestre precedete, pari al -3,3%, dunque quasi un punto percentuale inferiore a quella del quarto trimestre 2012. Prezzi - L’aumento del livello dei prezzi, registrato nei mesi precedenti, rallenta il passo, con un indicatore tendenziale del +2,5%, quindi mezzo punto inferiore a quello del trimestre precedente e quasi un punto inferiore a quello del quarto trimestre 2012. Occupazione - Gli indicatori relativi all’occupazione nel secondo trimestre del 2013 raggiungono il massimo picco negativo, con un dato in flessione del -6,0%. Particolarmente negativo il dato relativo alle piccole imprese, -12,3%, mentre in leggera flessione è quello relativo alle medie imprese (-2,1%) e sostanzialmente stabile quello delle grandi imprese. Le previsioni per i prossimi sei mesi - Dal punto di vista previsionale, pur proseguendo la tendenza negativa registrata nei trimestri precedenti, nel secondo trimestre del 2013 si registra una riduzione dell’indicatore sintetico generale. Dopo i -31,4 punti percentuali del quarto trimestre 2012, l’indicatore relativo al fatturato si assesta nel secondo trimestre 2013 a -16,4 punti percentuali. Si confermano ancora una volta dunque le aspettative negative delle imprese, ma con una riduzione significativa rispetto al semestre precedente. Nuovo residenziale - Le previsioni per i prossimi sei mesi si invertono, rispetto al trimestre precedente, con la maggior parte delle imprese che affermano che vi sarà una crescita del mercato (giunto ormai a livelli di soglia minima), mentre circa il 40% delle imprese afferma che il mercato rimarrà invariato. Non residenziale - le aspettative delle imprese sono positive. D’altronde è il settore che prima degli altri è entrato in crisi nel Veneto, anche per la grande over-produzione che ha investito la Regione nei primi anni 2000, e che dunque ha raggiunto livelli produttivi molto contenuti. Quasi il 60% delle imprese si attende una ripresa del mercato. Ristrutturazioni - trainate dal piano casa e dagli incentivi governativi, evidenziano una forte potenzialità di crescita per i prossimi sei mesi da parte delle imprese, ma anche elementi contraddittori. Infatti mentre nei casi precedenti la percentuale di chi considera il mercato in calo era contenuta, in questo caso è come se i giudizi si dividessero tra chi è fortemente convinto della crescita e chi invece pensa ad un rallentamento. Opere pubbliche - evidenzia una attesa positiva da parte degli operatori, innescata probabilmente dall’azione del Governo e dai provvedimenti presi con il decreto del Fare. Oltre il 60% delle imprese ha aspettative positive, mentre solo un 10% circa presenta attese negative. Virginio Piva presidente Ceav: “A livello europeo sono evidenti i segnali positivi. Purtroppo, come sempre, l’Italia tarda e stenta a riprendersi. Il nostro osservatorio raccoglie però, nelle ipotesi di previsione delle imprese, alcuni segnali positivi, e questo fa ben sperare. E’ importante, tuttavia, che si esca dalla crisi con un indirizzo diverso rispetto a quello fino ad oggi seguito dal Governo. L’austerity non ha pagato, se non in termini di riequilibrio dei conti pubblici, ma oggi c’è necessità di agevolare le imprese ad investire, bisogna ridare fiducia ai mercati e agli investitori, i privati e le famiglie in primo luogo, spingendo il sistema bancario e finanziario a mettere in gioco la tanta liquidità presente e oggi dormiente. Il sistema di incentivi (il 50% e il 65%) oggi a disposizione non è mai stato così interessante. Ma come sempre ha il difetto di una scadenza troppo corta. Non c’è tempo di programmare bene gli interventi e gli investimenti. Il piano casa ha dimostrato che una logica di lungo periodo è premiante”. Leonardo Zucchini vicepresidente Ceav: La crisi è stata lunga e pesante. Nell’ultimo anno il settore ha perso 4.400 posti di lavoro, ma se guardiamo il periodo 2008-2012 i posti persi salgono a 13.650. Il problema è dunque se e quando la ripresa potrà far recuperare questa occupazione. E lo potrà fare se le imprese saranno innovative e saranno adeguatamente organizzate. Il problema che si pone infatti è che nei prossimi anni l’edilizia cambierà in modo significativo, con un deciso orientamento al risparmio energetico e alle nuove tecnologie. L’europa con alcune direttive ha tracciato una strada sulla quale noi tutti dobbiamo impegnarci (associazioni di categoria, imprese, cassa edile): investire in formazione. La Ceav lo sta facendo in modo significativo e continuerà a farlo per aiutare le imprese e i lavoratori a riconvertirsi alle nuove esigenze del mercato” Bianchi Presidente Unioncamere del Veneto: “Nel secondo trimestre dell’anno l’andamento congiunturale dell’industria delle costruzioni è stato caratterizzato da una nuova flessione, che ha cancellato definitivamente i timidi segnali di recupero emersi nell’ultimo scorcio del 2012. Nel periodo aprile-giugno 2013 il rallentamento del fatturato nelle costruzioni, addirittura più marcato rispetto ai primi tre mesi del 2013, è stato determinato soprattutto dalla flessione del comparto artigiano. Notizie meno negative giungono invece dalle aspettative degli imprenditori che, a differenza del settore industriale, stanno evidenziando segnali più incoraggianti di una possibile inversione della tendenza in atto. I segnali di ripresa attesi da tempo stanno arrivando. L’auspicio è che le agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie possano innescare entro la fine del 2013 un vero recupero per il settore, in modo da far ripartire tutte le filiere del sistema casa”.
 
   
 

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